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28 Dicembre 2019
Il sedicesimo capitolo dei Promessi Sposi
28 Dicembre 2019Lucio Cornelio Silla (138 a.C. – 78 a.C.) è una delle figure più controverse e determinanti della storia della Repubblica romana.
Fu un abile generale e politico, noto per la sua spietatezza, le sue riforme costituzionali e il suo ruolo decisivo nelle guerre civili romane. Silla è celebre per essere stato il primo generale romano a marciare su Roma con le sue truppe, un atto senza precedenti che avrebbe cambiato per sempre la storia politica di Roma.
Carriera militare
Silla emerse come una figura di spicco durante le guerre contro il regno di Giugurta in Numidia (111-105 a.C.) e successivamente nelle guerre contro i Cimbri e i Teutoni. Ma la sua fama si consolidò definitivamente durante la Guerra sociale (91-88 a.C.), quando le città italiche si ribellarono contro Roma per ottenere la cittadinanza romana. Silla si distinse per la sua abilità militare, ma il vero punto di svolta fu la guerra contro Mitridate VI, re del Ponto.
Nel 88 a.C., Silla fu nominato comandante delle legioni romane per combattere Mitridate. Tuttavia, il Senato, su pressione del rivale Gaio Mario, gli tolse questo comando, scatenando la prima guerra civile tra i sostenitori di Mario (i populares) e quelli di Silla (gli optimates).
Marcia su Roma
Nel 88 a.C., per la prima volta nella storia di Roma, Silla decise di marciare su Roma con il suo esercito, un’azione considerata sacrilega in quanto Roma era stata tradizionalmente considerata sacra e immune da azioni militari interne. Con questo atto rivoluzionario, Silla prese il controllo della città e restaurò il suo comando contro Mitridate, cacciando Mario e i suoi alleati.
Dopo aver condotto con successo le campagne contro Mitridate in Asia Minore, Silla tornò a Roma nel 83 a.C., dove si trovò di fronte a una nuova guerra civile contro i sostenitori mariani. Ancora una volta, Silla riuscì a vincere e nel 82 a.C. si dichiarò dittatore a tempo indeterminato, una carica straordinaria e potenzialmente illimitata, che utilizzò per riformare l’assetto politico romano.
Proscrizioni
Uno dei tratti più famosi (e famigerati) del potere di Silla fu l’uso delle proscrizioni, liste di nemici politici che venivano condannati a morte senza processo. Chiunque fosse trovato su queste liste poteva essere ucciso legalmente, e le proprietà dei proscritti venivano confiscate. Le proscrizioni servirono non solo a eliminare gli avversari di Silla, ma anche a rafforzare il suo potere attraverso la distribuzione di beni confiscati ai suoi sostenitori. Le proscrizioni furono un segno distintivo della brutalità del regime sillano e stabilirono un terribile precedente per la politica romana.
Riforme costituzionali
Durante la sua dittatura, Silla intraprese una serie di riforme mirate a rafforzare il potere dell’aristocrazia e del Senato a scapito delle assemblee popolari e dei tribuni della plebe. Tra le sue riforme più importanti:
- Riduzione del potere dei tribuni della plebe: Silla limitò fortemente il potere dei tribuni, impedendo loro di proporre leggi senza l’approvazione preventiva del Senato e rendendoli inabili a intraprendere carriere politiche dopo aver ricoperto il loro incarico.
- Aumento del numero di senatori: Silla aumentò il numero dei membri del Senato, riempiendo i ranghi con suoi sostenitori e rinforzando così il controllo aristocratico sulle decisioni politiche.
- Riforma dei tribunali: Silla riorganizzò il sistema giudiziario, togliendo ai cavalieri (la classe equestre) il controllo dei tribunali e restituendolo ai senatori, per assicurare che la classe aristocratica dominasse la giustizia romana.
- Controllo dell’esercito: Silla cercò di stabilire regole per limitare il potere dei generali, cercando di evitare che altri potessero seguire il suo stesso esempio di marciare su Roma con l’esercito.
Ritiro dalla politica e morte
Sorprendentemente, nel 79 a.C., dopo aver consolidato il suo potere e portato a termine le sue riforme, Silla si ritirò dalla dittatura e dalla vita politica attiva, un atto straordinario per l’epoca. Si ritirò nella sua villa a Cuma, dove morì l’anno successivo, nel 78 a.C.
Eredità
Silla lasciò un segno indelebile sulla storia di Roma. Sebbene le sue riforme avessero l’intento di rafforzare la Repubblica e ripristinare il potere del Senato, in realtà il suo uso della forza militare come strumento politico aprì la strada all’instabilità che avrebbe portato alla fine della Repubblica. L’uso delle proscrizioni e l’abitudine dei generali di marciare su Roma con l’esercito vennero ripresi nei decenni successivi da figure come Giulio Cesare, Pompeo e Ottaviano, segnando l’inizio dell’era delle guerre civili romane e la fine della Repubblica.
Silla rimane una figura enigmatica, allo stesso tempo un difensore dell’ordine aristocratico e un distruttore delle tradizioni repubblicane di Roma.