
Participio presente e perfetto latino
28 Dicembre 2019
Una innovativa concezione di cittadinanza nella Antica Roma Repubblicana
28 Dicembre 2019Le Magistrature della Repubblica Romana: Pilastri dello Stato
La Repubblica Romana (509-27 a.C.) fu un sistema politico complesso, il cui funzionamento si basava su un insieme di magistrature elettive e temporanee. Queste cariche pubbliche, ricoperte dai cittadini romani (inizialmente solo patrizi, poi anche plebei), rappresentavano il cuore del governo, assicurando l’amministrazione, la giustizia, la guida militare e il mantenimento dell’ordine. La loro struttura e il loro funzionamento erano pensati per evitare la concentrazione di potere e garantire un equilibrio tra le diverse componenti dello Stato.
1. Caratteristiche Fondamentali delle Magistrature
Le magistrature repubblicane erano contraddistinte da principi chiave che miravano a prevenire derive autoritarie e a promuovere la partecipazione civica:
- Annualità: Tutte le magistrature ordinarie avevano una durata limitata, solitamente di un anno. Questo impediva l’accumulo di potere a lungo termine e garantiva un ricambio costante dei governanti.
- Collegialità: La maggior parte delle cariche era ricoperta da almeno due magistrati con pari poteri (par potestas). Questo permetteva a ciascun titolare di porre il veto sulle decisioni del collega, costringendo alla collaborazione e al compromesso.
- Gratuità: Le magistrature erano cariche onorarie, non retribuite. Questo rifletteva l’idea che servire lo Stato fosse un onore e un dovere civico, accessibile solo a chi possedeva le risorse economiche per sostenere le spese e dedicarsi interamente alla vita pubblica.
- Responsabilità: Al termine del mandato, i magistrati potevano essere chiamati a rispondere del loro operato, incorrendo in sanzioni o processi.
- Cursus Honorum: Le magistrature non erano accessibili a tutti indiscriminatamente. Esisteva un “cursus honorum” (carriera degli onori), un percorso prestabilito di cariche che un cittadino doveva seguire in ordine crescente, rispettando requisiti di età minima e intervalli di tempo tra una carica e l’altra. Questo garantiva esperienza e competenza.
Schema del Cursus Honorum, la carriera politica romana.
2. Le Magistrature Ordinarie
Queste erano le cariche regolari e prevedibili nel sistema repubblicano:
A) Consoli (Consules)
- Numero: 2
- Durata: 1 anno
- Elezione: Dai Comizi Centuriati.
- Funzioni: Erano i magistrati supremi della Repubblica, detentori dell’imperium (il potere di comando militare e civile).
- Militare: Comandavano gli eserciti in guerra, erano responsabili della strategia e dell’organizzazione delle campagne.
- Civile: Presiedevano il Senato e i Comizi, convocavano le assemblee e proponevano leggi.
- Giudiziaria: Inizialmente esercitavano anche la giurisdizione civile e criminale, poi parzialmente delegata ai pretori.
- Esecutiva: Erano responsabili dell’esecuzione delle leggi e della supervisione dell’amministrazione.
- Simboli: Erano accompagnati da 12 lictori (guardie) che portavano i fasci (simbolo dell’imperium).
I due consoli romani, detentori del potere supremo.
B) Pretori (Praetores)
- Numero: Variabile (inizialmente 1, poi 2, poi aumentato fino a 16 in tarda Repubblica).
- Durata: 1 anno.
- Elezione: Dai Comizi Centuriati.
- Funzioni: Erano i principali magistrati giudiziari.
- Giurisdizione: Amministravano la giustizia. Il praetor urbanus si occupava delle controversie tra cittadini romani, mentre il praetor peregrinus gestiva quelle tra cittadini romani e stranieri (peregrini).
- Militare: In assenza dei consoli, potevano esercitare l’imperium militare.
- Legislativa: Potevano emanare editti (leggi temporanee) che integrava il diritto civile.
Un Pretore romano mentre amministra la giustizia.
C) Censori (Censores)
- Numero: 2
- Durata: 18 mesi (ogni 5 anni).
- Elezione: Dai Comizi Centuriati.
- Funzioni: Erano considerati i guardiani dei costumi pubblici e privati (cura morum) e responsabili del censimento.
- Censimento: Registravano i cittadini, la loro ricchezza, la loro famiglia e la loro tribù, determinando la loro classe sociale e il loro ruolo nell’esercito e nei comizi.
- Revisione delle Liste del Senato: Potevano escludere dal Senato i senatori indegni (nota censoria).
- Contratti Pubblici: Assegnavano i contratti per i lavori pubblici (costruzione di strade, acquedotti, templi) e per la riscossione delle tasse (affidando gli appalti ai publicani).
