
L’italiano ha fatto l’Italia
2 Giugno 2025
Mappe concettuali: come si fanno e in quali casi si rivelano utili
3 Giugno 2025Tema di attualità sul terrorismo politico interno al paese
ESAMI DI STATO DI ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE PRIMA PROVA SCRITTA – PROVA DI ITALIANO – Sessione Suppletiva 2019
TRACCIA
TIPOLOGIA C – RIFLESSIONE CRITICA DI CARATTERE ESPOSITIVO-ARGOMENTATIVO SU TEMATICHE DI ATTUALITÀ
PROPOSTA C2 – Da “La notte della Repubblica” di Sergio Zavoli
Testo: “2 agosto 1980. Un turista svizzero torna dalle ferie: Il treno su cui viaggia, l’Adria Express, ha lasciato Rimini da circa un’ora e sta entrando nella stazione di Bologna. Durante la sosta il turista filmerà un altro ricordo della vacanza.
L’orologio segna le 10,25, l’obiettivo fissa una scena di devastazione.
Una bomba di eccezionale potenza è esplosa nella sala d’aspetto della seconda classe: 85 i morti, 200 i feriti. Due vagoni in sosta sotto le pensiline sono stati anch’essi investiti dallo scoppio.
È l’attentato più sanguinoso avvenuto in Italia.
La scelta di un giorno di punta del traffico estivo, e del nodo ferroviario più importante dell’intera rete nazionale, dice che si voleva esattamente quanto accaduto: un eccidio senza precedenti.”
Da “La notte della Repubblica” di Sergio Zavoli
Il brano sopra riportato è tratto da un saggio di un famoso giornalista italiano, pubblicato per la prima volta nel1992, saggio che riprendeva i contenuti e i materiali di una famosa trasmissione televisiva di approfondimento giornalistico sugli “anni di piombo”.
Il brano ricorda uno degli episodi più tragici di quel periodo che lo stesso autore definisce, nel titolo, “La notte della Repubblica”.
Il terrorismo in Italia è stato caratterizzato da eventi terribili; in molti casi, si è trattato di attentati contro la folla inerme; una vera e propria “strategia della tensione” con l’obiettivo di destabilizzare il sistema democratico.
In altri casi, si è trattato di attacchi a personaggi scelti non a caso, soprattutto politici e magistrati, perché, secondo la follia terrorista, l’obiettivo era di colpire “il cuore dello stato”.
Il fenomeno del terrorismo non ha riguardato e non riguarda certo solo il nostro Paese; anzi, in tutto il mondo, è diventato sempre di più un terribile strumento di lotta politica e di affermazione di varie forme di “integralismo”.
Rifletti su queste tematiche, sia con riferimento alle conoscenze storiche, che alle tue letture, alle esperienze personali e alla tua sensibilità.
Puoi articolare la struttura della tua riflessione in paragrafi opportunamente titolati e presentare la trattazione con un titolo complessivo che ne esprima in una sintesi coerente il contenuto.
___________________________
Durata massima della prova: 6 ore.
È consentito l’uso del dizionario italiano e del dizionario bilingue (italiano-lingua del paese di provenienza) per i candidati
di madrelingua non italiana.
Non è consentito lasciare l’Istituto prima che siano trascorse 3 ore dalla consegna delle tracce.
SVOLGIMENTO
svolgimento di un tema argomentativo sul terrorismo politico interno, con riferimento al brano di Sergio Zavoli e alla tematica più ampia del terrorismo.
Le cicatrici della democrazia: il terrorismo politico interno e la sua persistenza
Il 2 agosto 1980, la stazione di Bologna divenne teatro di un eccidio senza precedenti nella storia italiana, un evento che Sergio Zavoli, ne “La notte della Repubblica”, immortala con la cruda cronaca di una bomba che strappò vite e certezze. Quella data non è solo un anniversario, ma un monito indelebile di come il terrorismo politico interno, con la sua “strategia della tensione”, abbia cercato di lacerare il tessuto democratico del nostro Paese. Riflettere su questi eventi significa non solo fare i conti con la storia, ma anche comprendere le radici e le manifestazioni di un fenomeno che, pur mutando forma, continua a rappresentare una sfida per la stabilità delle democrazie.
