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30 Maggio 2025Traccia svolta di un tema argomentativo sull’insegnamento della storia contemporanea
TRACCIA
Esempio di traccia di prova scritta del Ministero dell’Istruzione dell’’Università e della Ricerca
ESAME DI STATO DI ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE
PRIMA PROVA SCRITTA – ESEMPIO TIPOLOGIA B
ANALISI E PRODUZIONE DI UN TESTO ARGOMENTATIVO
Arnaldo Momigliano considera caratteristiche fondamentali del lavoro dello storico l’interesse generale per le cose del passato e il piacere di scoprire in esso fatti nuovi riguardanti l’umanità[1]. È una definizione che implica uno stretto legame fra presente e passato e che bene si attaglia anche alla ricerca sulle cose e i fatti a noi vicini.
Ma come nascono questo interesse e questo piacere? La prima mediazione fra presente e passato avviene in genere nell’ambito della famiglia, in particolare nel rapporto con i genitori e talvolta, come notava Bloch, ancor più con i nonni, che sfuggono all’immediato antagonismo fra le generazioni[2]. In questo ambito prevalgono molte volte la nostalgia della vecchia generazione verso il tempo della giovinezza e la spinta a vedere sistematizzata la propria memoria fornendo così di senso, sia pure a posteriori, la propria vita. Per questa strada si può diventare irritanti laudatores temporis acti (“lodatori del tempo passato”), ma anche suscitatori di curiosità e di pietas (“affetto e devozione”) verso quanto vissuto nel passato. E possono nascerne il rifiuto della storia, concentrandosi prevalentemente l’attenzione dei giovani sul presente e sul futuro, oppure il desiderio di conoscere più e meglio il passato proprio in funzione di una migliore comprensione dell’oggi e delle prospettive che esso apre per il domani. I due atteggiamenti sono bene sintetizzati dalle parole di due classici. Ovidio raccomandava Laudamus veteres, sed nostris utemur annis («Elogiamo i tempi antichi, ma sappiamoci muovere nei nostri»); e Tacito: Ulteriora mirari, presentia sequi («Guardare al futuro, stare nel proprio tempo»)[3].
L’insegnamento della storia contemporanea si pone dunque con responsabilità particolarmente forti nel punto di sutura tra passato presente e futuro. Al passato ci si può volgere, in prima istanza, sotto una duplice spinta: disseppellire i morti e togliere la rena e l’erba che coprono corti e palagi[4]; ricostruire, per compiacercene o dolercene, il percorso che ci ha condotto a ciò che oggi siamo, illustrandone le difficoltà, gli ostacoli, gli sviamenti, ma anche i successi. Appare ovvio che nella storia contemporanea prevalga la seconda motivazione; ma anche la prima vi ha una sua parte. Innanzi tutto, i morti da disseppellire possono essere anche recenti. In secondo luogo ciò che viene dissepolto ci affascina non solo perché diverso e sorprendente ma altresì per le sottili e nascoste affinità che scopriamo legarci ad esso. La tristezza che è insieme causa ed effetto del risuscitare Cartagine è di per sé un legame con Cartagine[5].
Claudio Pavone, Prima lezione di storia contemporanea, Laterza, Roma-Bari 2007, pp. 3-4
Claudio Pavone (1920 – 2016) è stato archivista e docente di Storia contemporanea.
NOTE:
[1] A. Momigliano, Storicismo rivisitato, in Id., Sui fondamenti della storia antica, Einaudi, Torino 1984, p. 456.
[2] M. Bloch, Apologia della storia o mestiere dello storico, Einaudi, Torino 1969, p. 52 (ed. or. Apologie pour l’histoire ou métier d’historien, Colin, Paris 1949).
[3] Fasti, 1, 225; Historiae, 4.8.2: entrambi citati da M.Pani, Tacito e la fine della storiografia senatoria, in Cornelio Tacito, Agricola, Germania, Dialogo sull’oratoria, introduzione, traduzione e note di M. Stefanoni, Garzanti, Milano 1991, p. XLVIII.
[4] Corti e palagi: cortili e palazzi.
[5] «Peu de gens devineront combien il a fallu être triste pour ressusciter Carhage»: così Flaubert, citato da W. Benjamin nella settima delle Tesi della filosofia della Storia, in Angelus novus, traduzione e introduzione di R. Solmi, Einaudi, Torino 1962, p. 75.
CONSEGNE
Comprensione e analisi
- Riassumi il testo mettendo in evidenza la tesi principale e gli argomenti addotti.
- Su quali fondamenti si sviluppa il lavoro dello storico secondo Arnaldo Momigliano (1908- 1987) e Marc Bloch (1886-1944), studiosi rispettivamente del mondo antico e del medioevo?
