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28 Dicembre 2019“Mangiafuoco” di Edoardo Bennato è un brano tratto dall’album Burattino senza fili (1977), una rilettura in chiave rock e satirica della celebre fiaba di Pinocchio di Carlo Collodi.
In questo concept album, Bennato usa i personaggi della storia per rappresentare simbolicamente le dinamiche sociali e politiche contemporanee, con una critica acuta al potere, alla manipolazione e all’alienazione.
Analisi del testo:
Il personaggio di Mangiafuoco, nel brano, diventa la rappresentazione di una figura autoritaria che comanda le marionette (ovvero, le persone comuni) facendole ballare secondo la sua volontà. La canzone utilizza la metafora dei fili e del ballo per illustrare come il potere manipoli le masse, controllando i loro comportamenti e azioni.
- Mangiafuoco come figura del potere: Mangiafuoco è descritto come un burattinaio che comanda e muove i fili delle marionette, simbolo della manipolazione del potere. Questo potere non si limita a governare ma impone il suo volere con la forza: “Lui comanda e muove i fili, fa ballare i burattini”. Chi non si conforma alle regole o tenta di ribellarsi viene punito o marginalizzato, come si legge nei versi “Chi non balla o balla male, lui lo manda all’ospedale”.
- La critica alla società conformista: La canzone evidenzia la pressione sociale di adattarsi e seguire il flusso, rappresentato dal “ballo”. Chi rifiuta di partecipare al “gioco” del potere, ovvero chi tenta di essere libero o di pensare con la propria testa, viene visto come una minaccia: “Ma se scopre che tu i fili non ce l’hai, se si accorge che il ballo non lo fai, allora sono guai”. Bennato qui critica la società che punisce il dissenso e l’individualità.
- Il controllo tramite la violenza e la coercizione: L’immagine dei “gendarmi” chiamati da Mangiafuoco per dichiarare pazzo chi non si sottomette, è un simbolo della repressione e dell’uso della forza per mantenere il controllo. Questo rappresenta una critica non solo al potere politico, ma anche alla società che, con l’aiuto delle istituzioni, reprime chi non si adegua: “Attento a quel che fai, attento ragazzo, che chiama i suoi gendarmi e ti dichiara pazzo”.
- La farsa del potere: La canzone continua con una descrizione sarcastica di un “gran ballo”, in cui le marionette e i capi di partito danzano, mostrando che il potere è in realtà un grande spettacolo in cui tutti giocano un ruolo prestabilito, sotto la regia di Mangiafuoco. Bennato critica la teatralità della politica, dove i leader sono marionette al servizio di chi tiene davvero i fili.
- Critica al monopolio economico e culturale: Mangiafuoco, inoltre, tiene i prezzi alti e non tollera concorrenti, una chiara allusione al monopolio e alla concentrazione del potere economico e culturale. Questo dettaglio rappresenta come il potere non solo controlli le persone, ma sfrutti anche economicamente chi si piega alle sue regole: “Mangiafuoco fa i biglietti, tiene i prezzi molto alti, non c’è altro concorrente, chi ci prova se ne pente”.
Temi principali:
- Manipolazione e controllo: Il tema centrale è la manipolazione del potere sulle masse, rappresentate come burattini. Mangiafuoco è l’archetipo del tiranno che controlla e comanda ogni azione.
- Conformismo e ribellione: La canzone mette in luce la tensione tra il conformismo sociale e il desiderio di libertà individuale. Chi si rifiuta di adeguarsi viene dichiarato “pazzo”, simbolo di come la società reagisca in modo ostile al dissenso.
- Critica al potere politico e alla società: Bennato denuncia l’ipocrisia della politica e della società che si regge su un gioco di ruoli prestabiliti, dove chi detiene il potere manipola e sfrutta chi è più debole o non ha strumenti per difendersi.
Stile musicale:
Musicalmente, “Mangiafuoco” è caratterizzata da un rock vivace, con ritmi incalzanti che sottolineano il carattere ironico e allo stesso tempo inquietante della narrazione. Bennato, con il suo inconfondibile stile, fonde sonorità rock con elementi di musica popolare, creando una canzone orecchiabile ma profondamente critica.
Conclusione:
“Mangiafuoco” è una delle tracce più potenti dell’album Burattino senza fili, in cui Edoardo Bennato offre una lettura acuta e satirica della società contemporanea, utilizzando i personaggi di Pinocchio come metafore per riflettere sul controllo, la manipolazione e la repressione del potere. Attraverso una critica brillante, Bennato mostra come la libertà individuale sia costantemente minacciata da forze che cercano di dominare e uniformare le persone, trasformandole in burattini.
Testo della canzone: