
Participio presente e perfetto latino
28 Dicembre 2019
Una innovativa concezione di cittadinanza nella Antica Roma Repubblicana
28 Dicembre 2019La rivalità tra Roma e Cartagine rappresenta uno dei conflitti più decisivi della storia antica, caratterizzato da tre guerre puniche che si estesero per oltre un secolo (264-146 a.C.) e che determinarono il destino del Mediterraneo occidentale.
Le origini del conflitto
Roma e Cartagine erano due potenze in espansione con ambizioni che inevitabilmente si sarebbero scontrate. Cartagine, fondata dai Fenici nell’814 a.C. nell’attuale Tunisia, aveva costruito un impero commerciale marittimo che dominava il Mediterraneo occidentale, controllando rotte commerciali, colonie in Spagna, Sardegna, Corsica e parte della Sicilia. Roma, invece, aveva consolidato il controllo della penisola italiana e guardava oltre i propri confini.
La Prima Guerra Punica (264-241 a.C.)
Il conflitto esplose per il controllo della Sicilia. Roma, tradizionalmente una potenza terrestre, fu costretta a costruire una flotta navale per competere con Cartagine sul mare. Nonostante iniziali difficoltà, i Romani svilupparono tattiche innovative come il “corvo”, un ponte di abbordaggio che permetteva di trasformare le battaglie navali in scontri terrestri. La guerra si concluse con la vittoria romana e Cartagine dovette cedere la Sicilia, pagare un’enorme indennità di guerra e rinunciare alla Sardegna e alla Corsica.
La Seconda Guerra Punica (218-201 a.C.)
Questa è forse la più famosa delle guerre puniche, dominata dalla figura di Annibale Barca. Il generale cartaginese concepì un piano audace: invece di attaccare Roma via mare, attraversò le Alpi con un esercito che includeva elefanti da guerra, portando il conflitto direttamente in territorio romano. Per quindici anni Annibale devastò l’Italia, infliggendo sconfitte memorabili come quella di Canne (216 a.C.), dove annientò un esercito romano di 80.000 uomini.
Tuttavia, Annibale non riuscì mai a conquistare Roma stessa, e i Romani, guidati da comandanti come Fabio Massimo “il Temporeggiatore” e successivamente Scipione l’Africano, adottarono una strategia di logoramento. Scipione portò la guerra in Africa, costringendo Cartagine a richiamare Annibale per difendere la madrepatria. La battaglia decisiva di Zama (202 a.C.) vide la sconfitta definitiva di Annibale e Cartagine.
La Terza Guerra Punica (149-146 a.C.)
Dopo la seconda guerra, Cartagine era stata ridotta a una potenza regionale, ma la sua ripresa economica allarmò Roma. Marco Porcio Catone concludeva ogni suo discorso in Senato con la frase “Carthago delenda est” (Cartagine deve essere distrutta). Quando Cartagine entrò in conflitto con il regno di Numidia, alleato di Roma, quest’ultima trovò il pretesto per la guerra finale.
L’assedio di Cartagine durò tre anni. Nel 146 a.C., Scipione Emiliano conquistò e distrusse completamente la città. Secondo la tradizione, i Romani sparsero sale sui campi per renderli sterili, anche se questo dettaglio è probabilmente leggendario. I sopravvissuti furono venduti come schiavi e il territorio divenne la provincia romana d’Africa.
Le conseguenze
La vittoria su Cartagine trasformò Roma da potenza regionale in impero mediterraneo. Il controllo delle rotte commerciali cartaginesi arricchì enormemente Roma, ma creò anche profondi cambiamenti sociali ed economici. L’afflusso di ricchezze e schiavi modificò la struttura della società romana, contribuendo alle tensioni interne che avrebbero caratterizzato il periodo tardo-repubblicano.
Dal punto di vista militare, le guerre puniche dimostrarono l’importanza della logistica, della strategia a lungo termine e dell’adattabilità tattica. Roma imparò a combattere su mare, mentre Cartagine mostrò che anche le tattiche più brillanti non bastano senza il supporto politico e logistico adeguato.
La rivalità Roma-Cartagine rimane un esempio paradigmatico di come due civiltà diverse – una terrestre e repubblicana, l’altra marittima e commerciale – possano scontrarsi per il controllo di uno spazio geopolitico, con conseguenze che risuonano attraverso i millennii.