- Quale funzione svolgono nell’economia generale del discorso le due citazioni da Ovidio e Tacito?
- Quale ruolo viene riconosciuto alle memorie familiari nello sviluppo dell’atteggiamento dei giovani vero la storia?
- Nell’ultimo capoverso la congiunzione conclusiva “dunque” annuncia la sintesi del messaggio: riassumilo, evidenziando gli aspetti per te maggiormente interessanti.
Produzione
A partire dall’affermazione che si legge in conclusione del passo, «Al passato ci si può volgere, in prima istanza, sotto una duplice spinta: disseppellire i morti e togliere la rena e l’erba che coprono corti e palagi; ricostruire […] il percorso a ciò che oggi siamo, illustrandone le difficoltà, gli ostacoli, gli sviamenti, ma anche i successi», rifletti su cosa significhi per te studiare la storia in generale e quella contemporanea in particolare. Argomenta i tuoi giudizi con riferimenti espliciti alla tua esperienza e alle tue conoscenze e scrivi un testo in cui tesi e argomenti siano organizzati in un discorso coerente e coeso che puoi – se lo ritieni utile – suddividere in paragrafi.
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Durata massima della prova: 6 ore.
È consentito l’uso del dizionario italiano e del dizionario bilingue (italiano-lingua del paese di provenienza) per i candidati di madrelingua non italiana.
SVOLGIMENTO
Analisi e Produzione di un Testo Argomentativo
Claudio Pavone – “L’insegnamento della storia contemporanea”
COMPRENSIONE E ANALISI
1. Riassunto del testo con tesi principale e argomenti
Tesi principale: L’insegnamento della storia contemporanea ha una responsabilità particolare nel collegare passato, presente e futuro, e l’interesse per la storia nasce dalla mediazione familiare e da motivazioni diverse che possono portare sia al rifiuto che all’approfondimento del passato.
Argomenti principali:
- Il lavoro dello storico si basa sull’interesse generale per il passato e il piacere della scoperta (secondo Momigliano)
- La famiglia, specialmente i nonni, rappresenta la prima mediazione tra presente e passato
- I giovani possono sviluppare due atteggiamenti: rifiuto della storia o desiderio di comprensione
- Esistono due motivazioni per rivolgersi al passato: la curiosità archeologica (“disseppellire i morti”) e la ricostruzione del percorso storico
2. Fondamenti del lavoro dello storico secondo Momigliano e Bloch
Secondo Arnaldo Momigliano, il lavoro dello storico si fonda su:
- L’interesse generale per le cose del passato
- Il piacere di scoprire fatti nuovi riguardanti l’umanità
- Uno stretto legame fra presente e passato
Marc Bloch contribuisce evidenziando che la mediazione tra presente e passato avviene spesso attraverso i nonni, che “sfuggono all’immediato antagonismo fra le generazioni”, suggerendo un rapporto più sereno e costruttivo con la memoria storica.
3. Funzione delle citazioni di Ovidio e Tacito
Le due citazioni latine sintetizzano i due atteggiamenti possibili verso la storia:
- Ovidio (“Laudamus veteres, sed nostris utemur annis”): rappresenta l’equilibrio tra rispetto per il passato e capacità di vivere nel presente
- Tacito (“Ulteriora mirari, presentia sequi”): sottolinea l’importanza di guardare al futuro rimanendo ancorati al proprio tempo
Queste citazioni fungono da sintesi autorevole del dibattito sui diversi approcci alla storia, fornendo una prospettiva classica al discorso contemporaneo.
4. Ruolo delle memorie familiari
Le memorie familiari svolgono un ruolo cruciale come prima mediazione tra presente e passato. Pavone identifica due aspetti:
Aspetti positivi:
- Suscitano curiosità verso il passato
- Sviluppano “pietas” (affetto e devozione) verso quanto vissuto
- Possono stimolare il desiderio di migliore comprensione del presente
Aspetti problematici:
- Rischiano di creare “laudatores temporis acti” (nostalgici del passato)
- Possono provocare rifiuto della storia nei giovani
- La nostalgia può distorcere la percezione storica
5. Sintesi del messaggio conclusivo
Il messaggio finale evidenzia che l’insegnamento della storia contemporanea ha responsabilità particolarmente forti nel collegare i tre tempi. Le due spinte verso il passato sono:
- Archeologica: “disseppellire i morti” – curiosità per ciò che è sepolto e dimenticato
- Ricostruttiva: comprendere il percorso che ci ha portato al presente
Aspetti più interessanti:
- L’idea che anche i “morti recenti” meritano di essere disseppelliti
- Il concetto di “sottili e nascoste affinità” che ci legano al passato
- La “tristezza” come legame emotivo con la storia (riferimento a Cartagine)
PRODUZIONE
Riflessionesul significato dello studio della storia
Lo studio della storia, contemporanea e non, rappresenta per me molto più di un semplice esercizio accademico: è un’esplorazione dell’identità umana attraverso il tempo, un ponte necessario tra ciò che siamo stati, ciò che siamo e ciò che potremmo diventere.
