
Capitolo trentaseiesimo dei Promessi Sposi
28 Dicembre 2019
Analisi del capitolo ventisettesimo dei Promessi Sposi
28 Dicembre 2019La Lettre à M. Chauvet, scritta da Alessandro Manzoni nel 1820 in risposta al critico francese Louis-Claude Fauriel e al letterato Jacques Chauvet, è un documento fondamentale per comprendere la concezione manzoniana del rapporto tra storia e invenzione poetica.
In questa lettera, Manzoni espone la sua visione del romanzo storico e della poesia, riflettendo sulla necessità di conciliare la verità storica con l’invenzione narrativa.
1. Contesto della Lettre e la polemica con il Classicismo
La Lettre si inserisce in un più ampio dibattito culturale tra Classicismo e Romanticismo. Mentre il Classicismo esaltava la mitologia e la rappresentazione idealizzata della realtà, il Romanticismo (cui Manzoni aderì) sosteneva una letteratura più aderente alla realtà storica e alla verosimiglianza umana.
Manzoni critica l’uso della mitologia e delle convenzioni classiche nella poesia, sostenendo che esse si allontanano dalla vera comprensione dell’uomo e della storia. Per lui, la poesia deve rappresentare la realtà senza artifici e deve essere moralmente utile.
2. Il concetto di Storia e la sua funzione letteraria
Manzoni distingue due modi di rappresentare il passato:
- La storia “scientifica”, che si basa su documenti e fatti verificabili, limitata però dalla frammentarietà delle fonti e dall’impossibilità di cogliere appieno le emozioni e i dettagli della vita quotidiana.
- La storia poetica, che, pur basandosi sulla verità storica, utilizza l’invenzione per colmare le lacune e dare vita ai personaggi, mantenendo la verosimiglianza e il rispetto della realtà.
La funzione della letteratura storica non è dunque quella di creare miti, ma di rendere vivi e comprensibili gli eventi passati. Da qui nasce l’idea del romanzo storico moderno, che Manzoni sviluppa nei Promessi Sposi.
3. Invenzione poetica e verosimiglianza
Manzoni insiste sulla necessità che l’invenzione narrativa sia sempre subordinata alla verosimiglianza storica. L’autore non deve distorcere i fatti per esigenze poetiche, ma deve piuttosto integrare la realtà con personaggi e vicende plausibili.
Questa concezione si oppone alla visione di Walter Scott, che nei suoi romanzi mescolava realtà e fantasia in modo più libero. Manzoni, invece, crede che l’invenzione debba servire a rendere più comprensibili e umani gli eventi storici, senza snaturarli.
4. Applicazione nei Promessi Sposi
Nei Promessi Sposi, Manzoni applica i principi esposti nella Lettre à M. Chauvet:
- Il romanzo è ambientato in un periodo storico reale (il Seicento), con eventi documentati (la carestia, la peste, la guerra).
- I personaggi storici (come il cardinale Federigo Borromeo e il governatore spagnolo di Milano) sono rappresentati fedelmente.
- L’invenzione narrativa (Renzo, Lucia, don Abbondio) serve a illustrare le dinamiche sociali ed etiche di quel tempo, senza alterare la verità storica.
In questo modo, Manzoni crea un’opera in cui la storia diventa viva e comprensibile, senza sacrificare la fedeltà ai fatti.
5. Conclusione
La Lettre à M. Chauvet è una riflessione chiave sulla relazione tra storia e invenzione poetica. Manzoni rifiuta la mitologia e la finzione arbitraria, sostenendo una letteratura che sia al tempo stesso storicamente fondata e umanamente significativa. Questo principio diventa il fondamento del suo romanzo storico e della sua poetica, rendendolo una figura centrale del Romanticismo italiano.