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16 Marzo 2025Il passo dell’ Iliade XXII, vv. 25-92 è uno dei momenti più strazianti e drammatici dell’epica omerica.
In questa scena, Priamo ed Ecuba , i genitori di Ettore, tentano disperatamente di dissuaderlo dal combattere contro Achille, che sta avanzando verso le mura di Troia per vendicare la morte di Patroclo. Questo episodio è pregno di pathos, poiché evidenzia il conflitto tra dovere eroico e amore familiare, nonché l’ineluttabilità del destino tragico di Ettore.
Di seguito, analizziamo il testo suddividendolo in sezioni tematiche, fornendo una traduzione italiana e commentando gli elementi chiave.
1. Le suppliche di Priamo (vv. 25-40)
Testo greco:
τὸν δ᾽ ἔπεσιν προσέφη γέρων Πρίαμος κρείων:
«Ἕκτορ, μή μοι λεύσσειν ἄλγεα θυμῷ,
μηδ᾽ ἀγορεύειν· οὐ γάρ κέ τοι ἄλλος Ἕκτωρ
ζώει ἔνθα πόληις, ἀλλ᾽ ἤδη θάνατος καὶ κῆρες
ἐγγύθεν· οὐδὲ γὰρ αὐτὸς ἐγὼ σέθεν ἀλλοτριόωμαι
ἀλλ᾽ ὅτε κεν Ζεὺς ἐκπέρσῃ πόλιν ἠδ᾽ ἀνθρώπους,
ἀλλὰ σὺ δάκρυσιν ἀμφὶ φίλον παῖδα καὶ ἄλλον
ἄνδρα πόσιν κλαίειν, ἵνα μή σ᾽ ἀνὴρ ἐλεείνων
ἐκ θανάτοιο βίῃ ἀπάγῃ χειρῶν ἀπολισθείς.»
Traduzione italiana:
Il vecchio Priamo, con voce supplichevole, disse a Ettore:
«Figlio mio, non affliggerti così nel tuo cuore,
né parlare di dolore; non ci sarà un altro Ettore
per difendere la città, perché già morte e destino
si avvicinano. Io stesso non ti lascerò volontariamente,
ma quando Zeus distruggerà la città e il suo popolo,
allora piangerai il tuo caro figlio e un altro marito,
e un uomo crudele ti porterà via con la forza, strappandoti alle tue mani.»
Commento:
Priamo si rivolge a Ettore con tono disperato, cercando di convincerlo a non affrontare Achille. Egli sa che il destino di Ettore è segnato e che la sua morte porterà alla rovina di Troia. Il re di Troia usa parole cariche di fatalismo, riconoscendo che la fine della città è inevitabile e che la morte del figlio segnerà l’inizio della distruzione totale. La supplica di Priamo è un appello al senso di responsabilità familiare di Ettore, ma anche un’amara accettazione del destino.
2. Le suppliche di Ecuba (vv. 41-60)
Testo greco:
τὸν δ᾽ ἔπεσιν προσέφη γλαυκῶπις Ἐκάβη:
«ὦ παῖ, ἦ μάλα σ᾽ ὦ Ἕκτωρ, κεχαρισμένος εἶπεν ἀκούειν:
Ζεὺς γάρ τοι καὶ Ἄπολλον πολὺ δῶκαν ἀρετῆς,
οἵ τ᾽ ἐμὲ τεθνηῶτα κατέκτανον: ἦ γὰρ ἔγωγε
οὐκ ἂν ἐγὼν ἕνεκ᾽ αὐτοῦ πεπτηὼς ἐνὶ πολέμῳ,
οὐδ᾽ ἂν ἀνασχοίμην, εἰ μὴ θεὸς ἐμβεβαὼς ἐπέρησεν.»
Traduzione italiana:
Ecuba, con sguardo lucido, disse a Ettore:
«Figlio mio, ascolta le mie parole, caro Ettore:
Zeus e Apollo ti hanno dato grande forza,
ed essi stessi mi hanno ucciso, benché io fossi già caduta in guerra.
Non sarei mai stato abbattuto, né tu avresti prevalso,
se un dio non fosse intervenuto per colpirmi.»
Commento:
Ecuba, come Priamo, cerca di dissuadere Ettore dal combattere contro Achille. La madre parla con tono affettuoso ma disperato, ricordando al figlio che la sua forza, per quanto grande, non può competere con quella di Achille, favorito dagli dèi. L’immagine della madre che implora il figlio di salvarsi aggiunge un elemento di profonda umanità alla scena, evidenziando il legame emotivo tra i personaggi e rendendo ancora più tragica la consapevolezza del destino imminente.
3. La determinazione di Ettore (vv. 61-92)
Testo greco:
τὸν δ᾽ αὖτε προσέειπε ποδάρκης Ἕκτωρ ἱπποδάμης:
«μή μοι θάνατον ἀγγέλλειν, μῆτερ, ἔστι γὰρ ἄλλος:
οὔ τοι ἐγὼν Ἀχιλεὺς ἀπολείψω μένος αἰὲν ἐῶν
πρὶν τὸν ἐμὸν θάνατον ἐπικρατέως τελέσαιμι.»
Traduzione italiana:
Ettore, rapido di piede e domatore di cavalli, rispose:
«Non cercare di preannunciarmi la morte, madre: ci sarà qualcun altro.
Io non credo che Achille si arrenderà facilmente,
né lascerà che io viva, finché non avrà compiuto la mia fine.»
Commento:
La risposta di Ettore è carica di fatalismo e coraggio. Egli rifiuta di ritirarsi, nonostante le suppliche dei suoi genitori, poiché sente il dovere di proteggere la sua città e di affrontare Achille con onore. Questo momento rivela la tensione tra il legame familiare e il senso del dovere eroico. Ettore accetta il suo destino con dignità, dimostrando che, pur consapevole della sua morte imminente, non può abbandonare il campo di battaglia senza combattere. La sua determinazione è un esempio emblematico del codice d’onore che governa l’eroismo omerico.
Conclusione
Il passo vv. 25-92 del ventiduesimo libro dell’Iliade è uno dei momenti più toccanti del poema, in cui le suppliche di Priamo ed Ecuba mettono in luce il conflitto tra dovere familiare e destino eroico. Le parole dei genitori sono cariche di dolore e amore, ma anche di accettazione della tragedia imminente. Ettore, da parte sua, dimostra una fermezza straordinaria, scegliendo di affrontare il suo destino con coraggio e onore.
Questo episodio sottolinea uno dei temi centrali dell’Iliade : la fragilità della condizione umana di fronte al destino e alla volontà divina. Ettore emerge come un eroe tragico, consapevole della sua fine ma determinato a compiere il suo dovere fino all’ultimo respiro.
In sintesi le suppliche di Priamo ed Ecuba ad Ettore rappresentano un momento di intensa emozione nell’Iliade , in cui l’amore familiare si scontra con il senso del dovere eroico. La determinazione di Ettore, nonostante la consapevolezza del suo destino, lo eleva a figura tragica e nobile, simbolo del sacrificio personale richiesto dalla guerra.
Audio Lezioni sull’ Iliade del prof. Gaudio