- Potere Morale: La loro carica, sebbene non dotata di imperium, era di grandissimo prestigio e autorità morale.
Censori romani durante il censimento, simbolo della loro autorità morale e amministrativa.
D) Edili (Aediles)
- Numero: 4 (2 curuli, patrizi e plebei; 2 plebei).
- Durata: 1 anno.
- Elezione: I curuli dai Comizi Tributi, i plebei dai Comizi della Plebe.
- Funzioni: Erano responsabili dell’amministrazione cittadina di Roma.
- Polizia Urbana: Mantenimento dell’ordine pubblico.
- Mercati: Supervisione dei mercati, dei prezzi e delle scorte alimentari (cura annonae).
- Edilizia: Manutenzione degli edifici pubblici e delle strade (cura urbis): un Edile romano supervisionava le attività cittadine.
- Giochi Pubblici: Organizzazione dei giochi e degli spettacoli (cura ludorum), spesso a proprie spese per guadagnare popolarità.
E) Questori (Quaestores)
- Numero: Variabile (inizialmente 2, poi aumentato fino a 40 in tarda Repubblica).
- Durata: 1 anno.
- Elezione: Dai Comizi Tributi.
- Funzioni: Erano i magistrati finanziari.
- Erario: Custodivano il tesoro pubblico e gestivano le entrate e le uscite.
- Amministrazione Militare: Servivano come ufficiali finanziari negli eserciti e nelle province.
- Porta d’Accesso al Senato: Dopo aver ricoperto la questura, i cittadini entravano automaticamente a far parte del Senato, rendendola la prima tappa del cursus honorum.
3. Le Magistrature Straordinarie e Speciali
- Tribuni della Plebe (Tribuni Plebis)
- Numero: 10
- Durata: 1 anno.
- Elezione: Dai Comizi della Plebe.
- Funzioni: Carica nata dalla lotta tra patrizi e plebei (secessioni della plebe) per proteggere i diritti della plebe.
- Ius Auxilii: Diritto di aiutare un plebeo contro l’arbitrio di un magistrato patrizio.
- Ius Intercessionis (Veto): Potere di bloccare qualsiasi atto di un magistrato, del Senato o di un comizio che ritenesse lesivo degli interessi della plebe.
- Inviolabilità (Sacrosanctitas): La persona del tribuno era sacra e inviolabile.
- Ruolo: Pur non essendo magistrati in senso stretto (non avevano imperium), il loro potere di veto li rese estremamente influenti e spesso protagonisti delle lotte politiche.
Un Tribuno della Plebe che esercita il diritto di veto.
- Dittatore (Dictator)
- Numero: 1
- Durata: Massima di 6 mesi (o per la durata del compito specifico).
- Nomina: Dal console (su indicazione del Senato) in momenti di grave crisi militare o civile.
- Funzioni: Deteneva un potere assoluto e illimitato (summum imperium), sospendendo tutte le altre magistrature (tranne il tribuno della plebe). Il suo compito era risolvere la crisi (militare o civile) e poi deporre la carica.
- Esempi: Cincinnato, Quinto Fabio Massimo (durante le Guerre Puniche), Silla (che si nominò Dittatore rei publicae constituendae e ne abusò), Giulio Cesare (che si fece nominare Dittatore a vita, contribuendo alla fine della Repubblica).
Un Dittatore romano assumeva il comando in un momento di crisi.
4. Il Sistema delle Magistrature e il Senato
Le magistrature erano strettamente interconnesse con il Senato. Tutti gli ex magistrati (con la questura come prima tappa) entravano a far parte del Senato a vita. Questo significava che il Senato era composto da un corpo di ex funzionari altamente esperti in amministrazione, diritto e strategia militare, garantendo continuità e un’enorme influenza sulle decisioni dello Stato. Il Senato consigliava i magistrati e ratificava o bocciava le loro proposte, fungendo da vero e proprio organo di controllo e direzione della politica romana.
5. Evoluzione e Significato
Il sistema delle magistrature romane si evolse nel tempo, adattandosi alle esigenze della Repubblica in espansione e alle tensioni sociali (in particolare la lotta tra patrizi e plebei). La progressiva apertura delle cariche ai plebei fu un passo fondamentale verso una maggiore uguaglianza politica.
Questo complesso sistema di poteri limitati, collegialità e responsabilità fu la spina dorsale della Repubblica Romana, consentendole di governare un vasto territorio e di affrontare sfide immense per secoli. Tuttavia, con le grandi crisi del I secolo a.C. (Guerre civili, espansione eccessiva, ambizioni personali), i principi di annualità e collegialità furono sempre più spesso disattesi, portando all’erosione del sistema repubblicano e all’ascesa del potere imperiale.