
Il fu Mattia Pascal – Luigi Pirandello – Lezioni di letteratura del 90…
28 Dicembre 2019
Tu festa della luce
28 Dicembre 2019✨Analisi e riflessione: “O Sacro Convito” – Il banchetto della memoria e della speranza
Il canto “O Sacro Convito”, con la sua melodia solenne e raccolta, è una delle più belle preghiere eucaristiche della tradizione liturgica popolare italiana. Non è un semplice canto di comunione, ma un atto di fede profondo sull’Eucaristia come convito santo, memoria viva della Passione, nutrimento divino e pegno della gloria futura.
Il titolo stesso – “Sacro Convito” – richiama l’immagine biblica del banchetto escatologico, il banchetto del Regno (Is 25,6; Mt 22,1-14), dove Dio accoglie il suo popolo in una festa senza fine. E Gesù, nell’Ultima Cena, ha anticipato quel banchetto, trasformando il pane e il vino nel suo Corpo e Sangue.
1. “O Sacro Convito, di Gesù Cristo ci nutri” – l’Eucaristia come banchetto di vita
“O Sacro Convito” non è un’espressione retorica:
è un’immagine teologica potente.
Non siamo a un rito,
ma a una mensa,
a un pasto,
a un incontro familiare.
Eppure, non è un pasto qualsiasi:
è sacro,
perché è Gesù Cristo stesso che ci nutre.
Non con pane materiale,
ma con la sua Persona,
con la sua vita donata.
E il verbo “nutri” indica una trasformazione interiore:
non siamo saziati solo per un momento,
ma cresciamo nella grazia,
nella santità,
nell’unità con Lui.
2. “Sei viva memoria della sua Passione” – il mistero del memorare
“Viva memoria” è un’affermazione densa di fede.
L’Eucaristia non ricorda un evento passato,
come si ricorda un anniversario.
È memoria viva,
cioè presenza reale del mistero pasquale.
È il “fate questo in memoria di me” (Lc 22,19)
che si compie in ogni celebrazione.
La Croce non è lontana:
è qui,
oggi,
in questo pane spezzato,
in questo calice versato.
E in questo atto,
non solo ricordiamo,
ma partecipiamo al sacrificio redentore di Cristo.
La sua Passione,
la sua morte,
la sua resurrezione
sono rese presenti e attuali.
3. “All’anime nostre doni la vita divina” – il pane che dà la vita eterna
“Doni la vita divina”
è il cuore del Vangelo eucaristico.
Gesù ha detto:
“Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna” (Gv 6,54).
Questa vita non è semplice sopravvivenza,
né una promessa futura:
è vita divina,
grazia santificante,
partecipazione alla stessa vita di Dio.
Il cibo eucaristico non alimenta il corpo,
ma l’anima,
trasformandola
dal dentro,
come il lievito trasforma la pasta.
E così, chi si nutre di Cristo,
non vive più di se stesso,
ma di Lui (Gal 2,20).
4. “E il pegno della gloria futura” – l’Eucaristia come anticipo del Cielo
“Pegno della gloria futura”
è una delle espressioni più belle della teologia eucaristica.
Il termine “pegno” (in greco arrabon) indica un anticipo,
un caparra,
una prima rata di ciò che verrà.
L’Eucaristia non è solo un aiuto per il cammino,
ma un assaggio del Cielo,
un’anticipazione del banchetto eterno.
Come disse sant’Agostino:
“Ci nutriamo di ciò che siamo destinati a essere.”
Ogni comunione è un passo verso la visione beatifica,
verso la pienezza della vita,
verso la dimora definitiva in Dio.
5. Le strofe: salmi di lode e invito alla fede
Le strofe che seguono non sono narrazioni,
ma citazioni del Salmo 33 (34),
un salmo di ringraziamento e invito alla lode.
Ogni strofa è un’esclamazione di fede che si inserisce nel contesto eucaristico:
- “Benedirò il Signore in ogni tempo” → la lode come dovere e gioia del cristiano.
- “Nel Signore si glorierà l’anima mia” → la vera gloria non è nel potere, ma in Dio.
- “Magnificate con me il Signore” → la lode come atto comunitario.
- “Ho cercato il Signore, mi ha risposto” → l’esperienza della sua presenza.
- “Gustate e vedete come è buono il Signore” → invito diretto all’Eucaristia, al “gustare” Cristo.
- “Venite, figli, ascoltatemi” → appello a imparare il “timore del Signore”, cioè l’adorazione e l’obbedienza.
Ogni strofa, pur tratta dal Salmo,
diventa un’eco del mistero eucaristico:
Dio non solo ascolta,
ma si dona;
non solo parla,
ma si fa pane.
✝️ Conclusione: un canto per chi sa che mangia il Cielo
“O Sacro Convito” non è un inno per l’ingresso o per l’offertorio.
È un canto per il momento della comunione,
per chi sta per ricevere il Corpo del Signore.
Esso ci ricorda che:
- Non stiamo facendo un gesto simbolico,
ma partecipiamo a un banchetto reale. - Non ricordiamo un eroe del passato,
ma incontriamo il Vivente. - Non cerchiamo forza per vivere,
ma la vita stessa di Dio. - E non speriamo solo in un futuro,
ma viviamo già il futuro,
perché il Cielo ha bussato alla nostra porta.
E mentre cantiamo:
“O Sacro Convito…”,
non chiediamo di essere degni,
ma di essere riconoscenti.
Perché in quel pane,
in quel calice,
Dio non ci dà qualcosa:
ci dà Se stesso.
“Prendete e mangiate: questo è il mio corpo,
dato per voi.”
E noi, in silenzio,
rispondiamo:
Amen.
Grazie.
Vieni, Signore Gesù.
📖 Testo e accordi
O Sacro Convito
(do fa sol la sib la)
FA SIb FA DO FA
RIT. O Sacro Convi – to, di Gesù Cristo ci nutri;
Rem DO
sei viva memoria della sua Passione;
SIb DO FA
all’anime nostre doni la vita divina
↓ Rem SOLm FA4 FA
e il pegno della gloria futu – ra.
FA ↓ REm
la sol fa
1- Benedirò il Signore in ogni tempo:
SIb DO4 DO
fa re fa sol sol
sulla mia bocca sempre la sua lode.
RIT.
FA ↓ REm
la sol fa
2- Nel Signore si glorierà l’anima mia:
SIb DO4 DO
fa re fa sol sol
l’umile ascolti e si rallegri.
RIT.
FA ↓ REm
la sol fa
3- Magnificate con me il Signore,
SIb DO4 DO
fa re fa sol sol
esaltiamo insieme il suo nome.
RIT.
FA ↓ REm
la sol fa
4- Ho cercato il Signore, mi ha risposto:
SIb DO4 DO
fa re fa sol sol
da ogni timore mi ha sollevato.
RIT.
FA ↓ REm
la sol fa
5- Gustate e vedete come è buono il Signore:
SIb DO4 DO
fa re fa sol sol
beato chi in lui si rifugia.
RIT.
FA ↓ REm
la sol fa
6- Venite, figli, ascoltatemi:
SIb DO4 DO
fa re fa sol sol
vi insegnerò il timore del Signore.
RIT.