
Multiversity: il futuro delle università telematiche
17 Marzo 2025
Differenza tra accountability e bilancio sociale
18 Marzo 2025Parafrasi, Analisi, Tematiche e Commento de “A se stesso” di Giacomo Leopardi, uno degli ultimi componimenti di Leopardi, scritto nel 1833 e incluso nei Canti.
📜 Testo e Parafrasi
“A se stesso” testo di Leopardi
Or poserai per sempre, 1 |
Parafrasi della poesia Riposerai per sempre, cuore mio stanco. |
🔎 Analisi del testo
Struttura e metrica
- Il componimento è un breve canto leopardiano in endecasillabi sciolti, senza rime.
- Il tono è drammaticamente riflessivo e definitivo, espressione del culmine del pessimismo cosmico di Leopardi.
Figure retoriche principali
- Apostrofe: Il poeta si rivolge direttamente al suo cuore come a un interlocutore vivo: “Or poserai per sempre, stanco mio cor”.
- Anastrofe: “In noi di cari inganni” → l’inversione serve a enfatizzare il concetto di disillusione.
- Antitesi: “Amaro e noia / la vita, altro mai nulla” → si contrappongono le parole forti per esprimere il vuoto dell’esistenza.
- Metafora: “fango è il mondo” → il mondo è immagine di bassezza, degrado morale e materiale.
- Personificazione: Il cuore diventa destinatario di consigli e ordini come fosse un altro sé.
🎭 Tematiche principali
💔 Disillusione e fine della speranza
- Il componimento rappresenta la rottura definitiva con ogni illusione: la speranza è morta, non resta che la rassegnazione.
🌍 La natura nemica e il disprezzo del mondo
- La natura è vista come una forza cieca e crudele che condanna l’uomo a soffrire.
- Il mondo viene ridotto a fango, simbolo di meschinità e inutilità.
⚰️ La morte come unica certezza
- Leopardi ribadisce il suo pensiero più estremo: l’unica verità concessa agli uomini è la morte.
🕳 Il vuoto dell’esistenza e la vanità del tutto
- L’universo intero è descritto come infinita vanità, senza scopo né senso.
🖋 Commento
“A se stesso” è uno degli esiti più radicali e cupi del pensiero leopardiano, dove il poeta abbandona ogni residuo di speranza e illusione.
Con straordinaria intensità e brevità, Leopardi si rivolge al proprio cuore — simbolo della parte emotiva e passionale di sé — e lo invita alla resa finale. Non ci sono più sogni, né illusioni, ma solo la certezza del vuoto e della morte.
La poesia trasmette un pessimismo cosmico assoluto: non è più solo la condizione dell’uomo a essere tragica, ma l’intero universo è ridotto a fango, privo di bellezza e significato. Ogni aspirazione umana è vista come vana e ridicola, ogni desiderio ormai estinto.
La figura della natura non è più la madre indifferente, ma un potere brutto e maligno, invisibile ma sempre presente, che determina la sorte degli uomini solo per condannarli alla sofferenza e alla morte.
Il tono lapidario e definitivo rende questo componimento uno dei più forti e disperati della letteratura italiana, un grido di disprezzo e di resa che segna la consapevolezza di una verità inaccettabile: l’unica sorte comune a tutti gli uomini è il nulla.
In conclusione, “A se stesso” è un testamento poetico del pensiero leopardiano, in cui il poeta non cerca più consolazione, ma affronta il dolore con lucidità e fierezza, riconoscendo nell’infinita vanità dell’esistenza l’ultimo e crudele destino umano.