
Canto diciassettesimo del Paradiso vv. 1-78
28 Dicembre 2019
La canzone della verità di Enrico Ruggeri
28 Dicembre 2019Analisi del Brano “Non finirà” di Enrico Ruggeri
“Non finirà” è un brano di Enrico Ruggeri, pubblicato nel 1986, che si distingue per la sua profonda riflessione sul tempo, l’invecchiamento e la natura imperitura dell’amore e dell’identità. La canzone è una commovente meditazione sulla permanenza dell’essenza di una persona e di un legame affettivo, al di là dei segni fisici del passare degli anni. Ruggeri, con la sua consueta sensibilità, dipinge un ritratto intimo e universale della memoria e della resilienza dei sentimenti.
Introduzione schematica al brano:
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Tema centrale: L’immortalità dell’amore oltre il tempo e le imperfezioni. Ruggeri descrive un legame che resiste all’invecchiamento, alle delusioni (“ciò che non è successo mai”) e alle incomprensioni (“chi non ti capiva mai”).
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Metafore chiave:
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Gli occhi: Simbolo di memoria e luce interiore (“qualche cosa rimane / una luce speciale”).
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Le rughe: Non come segno di decadimento, ma di legame indissolubile (“mi legherà”).
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Contrasti:
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Passato vs. eternità (“un tempo già lontano” vs “un amore vivrà”).
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Solitudine vs. presenza (“solitudini a Natale” vs “sarai sempre presente”).
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Musicalità: La ripetizione del ritornello finale enfatizza la ciclicità dell’amore, mentre le immagini teatrali (“commedia musicale”) aggiungono un tono malinconico ma romantico.
Curiosità: Il brano appare nell’album Pugni di sole (1995), periodo in cui Ruggeri approfondisce temi esistenziali con un linguaggio poetico e introspettivo.
Analisi Strofa per Strofa
Strofa 1: Lo Sguardo Indietro e la Memoria Silenziosa
Quegli occhi tuoi
Cominceranno piano
A guardare indietro
Un tempo già lontano
Senza parlare
E senza più recriminare
Su ciò che si poteva fare
E che non è successo mai
Ma qualche cosa rimane
Negli occhi tuoi
La canzone si apre con l’immagine degli “occhi tuoi”, che diventano il punto focale della riflessione. Questi occhi, con il passare del tempo, “cominceranno piano / a guardare indietro”, evocando un senso di malinconia e nostalgia per un “tempo già lontano”. La memoria è un processo silenzioso (“Senza parlare”) e privo di rimpianti (“E senza più recriminare / Su ciò che si poteva fare / E che non è successo mai”). Nonostante il non detto e il non realizzato, la strofa si chiude con un’affermazione di permanenza: “Ma qualche cosa rimane / Negli occhi tuoi”. Gli occhi sono presentati come custodi di un’essenza immutabile, un residuo significativo del passato che persiste nel presente.
Strofa 2: I Segni del Tempo e la Luce Interiore
E il volto poi
Si scoprirà segnato
Da tante storie
Che nessuno ha raccontato
Senza finale
Una commedia musicale
Di solitudini a Natale
Con chi non ti capiva mai
Ma c’è una luce speciale
Negli occhi tuoi
La seconda strofa estende la riflessione dal passato agli effetti visibili del tempo sul “volto”. Questo si “scoprirà segnato / da tante storie / che nessuno ha raccontato”, suggerendo un’esistenza ricca di esperienze personali e non condivise, di un vissuto intimo e complesso. L’immagine di una “commedia musicale / di solitudini a Natale / con chi non ti capiva mai” è particolarmente evocativa: un ossimoro che accosta la leggerezza della “commedia musicale” alla profondità e alla malinconia delle “solitudini”, specialmente in un momento di festa come il Natale, che accentua l’isolamento. Nonostante questa consapevolezza di non essere stati compresi, la strofa si chiude, come la precedente, con un’affermazione di speranza e unicità: “Ma c’è una luce speciale / Negli occhi tuoi”. Questa luce è la testimonianza di un’anima che non si spegne, un’identità che brilla al di là delle vicissitudini.
