
Participio e infinito dei deponenti e altre particolarità sui deponenti
28 Dicembre 2019
La morte di Laocoonte Eneide II 199-249
28 Dicembre 2019Analisi del passo dell’Eneide sulla morte di Laocoonte
Questo passo dell’Eneide (Libro II, versi 203-221) descrive la drammatica morte del sacerdote troiano Laocoonte e dei suoi figli, divorati da due serpenti marini. Questo episodio è uno dei più famosi e rappresentativi del poema virgiliano.
Nel contesto più ampio, Laocoonte aveva tentato di mettere in guardia i Troiani contro l’inganno del cavallo di legno lasciato dai Greci (“Timeo Danaos et dona ferentes” – “Temo i Greci anche quando portano doni”). La sua morte, causata dall’intervento divino contrario ai Troiani, viene interpretata erroneamente dalla popolazione come una punizione per aver osato colpire con la lancia il cavallo sacro.
Il passo è caratterizzato da:
- Intenso pathos e drammaticità nella descrizione della scena
- Costruzione accurata dell’evento con dettagli visivi vividi
- Uso magistrale di figure retoriche per aumentare l’impatto emotivo
- Ritmo narrativo che accelera nel momento culminante
La morte di Laocoonte rappresenta un momento cruciale nella caduta di Troia, poiché contribuisce a convincere definitivamente i Troiani ad accogliere il cavallo all’interno delle mura, segnando così il loro destino.
Scelte stilistiche di Virgilio nel brano della morte di Laocoonte
Le scelte stilistiche nel passo
Il racconto della morte di Laocoonte (Eneide II, 203-221) mostra la maestria stilistica di Virgilio attraverso diversi elementi:
- Ipotiposi vivida: Virgilio costruisce una scena di straordinaria potenza visiva, quasi cinematografica, permettendo al lettore di “vedere” l’orrore che si svolge:
- Descrizione dei serpenti che avanzano sul mare (“immensis orbibus angues”)
- Dettagli cromatici come il sangue e la bava velenosa (“sanie”)
- Posizione precisa dei serpenti che si avvolgono ai corpi (“amplexi”)
- Scelta lessicale drammatica:
- Termini del campo semantico dell’orrore e della violenza (“horresco”, “sanie”, “perfusus”)
- Verbi di movimento rapido e impetuoso per i serpenti
- Contrasto tra i piccoli corpi dei figli e i mostruosi serpenti
- Struttura sintattica:
- Periodi complessi che accelerano nel momento culminante dell’attacco
- Uso strategico dell’enjambement per creare tensione
- Ritmo che si intensifica nei momenti di maggiore pathos
- Figure retoriche:
- Allitterazioni che evocano il sibilo dei serpenti (“sibila”, “spiris”, “sinuant”)
- Iperboli che amplificano l’orrore della scena
- Metafore marine nella descrizione dei serpenti che avanzano come onde
Ruolo dell’episodio nella struttura narrativa del libro II
Questo episodio riveste un’importanza fondamentale nella struttura del libro II per diversi motivi:
- Funzione nella progressione dell’inganno greco:
- Neutralizza l’unica voce di opposizione al cavallo di Troia
- Viene interpretato dai Troiani come punizione divina, confermando indirettamente la “sacralità” del cavallo
- Accelera la decisione fatale di introdurre il cavallo in città
- Elemento di transizione narrativa:
- Segna il passaggio dal dubbio troiano alla decisione definitiva
- Collega la storia di Sinone (l’inganno verbale) con la caduta di Troia (conseguenza fisica)
- Completa il quadro dell’inevitabilità del destino troiano
- Funzione simbolica:
- Rappresenta l’impotenza umana contro il fato e la volontà divina
- Prefigura simbolicamente la morte di Troia stessa (come i serpenti stritolano Laocoonte, così Troia sarà stritolata dai nemici)
- Evidenzia il tema dell’interpretazione errata dei segni divini
- Parallelo narrativo:
- La morte di Laocoonte si collega alla successiva apparizione di Ettore in sogno ad Enea
- Entrambi gli episodi sono avvertimenti non ascoltati o mal interpretati
- Insieme, costruiscono la tensione narrativa verso il culmine della caduta della città
L’episodio rappresenta uno dei momenti più tragici e significativi dell’intero poema, in cui il destino dei Troiani viene irrimediabilmente segnato proprio quando avrebbero potuto salvarsi, evidenziando il conflitto tra libero arbitrio e destino che percorre tutta l’opera.