
La quiete dopo la tempesta e Il sabato del villaggio
28 Dicembre 2019
Giacomo Leopardi: la vita e le idee
28 Dicembre 2019L’adolescenza di Giacomo Leopardi (1798-1837) è una fase fondamentale della sua vita, perché segna l’inizio della sua straordinaria formazione intellettuale, ma anche delle prime profonde sofferenze che caratterizzeranno il suo pessimismo.
1. L’ambiente familiare e il “natio borgo selvaggio”
Leopardi cresce a Recanati, un piccolo paese delle Marche che egli stesso definirà un “borgo selvaggio” (Le ricordanze). L’ambiente familiare è severo e oppressivo:
- Il padre, Monaldo Leopardi, è un uomo colto e conservatore, con una visione rigida della vita e della cultura. Impone un’educazione severa al figlio.
- La madre, Adelaide Antici, è fredda e autoritaria, ossessionata dall’economia domestica e priva di affetto verso i figli.
Questa atmosfera chiusa e repressiva spinge Leopardi a rifugiarsi nello studio e a sviluppare un carattere malinconico e introspettivo.
2. Gli studi e la formazione precoce
Leopardi è un bambino prodigio: già da piccolo dimostra un’intelligenza fuori dal comune e una memoria straordinaria. Studia greco, latino, ebraico, francese e molte altre discipline. La biblioteca paterna, ricca di migliaia di volumi, diventa il suo mondo.
Tra i 12 e i 17 anni, compie quello che egli stesso definirà il “sette anni di studio matto e disperatissimo”, durante i quali si dedica intensamente alla lettura e alla scrittura, tanto da rovinarsi la salute.
A soli 14 anni scrive saggi di erudizione e filologia; a 16 traduce classici greci e latini; a 17 compone le prime poesie. Ma il troppo studio lo porta a gravi problemi fisici, in particolare alla vista e alla colonna vertebrale, segnando per sempre la sua salute.
3. Le prime delusioni e il dolore esistenziale
Oltre ai problemi fisici, l’adolescenza di Leopardi è segnata da profonde sofferenze interiori:
- Il desiderio di evasione: sente Recanati come una prigione e sogna di fuggire per vivere altrove, ma i genitori gli impediscono di partire.
- L’isolamento: a causa della sua intelligenza superiore, viene emarginato e deriso dai coetanei.
- L’infelicità amorosa: prova sentimenti per alcune ragazze, come la cugina Geltrude Cassi e Teresa Fattorini (probabilmente la Silvia della poesia A Silvia), ma questi amori restano non corrisposti.
Queste esperienze alimentano il suo pessimismo giovanile, che si esprime nei primi componimenti poetici, come gli Idilli (L’infinito, Alla luna), in cui canta la bellezza dei sogni giovanili e la loro inevitabile delusione.
Conclusione
L’adolescenza di Leopardi è il periodo in cui nascono sia il suo straordinario talento letterario sia il suo dolore esistenziale. La combinazione tra un’intelligenza eccezionale, un ambiente opprimente e le prime delusioni amorose e fisiche forgia la sua visione pessimistica della vita, che sarà centrale in tutta la sua opera.