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14 Maggio 2025Molte parole, oggi, si caricano di significati ambigui, amplificati dall’uso disinvolto che ne fanno i media e l’opinione pubblica. In questo contesto, dominato dalla presenza crescente delle tecnologie generative, è urgente restituire ai termini il loro significato autentico, per evitare il rischio d’uno smarrimento culturale.
Trasferendo nel campo informatico le parole di Papa Leone XIV, “Disarmiamo le parole e disarmeremo la terra”, si ottiene una formulazione altrettanto incisiva: Attribuiamo alle parole il loro significato autentico, e la chiarezza guiderà la nostra comprensione.
Intelligenza artificiale
Questa locuzione ha assunto centralità nel nostro quotidiano con l’avvento delle funzioni generative, attraverso cui le macchine interloquiscono con rigore, chiarezza, precisione, fornendo informazioni.
È però il termine intelligenza a risultare fuorviante. Le macchine non intelligono: non comprendono, non attribuiscono significato. Operano sulle relazioni formali, là dove l’essere umano è goffo, ma intuitivo e creativo.
Le risposte che forniscono derivano da procedimenti probabilistici.
Le macchine sono strumenti potentissimi, anche se non possiedono il senso della loro operatività: sono da correlare all’intelligenza umana, non sostituirla.
Computer
A questa parola si associa comunemente l’oggetto, la macchina, mentre la sua formulazione richiama in realtà la funzione: il calcolo, l’elaborazione.
È uno strumento obbediente, che risponde agli ordini ricevuti con velocità e precisione. Nulla decide, nulla interpreta: semplicemente esegue.
Software
Anche in questo caso il termine rimanda all’aspetto fisico. Bene hanno fatto i linguisti francesi introducendo il termine logiciel, che richiama la sua vera natura: una struttura logica e finita di istruzioni, non un oggetto.
Il software è forma, non materia; pensiero codificato, non tangibile.
Concludendo
Le parole sono strumenti di pensiero: educare al loro significato autentico significa formare alla comprensione critica e alla responsabilità.
La scuola ha il compito di interrogare il linguaggio, evitando semplificazioni superficiali e mode comunicative.
Solo così l’uomo resterà guida della macchina, non una sua appendice.
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