Il governo ha approvato il disegno di legge sull’autonomia differenziata “per favorire la semplificazione delle procedure, l’accelerazione procedimentale, la sburocratizzazione, la distribuzione delle competenze …”.
Si tratta, per il comparto scuola, di un’aspettativa generica, formulata senza cognizione di causa:
Sono tre giudizi supportati da un principio millenario: prima di costruire un edificio bisogna verificarne la compatibilità col terreno.
La lettura del DPR 275/99 è dirimente, “L’autonomia delle istituzioni scolastiche … si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppo della persona umana”:
La ricerca in rete di un Piano Triennale dell’Offerta Formativa, che dispone la misurazione del grado di raggiungimento delle
finalità, scomposte in obiettivi osservabili e misurabili, richiama quella dell’ago nel pagliaio.
Il superamento di tale sudditanza culturale, che la legge postula, è la condizione necessaria per la distribuzione delle competenze
tra i diversi organismi, fondamento dell’autonomia delle istituzioni scolastiche.
In ultima analisi si può affermare che il governo muove sulla strada percorsa dai Consigli di Istituto: privilegia la gestione delle risorse, dimenticando l’efficacia e la strategia.