
Pinacoteca ambrosiana
28 Dicembre 2019
E poi fate l’amore di Alda Merini
28 Dicembre 2019“Storia di una ladra di libri” (The Book Thief) di Markus Zusak è un romanzo ambientato nella Germania nazista del 1939, narrato dalla Morte stessa.
La protagonista è Liesel Meminger, una giovane ragazza analfabeta che viene data in adozione a una famiglia a Molching dopo la morte del fratello e la scomparsa della madre.
Liesel sviluppa un profondo amore per i libri e le parole, rubandoli ogni volta che ne ha l’occasione, spesso da roghi nazisti o dalla biblioteca della moglie del sindaco. La sua passione per la lettura si rafforza grazie all’aiuto del padre adottivo, Hans Hubermann, che le insegna a leggere, e all’amicizia con Max Vandenburg, un giovane ebreo che la famiglia Hubermann nasconde nella loro cantina.
Il romanzo esplora temi come il potere delle parole, la resilienza umana di fronte all’orrore della guerra e dell’Olocausto, e la complessità della natura umana, mostrando sia la sua brutalità che la sua capacità di amore e compassione. La Morte, come narratore, offre una prospettiva unica e spesso ironica sugli eventi, sottolineando la sua costante presenza e il suo fascino per gli esseri umani. La storia culmina con un bombardamento che distrugge la città e la famiglia adottiva di Liesel, lasciandola come unica sopravvissuta.
Nella Germania nazista del 1939, la Morte aveva molto lavoro. Tra le anime che raccoglieva, una in particolare la incuriosiva: Liesel Meminger. Dopo la morte del fratello e la scomparsa della madre, Liesel, una bambina analfabeta, fu affidata a una famiglia adottiva a Molching.
Lì, Liesel scoprì il potere delle parole. Spinta da un’insaziabile curiosità, iniziò a rubare libri, spesso da roghi nazisti, dove le parole venivano bruciate e negate. Il suo padre adottivo, Hans Hubermann, un uomo gentile e paziente, le insegnò a leggere, aprendole un mondo nuovo. La sua passione per i libri si approfondì quando la famiglia nascose un giovane ebreo, Max Vandenburg, nella loro cantina. Max e Liesel condivisero storie, sogni e la paura costante della scoperta.
I libri diventarono il suo rifugio, un modo per comprendere e resistere all’orrore che la circondava. Attraverso le parole, Liesel trovò conforto, amicizia e un modo per esprimere la sua umanità in un’epoca disumana. La Morte, osservando da lontano, era affascinata dalla resilienza e dalla capacità di amore e odio degli esseri umani.
Alla fine, la guerra colpì Molching con tutta la sua brutalità. Un bombardamento aereo rase al suolo la città, portando via la famiglia di Liesel. Solo lei si salvò, perché in quel momento si trovava in cantina, intenta a scrivere la sua storia. Liesel sopravvisse, portando con sé il peso della perdita e il potere delle parole che aveva amato e rubato.