Ritornello: L’Amore Imperituro e la Ruga come Simbolo
Tu cambierai, invecchierai
Ma sarai sempre presente
Tu non ti consumerai
Con il corpo e con la mente
Tu mi sorriderai
Non finirà, non morirà
Quella ruga sul tuo viso
Un po’ di più mi legherà
Un amore non è ucciso
Un amore vivrà
Non finirà, non morirà
Quella ruga sul tuo viso
Un po’ di più mi legherà
Un amore non è ucciso
Un amore vivrà
Il ritornello è il cuore pulsante del messaggio della canzone. Riconosce la realtà ineludibile del cambiamento fisico (“Tu cambierai, invecchierai”), ma contrappone ad essa la permanenza dell’essenza (“Ma sarai sempre presente”). L’amore e l’identità profonda non sono soggetti alla consunzione del corpo e della mente (“Tu non ti consumerai / Con il corpo e con la mente”). Il sorriso del destinatario è un simbolo di questa continuità affettiva. La frase chiave “Non finirà, non morirà / Quella ruga sul tuo viso” è un’immagine potente e paradossale. La ruga, simbolo per eccellenza dell’invecchiamento e del tempo che passa, viene qui trasfigurata in un segno di permanenza, quasi un sigillo dell’amore. Non è un difetto, ma un elemento che “un po’ di più mi legherà”, trasformando il segno dell’età in un vincolo affettivo. L’amore, quindi, non è qualcosa che può essere distrutto o ucciso dal tempo, ma una forza vitale che “vivrà”. La ripetizione del ritornello rafforza questa convinzione, rendendola una dichiarazione solenne e rassicurante.
Analisi Generale e Temi
- L’Amore che Trascende il Tempo: Il tema centrale è l’idea che il vero amore e l’essenza di una persona non sono intaccati dal passare del tempo e dall’invecchiamento fisico. Anzi, i segni del tempo possono rafforzare il legame.
- Memoria e Nostalgia: La canzone è intrisa di un senso di memoria e di una nostalgia non amara, ma consapevole, per un passato che rimane vivo negli occhi e nelle storie non raccontate.
- Identità e Resilienza: Nonostante i cambiamenti esteriori e le esperienze dolorose (le “ferite”, le “solitudini”), c’è un nucleo immutabile nell’individuo, una “luce speciale” che persiste.
- L’Invecchiamento come Processo di Arricchimento: Contrariamente a una visione comune che associa l’invecchiamento alla perdita, Ruggeri suggerisce che i segni del tempo sul viso sono “storie” e le rughe diventano simboli di un legame più profondo.
- Stile e Linguaggio:
- Immagini Concrete e Simboliche: L’uso di elementi fisici come gli “occhi” e il “volto” e la “ruga” per veicolare concetti astratti come la memoria, l’identità e l’amore eterno.
- Contrasto: La canzone si basa su un contrasto fondamentale tra la caducità del corpo e la permanenza dell’anima e dell’amore.
- Tono Intimo e Riflessivo: Il linguaggio è diretto, quasi una conversazione, creando un’atmosfera di profonda intimità.
- Ripetizione: La ripetizione di frasi chiave (“Ma qualche cosa rimane / Negli occhi tuoi”, “Non finirà, non morirà”) rafforza il messaggio e crea un effetto di rassicurazione.
- Metafora: La “commedia musicale di solitudini” è una metafora suggestiva della complessità della vita interiore.
“Non finirà” è una ballata toccante che celebra la forza dell’amore e dell’identità umana di fronte all’inesorabile scorrere del tempo. Ruggeri, con la sua capacità di trasformare l’ordinario in poetico, offre una visione consolante e profonda della permanenza dei legami affettivi al di là di ogni cambiamento.
Testo della canzone
Non finirà
Enrico Ruggeri
Strofa 1
Quegli occhi tuoi
Cominceranno piano
A guardare indietro
Un tempo già lontano
Senza parlare
E senza più recriminare
Su ciò che si poteva fare
E che non è successo mai
Ma qualche cosa rimane
Negli occhi tuoi
Strofa 2
E il volto poi
Si scoprirà segnato
Da tante storie
Che nessuno ha raccontato
Senza finale
Una commedia musicale
Di solitudini a Natale
Con chi non ti capiva mai
Ma c’è una luce speciale
Negli occhi tuoi
Ritornello
Tu cambierai, invecchierai
Ma sarai sempre presente
Tu non ti consumerai
Con il corpo e con la mente
Tu mi sorriderai
Ritornello finale
Non finirà, non morirà
Quella ruga sul tuo viso
Un po’ di più mi legherà
Un amore non è ucciso
Un amore vivrà
(Ripetizione del ritornello finale)