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28 Dicembre 2019
Articolo, riflessioni, relazione scolastica sulla Mentalità medievale
Nel diciannovesimo e ventesimo secolo, si riteneva che la filosofia medievale avesse avuto luogo nell’Europa occidentale, principalmente in latino, con Parigi e Oxford come i suoi maggiori centri.
I pensatori islamici ed ebrei che scrivevano in arabo sono stati inclusi solo nella misura in cui le loro opere sono state tradotte in latino e hanno influenzato pensatori cristiani. Al giorno d’oggi, tuttavia, si sta iniziando a considerare che la “filosofia medievale” includa non solo l’opera dei cristiani che scrivevano in latino (e talvolta nei volgari europei), ma dei cristiani nell’impero bizantino che scrivevano in greco, musulmani (e alcuni cristiani) scrivendo in arabo, e gli ebrei nel mondo islamico scrivevano in arabo e nella cristianità scrivevano in ebraico.
Sebbene gli influssi orientali siano disorganici, con la filosofia latina ancora più studiata, il lavoro sulla filosofia araba in rapido aumento e le altre aree ancora in qualche modo trascurate, è ora ampiamente riconosciuto che la filosofia medievale in queste diverse lingue e paesi dovrebbe (sebbene con qualche distinguo) essere visti come rami di un’unica tradizione, risalenti all’antichità greca e resi coerenti da una serie di movimenti di traduzione tra le diverse lingue. Ecco perché questa tradizione (se si chiama tradizione “occidentale”, “occidentale” deve essere intesa in modo molto più ampio del solito) dovrebbe essere trattata separatamente dalle grandi conquiste della filosofia dello stesso periodo in India, Cina e altrove.
La filosofia medievale era basata soprattutto sui testi e sui loro commenti, e su come questi testi sono stati trasmessi dalla tradizione.
Le preoccupazioni religiose interagiscono con il ragionamento, ma la logica è sorprendentemente importante in quel periodo.