
Il monologo di Giuda
28 Dicembre 2019
Jubilate Deo omnis terra servite Domino in laetitia Alleluia
28 Dicembre 2019💔 “Li amò sino alla fine” di don Norberto Valli e don Claudio Burgio rappresenta un esempio significativo della produzione liturgica contemporanea italiana, caratterizzata da una struttura narrativa che ripercorre i momenti centrali del mistero pasquale attraverso un linguaggio poetico accessibile e una melodia di forte impatto emotivo 🙏
Il componimento si articola in una struttura tripartita che segue la cronologia degli eventi pasquali: l’Ultima Cena, la Crocifissione e la Resurrezione. Questa scansione temporale non è meramente narrativa ma riflette una precisa teologia sacramentale che vede nell’eucaristia il memoriale permanente dell’intero mistero della salvezza, dall’incarnazione alla parusia.
Il titolo, ripreso dal versetto giovanneo “cum dilexisset suos qui erant in mundo, in finem dilexit eos” (Gv 13,1), introduce immediatamente la dimensione dell’amore totale e definitivo che caratterizza l’azione salvifica di Cristo. L’espressione “sino alla fine” non indica soltanto un limite temporale ma qualifica la radicalità e l’assolutezza dell’amore divino, tema che pervade l’intera composizione.
La prima strofa presenta la scena dell’Ultima Cena attraverso due gesti fondamentali: la lavanda dei piedi e l’istituzione eucaristica. L’immagine di Cristo che “si china lavandoci i piedi” umanizza la divinità attraverso il servizio, rovesciando i rapporti gerarchici tradizionali. La formulazione “Ti chinasti” sottolinea l’iniziativa divina nell’abbassamento, mentre il pronome “ci” include direttamente il fedele nell’evento storico.
L’espressione “poi Ti donasti nel Pane e nel Vino” presenta l’eucaristia come conseguenza naturale del servizio, collegando l’azione simbolica della lavanda con il sacramento permanente. La maiuscola di “Pane” e “Vino” conferisce dignità sacramentale agli elementi, mentre il verbo “donasti” sottolinea la gratuità del gesto divino.
La clausola “ci rivelasti l’Amore del Padre” situa l’evento nell’orizzonte trinitario, presentando Cristo come rivelatore della paternità divina. L’uso della maiuscola per “Amore” e “Padre” enfatizza la dimensione teologica della rivelazione, mentre la costruzione sintattica collega direttamente l’azione eucaristica con la manifestazione dell’essenza divina.
Il ritornello, costruito sulla citazione giovannea “Non c’è amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici”, costituisce il nucleo teologico del componimento. La ripetizione di questo versetto crea un effetto litanico che facilita la memorizzazione e intensifica il messaggio. L’imperativo “amate sino alla fine” trasforma l’esempio cristologico in comandamento per i fedeli, mentre “fate questo in memoria di me” collega direttamente il canto alla celebrazione eucaristica.
La seconda strofa sposta l’attenzione sul Calvario con un cambiamento di registro che dal domestico dell’Ultima Cena passa al cosmico della crocifissione. L’espressione “fu pieno giorno lassù sul Calvario” crea un contrasto temporale con la “sera” della Cena, mentre l’avverbio “lassù” suggerisce l’elevazione fisica e simbolica della croce.
L’immagine “tutto attirasti, elevato da terra” riprende direttamente il testo giovanneo (Gv 12,32), presentando la crocifissione non come sconfitta ma come momento di massima attrattiva divina. Il paradosso dell’elevazione attraverso l’abbassamento riflette la logica evangelica del rovesciamento dei valori mondani.
L’espressione “figli ci hai reso nel cuore trafitto” sintetizza la teologia della filiazione adottiva che nasce dalla passione. Il “cuore trafitto” evoca tanto la ferita fisica del costato quanto la sofferenza spirituale della compassione divina, mentre “figli ci hai reso” presenta la crocifissione come atto generativo della nuova umanità.
La terza strofa culmina nella Resurrezione con il “mattino di grazia al Sepolcro”, dove il riferimento temporale crea continuità narrativa con i momenti precedenti. L’espressione “grande gioia alla luce di Pasqua” trasforma l’evento storico in esperienza spirituale permanente, mentre la “luce” si oppone simbolicamente alle tenebre della passione.