La duplice natura della ricerca storica
La distinzione di Pavone tra “disseppellire i morti” e “ricostruire il percorso” risuona profondamente nella mia esperienza di studio. Da un lato, c’è il fascino archeologico della scoperta: quando leggo di civiltà scomparse o di eventi dimenticati, provo quella stessa curiosità che spinge l’archeologo a scavare. È l’emozione di portare alla luce storie sepolte, di dare voce a chi è stato dimenticato. Penso alle testimonianze dei sopravvissuti alla Shoah che ho studiato, o alle lettere dei soldati della Prima Guerra Mondiale: sono “morti” che meritano di essere disseppelliti non solo per rispetto verso di loro, ma perché la loro esperienza illumina aspetti universali della condizione umana.
Dall’altro lato, c’è la necessità di ricostruire il percorso storico per comprendere il presente. Studiare la storia contemporanea significa cercare di capire come siamo arrivati alle sfide attuali: dalle tensioni geopolitiche alle questioni ambientali, dalle disuguaglianze sociali ai dibattiti sui diritti civili. Senza questa comprensione storica, rischiamo di ripetere errori del passato o di non riconoscere i progressi compiuti.
L’importanza della storia contemporanea
La storia contemporanea assume per me un significato particolare perché tocca eventi che hanno ancora conseguenze dirette sulla nostra vita. Quando studio la Guerra Fredda, non sto semplicemente memorizzando date e nomi, ma sto cercando di comprendere le radici di molti conflitti attuali. Quando analizzo i movimenti per i diritti civili degli anni ’60, sto esplorando le fondamenta delle battaglie per l’uguaglianza che continuano oggi.
La vicinanza temporale di questi eventi li rende più tangibili e emotivamente coinvolgenti. Posso ancora incontrare testimoni diretti, vedere fotografie nitide, ascoltare registrazioni audio. Questa immediatezza crea un legame più forte tra me e gli eventi storici, rendendo lo studio non solo intellettualmente stimolante ma anche emotivamente significativo.
La mediazione familiare e personale
Riflettendo sulle parole di Pavone sulla mediazione familiare, riconosco quanto i racconti dei miei nonni abbiano influenzato il mio interesse per la storia. Le loro storie sulla Seconda Guerra Mondiale, sui cambiamenti sociali del dopoguerra, sulle trasformazioni del territorio non erano solo aneddoti familiari, ma finestre su un’epoca. Questi racconti hanno creato in me quella “pietas” di cui parla Pavone, un affetto reverenziale verso il passato che mi spinge a voler saperne di più.
Tuttavia, ho anche sperimentato il rischio del “laudator temporis acti”. A volte le narrazioni familiari tendevano a idealizzare il passato, a dipingere epoche precedenti come più semplici o migliori. La formazione storica mi ha insegnato a mantenere un approccio critico, a cercare fonti diverse, a contestualizzare i ricordi personali nell’ambito più ampio dei processi storici.
Storia come strumento di cittadinanza attiva
Studiare la storia, specialmente quella contemporanea, significa per me sviluppare gli strumenti per essere un cittadino consapevole. Comprendere i meccanismi che hanno portato alle crisi democratiche del Novecento mi aiuta a riconoscere i segnali di pericolo nel presente. Analizzare i movimenti sociali del passato mi fornisce modelli e strategie per l’impegno civico contemporaneo.
La storia non è mai neutrale: ogni interpretazione riflette prospettive e interessi specifici. Studiare storia significa imparare a decostruire narrazioni, a riconoscere i punti di vista, a dare voce a chi è stato marginalizzato. Questo approccio critico è essenziale in un’epoca di fake news e manipolazioni dell’informazione.
Conclusione: la storia come responsabilità
In conclusione, studiare la storia rappresenta per me assumere una responsabilità verso il passato, il presente e il futuro. È un atto di rispetto verso chi ci ha preceduto, un tentativo di comprendere la complessità del presente e un contributo alla costruzione di un futuro più consapevole.
Come suggerisce Pavone, l’insegnamento della storia contemporanea ha “responsabilità particolarmente forti” proprio perché si colloca nel punto di sutura tra i tempi. In questo senso, ogni studente di storia diventa parte di questa catena di trasmissione, chiamato non solo a ricevere e comprendere, ma anche a interpretare e tramandare la memoria collettiva dell’umanità.
La storia, dunque, non è solo materia di studio ma forma di impegno civile, non solo conoscenza del passato ma strumento per costruire il futuro.