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Sant’Eusebio fu il papa costretto ad affrontare il problema dei cristiani che abiurarono la loro fede durante le persecuzioni dell’inizio del quarto secolo d.C.
Il 17 agosto si ricorda Sant’Eusebio, 31° Papa della Chiesa cattolica, che ebbe un brevissimo pontificato, e affrontò il problema dei “lapsi’, quei cristiani che avevano abbandonato la fede a causa delle persecuzioni e volevano tornare all’interno della comunione ecclesiastica.
Sant’Eusebio Papa è considerato martire, dopo l’esilio dovuto alle lotte per la successione all’Impero Romano.
Nacque a Casano Jonico, in Grecia, nel IV secolo, era figlio di un medico ed ereditò la professione. Sant’Eusebio fu il successore di papa San Marcello I, il suo pontificato fu breve, nell’anno 309 o 310. Il Catalogo liberiano dice che durò solo quattro mesi, dal 18 aprile al 17 agosto 309 o 310.
Eusebio non voleva riconciliare i lapsi con la chiesa, questo nome fu dato ai cristiani che, nell’ultima persecuzione, avevano consegnato vasi sacri e libri ai fisco.
In tal modo l’imperatore Massenzio, allora regnante di Roma, irritato dal rifiuto di Eusebio e da tutta la situazione, condannò questo papa all’esilio in Sicilia, fino alla morte.
Il corpo di questo santo fu portato a Roma, probabilmente nel 311, e il 26 settembre, ma la sua strenua difesa della disciplina ecclesiastica e l’esilio che subì per essa lo fecero venerare come martire. A questo Papa Seguì San Milziade che salì alla Cattedra Pontificia il 2 luglio 311.