Il messaggio “Dite ai fratelli che sono risorto!” riprende l’annuncio alle donne al sepolcro, trasformando ogni fedele in evangelizzatore della resurrezione. La promessa “Lo Spirito Santo vi confermerà” situa l’evento pasquale nell’orizzonte pentecostale, completando il ciclo del mistero cristiano.
Dal punto di vista musicale, la melodia di don Claudio Burgio privilegia l’accessibilità comunitaria attraverso intervalli semplici e un ambito vocale contenuto. La tonalità di Do maggiore conferisce luminosità al brano, mentre l’uso di accordi di settima dominante crea tensioni armoniche che si risolvono nel ritorno alla tonica, suggerendo musicalmente il dinamismo del mistero pasquale.
La struttura armonica alterna momenti di stabilità tonale (strofe) a passaggi più modulanti (ritornello), creando un contrasto che sostiene l’alternanza tra narrazione e proclamazione. L’uso di accordi minori (La minore, Re minore, Mi minore) introduce sfumature espressive che colorano emotivamente il testo senza compromettere la chiarezza tonale generale.
“Li amò sino alla fine” testimonia la vitalità della produzione liturgica italiana contemporanea, capace di coniugare fedeltà teologica e accessibilità pastorale. Il componimento rappresenta un esempio riuscito di come la musica sacra possa veicolare contenuti dottrinali complessi attraverso forme espressive immediate, creando sintesi creative tra tradizione e innovazione che arricchiscono il patrimonio del canto liturgico cattolico.
🔖 Testo e accordi:
Li amò sino alla fine
Testo: don Norberto Valli, Musica: don Claudio Burgio
(melodia. sol mi re do fa mi re re do si do do)
Do Fa Sol Do
E giunse la sera dell’ultima Cena
Sol Fa Sol Do
In cui Ti chinasti lavandoci i piedi;
Fa Do Sol La
poi Ti donasti nel Pane e nel Vino,
Do Fa Do Sol
ci rivelasti l’Amore del Padre.
Mi La- Sol Do Mi La
E noi stupiti a veder le Tue mani piegate a servire,
Do Sol 7
mentre il Tuo sguardo diceva:
Do Mi
Non c’è amore più grande di questo:
Do7 Fa Sol Mi- La
dare la vita per i propri amici,
Mi- Fa Sol La
amate sino alla fine,
Re- Re Sol Sol7
fate questo in memoria di me.
Do Mi
Non c’è amore più grande di questo:
Do7 Fa Sol Mi- La
dare la vita per i propri amici.
Mi- Fa Sol La
Amate sino alla fine,
Re- Sol Do7
fate questo in memoria di me.
Do Fa Sol Do
E fu pieno giorno lassù sul Calvario,
Sol Fa Sol Do
e noi ti vedemmo inchiodato alla croce;
Fa Do Sol La
tutto attirasti, elevato da terra,
Do Fa Do Sol
figli ci hai reso nel cuore trafitto.
Mi La- Sol Do Mi La
E noi impauriti al veder le tue mani ferite d’amore,
Do Sol 7
mentre il Tuo sguardo diceva:
Do Mi
Non c’è amore più grande di questo:
Do7 Fa Sol Mi- La
dare la vita per i propri amici,
Mi- Fa Sol La
amate sino alla fine,
Re- Re Sol Sol7
fate questo in memoria di me.
Do Mi
Non c’è amore più grande di questo:
Do7 Fa Sol Mi- La
dare la vita per i propri amici.
Mi- Fa Sol La
Amate sino alla fine,
Re- Sol Do7
fate questo in memoria di me.
Do Fa Sol Do
E venne il mattino di grazia al Sepolcro
Sol Fa Sol Do
e fu grande gioia alla luce di Pasqua:
Fa Do Sol La
“Dite ai fratelli che sono risorto!
Do Fa Do Sol
Lo Spirito Santo vi confermerà!”
Mi La- Sol Do Mi La
E noi, rinati, al veder le tue mani splendenti di luce,
Do Sol 7
mentre il Tuo sguardo diceva:
Do Mi
Non c’è amore più grande di questo:
Do7 Fa Sol Mi- La
dare la vita per i propri amici,
Mi- Fa Sol La
amate sino alla fine,
Re- Re Sol Sol7
fate questo in memoria di me.
Do Mi
Non c’è amore più grande di questo:
Do7 Fa Sol Mi- La
dare la vita per i propri amici.
Mi- Fa Sol La
Amate sino alla fine,
Re- Sol Do7
fate questo in memoria di me.
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