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Fredric Brown è maestro nel trasformare situazioni apparentemente ordinarie in racconti di fantascienza con risvolti inaspettati e spesso ironici. Questione di scala segue questa tradizione con una narrazione che gioca sulla percezione della minaccia e sul ribaltamento della prospettiva.
Trama e struttura
Il racconto si apre con una scena di apparente tranquillità: la signorina Macy, a differenza del resto del mondo, non è minimamente preoccupata per l’invasione aliena in corso. I visitatori, esseri colossali alti oltre un chilometro, si aggirano per la Terra senza interagire con gli umani né causar loro danni visibili. I loro passi oscurano momentaneamente il cielo, ma non provocano distruzioni materiali.
Mentre l’umanità reagisce con il panico e con inutili tentativi di difesa, la signorina Macy osserva con distacco e minimizza il problema, convincendosi che gli alieni non abbiano alcun interesse nei confronti degli esseri umani. Tuttavia, alla fine del racconto, scopriamo che i giganti stanno diffondendo una sostanza nell’aria, proprio mentre la signorina Macy sta spruzzando un insetticida nel suo giardino.
Questo parallelismo tra le due scene suggerisce il colpo di scena finale: se la signorina Macy considera gli insetti esseri insignificanti e sterminabili, lo stesso potrebbe valere per gli alieni nei confronti degli esseri umani.
Temi principali
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Il relativismo della scala e della prospettiva
Il racconto gioca sull’idea che ciò che per un essere è un’invasione catastrofica, per un altro può essere un’azione irrilevante. Se per la signorina Macy gli insetti sono poco più di un fastidio da eliminare, per gli alieni gli esseri umani potrebbero essere altrettanto insignificanti. Questo ribaltamento di prospettiva porta il lettore a riflettere sul posto dell’umanità nell’universo e sulla nostra tendenza a considerarci il centro di tutto. -
L’indifferenza cosmica
A differenza di molte storie di invasioni aliene, dove gli extraterrestri attaccano deliberatamente la Terra per conquistarla o distruggerla, qui gli invasori sembrano completamente indifferenti alla presenza degli esseri umani. Questa freddezza ricorda la visione lovecraftiana dell’universo: l’idea che l’umanità sia troppo insignificante perché altre forme di vita superiori si preoccupino di noi. -
L’ironia e la satira dell’ottimismo ingenuo
La signorina Macy rappresenta un’estrema razionalizzazione dell’ignoto: rifiuta di credere che qualcosa di catastrofico possa accadere, proprio come molte persone tendono a minimizzare i pericoli reali fino a quando non è troppo tardi. La sua convinzione che gli alieni non siano ostili si basa su una lettura superficiale della realtà, senza considerare che la loro semplice esistenza potrebbe essere letale per gli umani. -
L’inutilità della difesa umana
Gli eserciti della Terra tentano di combattere gli alieni con armi convenzionali e persino con una bomba H, ma tutto risulta inefficace. Questa impotenza tecnologica è un classico della fantascienza, dove spesso l’uomo si illude di avere il controllo del proprio destino, per poi scoprire di essere completamente vulnerabile di fronte a una civiltà più avanzata.
Simbolismo e significato
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L’insetticida come metafora dell’estinzione
La scena finale, in cui la signorina Macy usa l’insetticida, è la chiave di lettura dell’intero racconto. Così come lei elimina gli insetti senza considerarli esseri degni di attenzione, gli alieni potrebbero essere sul punto di sterminare l’umanità senza nemmeno accorgersene o preoccuparsene. La sostanza che stanno spruzzando potrebbe essere letale per gli uomini nello stesso modo in cui l’insetticida lo è per gli insetti. -
L’umanità come un’infinitesima parte dell’universo
Il racconto suggerisce che l’uomo non è speciale né centrale nell’ordine cosmico. Gli alieni sono talmente superiori da non considerare neanche la Terra come qualcosa di degno di attenzione. Se la scala di grandezza cambia, cambia anche il valore della vita: ciò che per noi è un disastro, per loro potrebbe essere un’azione di routine.
Conclusione
Questione di scala è un brillante esempio della fantascienza ironica di Fredric Brown, che in poche pagine riesce a capovolgere il punto di vista del lettore e a lasciare una sensazione di sgomento. L’idea che la nostra intera civiltà possa essere solo un’inezia agli occhi di una razza aliena superiore è allo stesso tempo inquietante e satirica.
La riflessione finale è amara: se davvero un giorno venissimo visitati da esseri tanto superiori, cosa ci farebbe pensare che saremmo più importanti per loro di quanto un formicaio lo è per noi?