
Solo la scuola può salvarci dai femminicidi di Dacia Maraini
12 Giugno 2025
Risorse didattiche per insegnare il francese online nelle scuole medie: focus sull…
12 Giugno 2025L’utilizzo dell’intelligenza artificiale è un tema molto discusso nel mondo della scuola. Il dibattito si concentra spesso su come questa tecnologia possa influenzare il lavoro dei docenti e migliorare l’insegnamento, ad esempio personalizzandolo in base alle esigenze di ciascuno studente.
Tuttavia, si parte dall’idea che l’organizzazione tradizionale della scuola non si possa toccare.
In realtà, le tecnologie digitali hanno già trasformato profondamente il mondo e, con esso, anche la scuola. La biblioteca, un tempo luogo fisico, è diventata un archivio digitale sempre accessibile. Il sapere è oggi disponibile in forma capillare, organizzato in discipline che interpretano la realtà da prospettive diverse, come spicchi di un’arancia, ciascuno con un proprio metodo e linguaggio.
Il problema, però, è che questi archivi raccontano il presente e il passato, mentre l’educazione ha il compito di preparare le persone ad affrontare un futuro incerto e in continua evoluzione.
Per questo, la scuola non può limitarsi a trasmettere nozioni. Deve insegnare a costruire il sapere. Le conoscenze restano fondamentali, ma è nella pratica dei metodi disciplinari, i modi in cui si osserva, si analizza e s’interpreta la realtà, che si sviluppano le capacità essenziali: argomentare, risolvere problemi, prendere decisioni …
Quest’orientamento è presente, dal 1974, nella normativa scolastica. La Legge 12 del 2020 lo ricorda: conoscenze e abilità sono strumenti per sviluppare capacità e competenze, generali e specifiche.
Tuttavia, queste disposizioni sono state stravolte: il libro di testo continua a dominare l’attività didattica.
La vera sfida non è l’adozione delle nuove tecnologie: il modo d’insegnare è il cuore del problema educativo. Solo valorizzando il metodo, il processo attraverso cui si costruisce e si utilizza il sapere, potremo davvero preparare le nuove generazioni ad affrontare un mondo imprevedibile e in rapido cambiamento.
Un esempio è disponibile in rete: “Laboratorio di matematica: Pitagora”.
L’attività propone tre situazioni storiche, risalenti a tremilacinquecento anni prima del matematico greco.
Gli studenti, esplorando tre casi, scoprono che Pitagora non ha “inventato” la famosa relazione, ma ha modellizzato e formalizzato pratiche esistenti.
E’ un esercizio di metodo.
Si parte dall’osservazione e dal confronto per generalizzare e astrarre: il sapere è edificato.