L’ultimo colloquio fra Enea e Didone, IV, vv. 296-319

📜 Testo latino (libro IV, vv. 296–319)

At regina dolos (quis fallere possit amantem?)
praesensit, motusque excepit prima futuros,
omnia tuta timens. Eadem impia Fama furenti
detulit armari classem cursumque parari.
Saevit inops animi totamque incensa per urbem
bacchatur, qualis commotis excita sacris
Thyias, ubi audito stimulant trieterica Baccho
orgia nocturnusque vocat clamore Cithaeron.
Tandem his Aenean compellat vocibus ultro:
‘Dissimulare etiam sperasti, perfide, tantum
posse nefas tacitusque mea decedere terra?
Nec te noster amor nec te data dextera quondam
nec moritura tenet crudeli funere Dido?
Etiam hiberno moliri sidere classem
et mediis properas Aquilonibus ire per altum,
crudelis? Quid, si non arva aliena domosque
ignotas peteres, et Troia antiqua maneret,
Troia per undosum peteretur classibus aequor?
Mene fugis? Per ego has lacrimas dextramque tuam te
quando aliud mihi iam miserae nihil ipsa reliqui,
per conubia nostra, per inceptos hymenaeos,
si bene quid de te merui, fuit aut tibi quicquam
dulce meum, miserere domus labentis et istam,
oro, si quis adhuc precibus locus, exue mentem.’

Traduzione in italiano:

Ma la regina (chi potrebbe ingannare un’amante?)
previde l’inganno e per prima colse i futuri movimenti,
temendo ogni cosa anche se sicura. La stessa empia Fama,
alla furente, riferì che si armava la flotta e si preparava il viaggio.
Infuriata, priva di senno, e incendiata, per tutta la città
vaga come una baccante, come una Tiade eccitata dai sacri riti,
quando, udito il richiamo di Bacco, le orgie triennali
la stimolano e il notturno Citerone la chiama con clamore.
Infine, per prima, si rivolge ad Enea con queste parole:
‘Anche speravi di poter nascondere, perfido, un tale crimine
e di andartene silenzioso dalla mia terra?
Né il nostro amore, né la destra un tempo data,
né la Dido destinata a morire di morte crudele ti trattiene?
Anche sotto le stelle invernali prepari la flotta
e ti affretti a navigare per il mare in mezzo ai venti del nord,
crudele? Che se non cercassi terre straniere e case ignote,
e l’antica Troia ancora esistesse,
Troia sarebbe cercata per il mare tempestoso con le navi?
Fuggi me? Per queste lacrime e per la tua destra,
poiché nulla altro ormai mi resta, infelice,
per le nostre nozze, per i matrimoni iniziati,
se qualcosa di buono ho meritato da te, o se qualcosa
del mio è stato dolce per te, abbi pietà di questa casa che crolla,
e, ti prego, se ancora c’è spazio per le preghiere, cambia decisione.’