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5 Agosto 2025Le nuove Indicazioni Nazionali per la scuola primaria sono viziate da un’inammissibile superficialità concettuale. Termini fondamentali come capacità, competenza e trasversalità sono usati in modo impreciso, generando confusione.
Potrebbe sembrare una questione tecnica, riservata agli addetti ai lavori. Ma non lo è: se il linguaggio della scuola è impreciso e fuorviante, la scuola perde la sua stella polare.
La legge 12/2020 doveva essere il punto di riferimento: afferma che le competenze sono l’unione di capacità con le conoscenze.
Un esempio può chiarire: saper risolvere problemi è una capacità. Ma risolvere un problema di progettazione edilizia non è come tradurre un brano latino. Pur partendo dalla stessa capacità, le competenze sono specifiche e differenti, poiché dipendono dal contesto e dalla natura delle conoscenze in gioco.
Competenza = capacità/abilità + conoscenza.
Ogni competenza è dunque legata all’ambiente in cui si manifesta e agli strumenti cognitivi che mobilita.
Eppure, nelle nuove Indicazioni si legge:
- “L’acquisizione di competenze trasversali come la capacità di collaborare, risolvere problemi…”
- “La matematica deve contribuire allo sviluppo di competenze trasversali come comunicare, intuire, porre problemi…”
Si tratta di affermazioni scorrette per due motivi:
- si usa il termine capacità come sinonimo di competenza, contraddicendo la definizione normativa;
- si attribuisce alle competenze un carattere trasversale, dimenticando che ogni disciplina rappresenta il mondo da un punto di vista diverso per natura e funzione: la matematica si occupa di quantità e relazioni; l’arte, di forme e percezioni; la storia, di eventi e processi temporali.
Parlare quindi di competenze trasversali come se fossero indipendenti dal contesto disciplinare significa ignorare che ogni sapere costruisce significati specifici, diversi, non interscambiabili. La differenza tra le cose del mondo e gli oggetti disciplinari è pregnante.
Jean Piaget lo diceva: non si deve sovrapporre la trasversalità alla multidisciplinarità: quest’ultima si fonda su un compito comune, affrontato da discipline diverse, ciascuna con la propria logica e funzione.
Lo scivolone concettuale si sarebbe evitato se la legge del 2020 fosse stata rispettata.
Restituire alla scuola la sua serietà e dignità passa da qui: dall’uso preciso delle parole e dall’osservanza delle norme che ne regolano il significato.