Essere tragici e sinceri da Gli Indifferenti di Alberto Moravia
31 Luglio 2019L’ ultima sigaretta dalla Coscienza di Zeno di Svevo
31 Luglio 2019
L’ultimo capitolo della Coscienza di Zeno
- Semplicemente credetti di averla fatta un’importante scoperta scientifica. Mi credetti chiamato a completare tutta la teoria dei colori fisiologici. I miei predecessori, Goethe e Schopenhauer, non avevano mai immaginato dove si potesse arrivare maneggiando abilmente i colori complementari.
- Bisogna sapere ch’io passavo il mio tempo gettato sul sofà di faccia alla finestra del mio studio donde vedevo un pezzo di mare e d’orizzonte. Ora una sera dal tramonto colorito nel cielo frastagliato di nubi, m’indugiai lungamente ad ammirare su un lembo limpido, un colore magnifico, verde, puro e mite. Nel cielo c’era anche molto color rosso gettato sui margini delle nubi a ponente, ma era un rosso ancora pallido, sbiaccato dai diretti, bianchi raggi del sole. Abbacinato, dopo un certo intervallo di tempo, chiusi gli occhi e si vide che al verde era stata rivolta la mia attenzione, il mio affetto, perché sulla mia rétina si produsse il suo colore complementare, un rosso smagliante che non aveva nulla da fare col rosso luminoso, ma pallido nel cielo. Guardai, accarrezzai quel colore fabbricato da me. La grande sorpresa la ebbi quando una volta aperti gli occhi, vidi quel rosso fiammeggiante invadere tutto il cielo e coprire anche il verde smeraldo che per lungo tempo non ritrovai più. Ma io, dunque, avevo scoperto il modo di tingere la natura! Naturalmente l’esperimento fu da me ripetuto più volte. Il bello si è che v’era anche del movimento in quella colorazione. Quando riaprivo gli occhi, il cielo non accettava subito il colore della mia rétina. V’era anzi un istante di esitazione nel quale arrivavo ancora a rivedere il verde smeraldo che aveva figliato quel rosso da cui sarebbe stato distrutto. Questo sorgeva dal fondo, inaspettato e si dilatava come un incendio spaventoso.