
Capitolo trentaseiesimo dei Promessi Sposi
28 Dicembre 2019
Analisi del capitolo ventisettesimo dei Promessi Sposi
28 Dicembre 2019La Lettera a Claude Fauriel (1822) è un documento fondamentale per comprendere la poetica e la concezione della storia di Alessandro Manzoni.
In questa lettera, indirizzata al filologo e storico francese Claude Fauriel, Manzoni riflette sulla natura della storia, sulla funzione della letteratura storica e sul ruolo dello scrittore nella rappresentazione del passato.
1. Contesto e Obiettivi della Lettera
Manzoni scrive a Fauriel in un periodo in cui sta elaborando la sua concezione del romanzo storico. Dopo aver pubblicato le tragedie Il Conte di Carmagnola (1820) e Adelchi (1822), egli sente la necessità di chiarire il rapporto tra storia e invenzione letteraria, tema già affrontato nella Lettre à M. Chauvet (1820).
La lettera si inserisce nel dibattito sulla validità del romanzo storico come genere:
- Walter Scott aveva reso popolare il romanzo storico con le sue opere, che mescolavano realtà e invenzione.
- Manzoni, invece, ritiene che la storia debba essere raccontata con il massimo rigore possibile, evitando elementi di fantasia che possano distorcerla.
L’obiettivo della lettera è dunque quello di esporre una teoria della narrazione storica fondata sul rispetto della verità e sulla sua funzione etica.
2. La Concezione della Storia: Fatti vs. Interpretazioni
Manzoni distingue due aspetti fondamentali della storiografia:
- I fatti storici, che devono essere ricostruiti con il massimo rigore possibile.
- L’interpretazione dei fatti, che non deve essere arbitraria, ma basata su un’analisi critica delle fonti.
Secondo Manzoni, la storia è per sua natura frammentaria, perché i documenti del passato sono incompleti. Questo impone al narratore di operare una selezione e una ricostruzione, ma sempre nel rispetto della verità.
Egli critica la tendenza di molti storici a romanzare la storia, trasformandola in un racconto avvincente ma impreciso. Per Manzoni, la storia deve restare ancorata alla realtà, anche a costo di risultare meno spettacolare.
3. Letteratura e Storia: Il Ruolo dello Scrittore
Manzoni riflette sul ruolo dello scrittore storico, sottolineando la differenza tra:
- Lo storico: colui che deve attenersi ai documenti e ai fatti accertati.
- Il poeta o il narratore: che può utilizzare la storia, ma senza tradirne la verità.
Egli respinge il concetto di “abbellire” la storia con elementi di fantasia, perché questo rischia di falsificarla. L’invenzione, per Manzoni, è lecita solo se resta nei confini della verosimiglianza storica.
Questa riflessione sarà alla base del suo metodo nei Promessi Sposi, dove egli usa l’invenzione solo per colmare i vuoti della storia, senza alterarne il significato.
4. Dalla Storia alla Storia Romanzata: Il Caso dei Promessi Sposi
Nella Lettera a Fauriel, Manzoni anticipa alcune delle scelte narrative che farà nel suo romanzo:
- Ambientazione rigorosamente documentata: il Seicento è ricostruito attraverso fonti storiche.
- Personaggi storici reali: come il cardinale Federigo Borromeo, rappresentato fedelmente.
- Personaggi fittizi ma plausibili: come Renzo e Lucia, che agiscono all’interno di dinamiche sociali reali.
Manzoni, dunque, si distingue da Walter Scott e dagli altri romanzieri storici, perché non vuole “colorire” la storia, ma renderla il più possibile fedele ai fatti.
5. Conclusione: L’Etica della Narrazione Storica
La Lettera a Fauriel è un manifesto del pensiero storico di Manzoni. Egli afferma che la storia deve essere raccontata con rigore e rispetto della verità, senza cedere alla tentazione di renderla più affascinante attraverso l’invenzione romanzesca.
Questa concezione influenzerà profondamente il suo lavoro successivo, portandolo a revisionare I Promessi Sposi con un’attenzione ancora maggiore alla documentazione storica.
L’eredità della Lettera a Fauriel è quindi quella di una letteratura storica eticamente responsabile, che non usa il passato come pretesto narrativo, ma come un modo per illuminare la verità e la condizione umana.