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23 Maggio 2022VASCO PRATOLINI (19 ottobre 1913- 12 gennaio 1991)
“La mia fortuna è che sono stato un autodidatta confusionario, non ho mai letto male[…]Ma io mi sentivo un non addetto ai lavori, anche se, negli intervalli che mi concedeva la fabbrica scrivevo raccontini[…]”
La vita
- VASCO PRATOLINI (19 ottobre 1913- 12 gennaio 1991) nasce a Firenze il 19 ottobre 1913;
- Rimasto orfano di madre all’età di 5 anni vive con i nonni, e riceve un’educazione irregolare;
- Svolge diversi mestieri prima di dedicarsi alla scrittura: tipografo, venditore ambulante e barista;
- Negli anni 1935-1936i suoi studi vengono interrotti per un ricovero in sanatorio a causa della tubercolosi;
- Nel 1937 torna a Firenze dove stringe contatti con l’ambiente letterario (Vittorini con il quale condivide una breve illusione del “fascismo di sinistra”: movimento giovanile che auspicava il ritorno del regime alla purezza “rivoluzionaria” delle origini e ad una politica sociale e antiborghese);
- Nel 1938 insieme ad Alfonso Gatto fonda un polemico foglio letterario “Campo di Marte” ed inoltre cominciò a collaborare con la rivista di Alessandro Bonsanti: “Letteratura” (Prima vita di Sapienza);
- Nel 1941 si trasferisce a Roma dove pubblica il primo dei suoi racconti “Il tappeto verde” e partecipa alla Resistenza;
- Dopo una breve parentesi milanese si trasferisce a Napoli nel 1945 dove vivrà fino al 1951;
- A Napoli mentre insegna ad un Istituto d’Arte scrive “Cronache di poveri amanti”(1947)-il quale gli portò il premio letterario “Libera stampa”-, “Un eroe del nostro tempo”(1949) e “Le ragazze di San Frediano”(1949);
- Nel 1951 torna definitivamente a Roma, dove pubblicherà ”Metello”(1955)-premio “Viareggio”- primo testo della trilogia “Una storia italiana” proseguita poi con “Lo Scialo”(1960 poi 1976) e “Allegoria e derisione”(1966);
“Un grande affresco storico intriso di interessi ideologici, sociali e morali: dalla lotta per il riscatto sociale del mondo operaio in “Metello”, attraverso il quadro della società borghese durante il fascismo con “Lo scialo”, fino alla crisi delle ideologie nel dopoguerra consegnata alle pagine inquiete di “Allegoria e derisione””(G.Luti)
- Nel 1957 l’Accademia dei Lincei gli conferisce il premio della Fondazione Antonio Feltrinelli per tutta l’opera narrativa;
- Con la pubblicazione de “Il mantello di Natascia” (1985) ha interrotto il lungo silenzio dopo la pubblicazione della trilogia;
- Dopo la guerra collaborò alla sceneggiatura di alcuni film famosi: Paisà di Rossellini, Rocco e i suoi fratelli di Visconti e Le quattro giornate di Napoli di Nanni Loy;
- Il 12 gennaio del 1991 si conclude la sua vita a Roma.
Nelle opere:
- Porta all’interno dei suoi scritti i dialoghi dei quartieri, le aspirazioni della gente comune, popolana ed i suoi sogni;
- I rapporti affettivi raccontati non sono più individuali ma collettivi, ed insieme a questi si muove una presa di coscienza della classe proletaria e popolare;
- I quartieri, le vie e le zone raccontate nei suoi romanzi sono per la maggior parte elementi che l’autore trae dalla sua esperienza personale( Via del Corno- “Cronache di poveri amanti”)
Opere
Il tappeto verde-1941
Via de’ Magazzini-1941
Le amiche-1943
Il quartiere-1943
Cronaca familiare-1947
(1962 – regia di Zurlini)
Cronache di poveri amanti-1947
(1954 – regia di Lizzani)
Diario sentimentale-1947
Un eroe del nostro tempo-1947
Le ragazze di San Frediano-1948
(1955 – regia di Zurlini)
La domenica della povera gente-1952
Lungo viaggio di natale-1954
Metello-1955
Lo scialo-1960
La costanza della ragione-1963
(1964 – regia di Festa Campanile)
Allegoria e derisione-1966
La mia città ha trent’anni-1967
Il mannello di Natascia-1985
“Metello”:
- Riassume in sé la poetica del Neorealismo e l’ideologia del populismo;
- I personaggi mirano ad essere delineati nella loro individualità, ma puntano ad essere l’emblema di un’intera classe sociale;
- L’ambizione dell’autore è quella di rispondere alle esigenze di una letteratura nazionale-popolare;
- Echi di uno stile più specificatamente ottocentesco (la tematica dello sciopero richiama un’opera di Zolà);
- I moduli di narrazione utilizzati sono quelli più tradizionali, tralascia infatti la ricerca sperimentale di alcuni autori del novecento:
Racconto in terza persona;
Narratore onnisciente ed eterodiegetico;
Interviene qualche volta con riflessioni personali, spiegazioni
anticipazioni del futuro, analisi degli stati d’animo dei personaggi.
- La prima educazione dell’operaio: (Testo 39 pag. 186)
- Schematismo moralistico, quasi didascalico all’interno del testo:
Malavita e perdizione
Rigore della militanza socialista
La figura della prostituta sciancata
“[…] siamo tutti riuniti, e con uomini come Costa e Turati,[…] con loro a capo, si sa dove si va. Ma ti sembra giusto? Che un filone di pane ci costi due ore di lavoro? L’importante è non lasciarsi trascinare alle vie di fatto[…]. Perché non ti credere, in certi casi i caporali, sono più carogne degli impresari. È gente come noi, che s’è venduta”
- La forte sensualità dell’eroe = generosità dell’impegno politico
Il popolo diviene depositario di:
- Valori etico-sociali positivi
- Carica di genuinità e immediatezza vitale
La lezione del muratore spalanca una visione di nuove prospettive::
- Sfruttamento e soprusi
- Possibilità di riscatto insita nel partito;
“ora che si è fondato questo nuovo partito, gli resterà sempre più difficile farci male”
- La libertà porta con sé il binomio pratoliniano vincente:
- Sanità del lavoro
- Amore = diritto come il pane;
Città = sede di modernità, storia e progresso
Occasione per una presa di coscienza e un riscatto del proletariato;
Sfondo storico sul quale il protagonista si muove:
- Conflitto anarchico-socialista
“[…]gli anarchici diventavano sempre meno[…], adesso era sopra i socialisti che si posavano gli occhi della Polizia. Erano un’altra pasta d’uomini, costoro, forse più ignoranti[…] ma con le idee più chiare. Nondimeno, se nasceva una discussione, bastava un anarchico,[…] per tener testa ad un gruppo di socialisti”
Svolta dallo spontaneismo individualista all’organizzazione del partito;
- Si delinea la nozione di realismo che è alla base del romanzo:
attenzione e simpatia populistica per le classi basse, rappresentazione in positivo, edificante ed ottimista dell’evoluzione del proletariato e delle sue conquiste, attraverso una figura “tipica”(in questo caso la figura del protagonista).