La “strategia della tensione” e l’obiettivo di destabilizzazione
Gli “anni di piombo” in Italia, come li definisce Zavoli, furono un periodo di profonda inquietudine e violenza. La “strategia della tensione” fu una delle manifestazioni più perverse del terrorismo di matrice politica, sia di destra che di sinistra. Essa si traduceva in attentati indiscriminati contro la folla inerme, in luoghi pubblici come stazioni, treni o piazze, con l’obiettivo di seminare il panico e la paura. L’intento era chiaro: creare un clima di insicurezza tale da spingere l’opinione pubblica a invocare misure più restrittive, un governo più autoritario, destabilizzando così le istituzioni democratiche e favorendo derive eversive. La logica dietro a tali azioni era quella di dimostrare l’incapacità dello Stato di garantire la sicurezza dei propri cittadini, alimentando la sfiducia e la rabbia. L’eco di Piazza Fontana (1969), di Brescia (1974), dell’Italicus (1974) e, appunto, di Bologna, risuona ancora oggi come una tragica testimonianza di questa strategia mirata a disarticolare la fiducia nella democrazia.
L’attacco al “cuore dello Stato”: figure simbolo e ideologie distorte
Accanto alla strategia stragista, il terrorismo politico interno si manifestò anche attraverso attacchi mirati a “personaggi scelti non a caso”: politici, magistrati, giornalisti, intellettuali. Queste figure rappresentavano il “cuore dello Stato”, pilastri di quella democrazia che i terroristi intendevano abbattere. Le Brigate Rosse, ad esempio, con la loro ideologia marxista-leninista-insurrezionale, miravano a colpire i simboli del potere capitalistico e borghese, ritenendo che solo attraverso la lotta armata si potesse instaurare una nuova società. Il rapimento e l’omicidio di Aldo Moro (1978) ne sono l’esempio più lacerante, un atto che non mirava solo a eliminare un politico, ma a sfidare frontalmente l’autorità dello Stato e a minare la sua capacità di reazione. Analogamente, il terrorismo di destra, spesso legato a frange neofasciste e a servizi segreti deviati, perseguiva obiettivi di restaurazione autoritaria, colpendo personaggi percepiti come ostacoli a tale disegno. In entrambi i casi, la violenza era un mezzo per imporre una visione politica totalizzante, un’ideologia che si riteneva superiore alle leggi e ai principi democratici.
Il terrorismo: un fenomeno globale e le sue nuove forme
Il fenomeno del terrorismo, come giustamente osservato, non è e non è stato una peculiarità italiana. Anzi, ha assunto e continua ad assumere dimensioni globali, diventando “un terribile strumento di lotta politica e di affermazione di varie forme di integralismo”. Dalla lotta separatista (come l’IRA in Irlanda o l’ETA nei Paesi Baschi) al terrorismo di matrice islamista (Al-Qaeda, ISIS), fino alle più recenti derive di estrema destra o suprematiste in varie parti del mondo, la violenza politica si manifesta con modalità sempre più complesse. Ciò che accomuna questi fenomeni è spesso la pretesa di verità assolute, l’integralismo ideologico o religioso che giustifica l’uso della violenza per imporre la propria visione del mondo. L’obiettivo rimane lo stesso: destabilizzare, seminare il terrore, minare la fiducia nelle istituzioni e nel prossimo.
Oggi, sebbene il terrorismo politico interno in Italia abbia cessato le sue manifestazioni più eclatanti, il pericolo non è del tutto scomparso. Le minacce possono provenire da estremismi di varia natura, spesso amplificati dalla polarizzazione politica e dalla diffusione di odio online. La “strategia della tensione” può assumere nuove forme attraverso la disinformazione, le campagne d’odio e la creazione di “nemici” interni, che mirano a dividere la società e a logorare la fiducia nelle istituzioni democratiche.
Resistenza della democrazia e il ruolo della memoria
Di fronte a queste sfide, è fondamentale che la democrazia dimostri la sua resilienza. Questo significa, in primo luogo, non dimenticare. La memoria degli “anni di piombo”, delle vittime e degli eventi tragici come la strage di Bologna, non è solo un atto di giustizia per chi ha sofferto, ma un elemento essenziale per la prevenzione. Ricordare significa comprendere le dinamiche che hanno permesso a certe follie di radicarsi e di generare violenza.
In secondo luogo, è cruciale rafforzare le istituzioni democratiche, la loro trasparenza e la loro capacità di rispondere ai bisogni dei cittadini, disinnescando le radici del malcontento che possono essere terreno fertile per derive estremiste. Questo include la lotta alla disuguaglianza, la promozione dell’inclusione sociale e la difesa dei valori di libertà e tolleranza.
Infine, la società civile ha un ruolo insostituibile. La vigilanza critica, la capacità di discernere la propaganda dall’informazione, l’impegno attivo nel contrastare ogni forma di odio e intolleranza sono fondamentali. Solo attraverso una cultura della pace, del dialogo e del rispetto reciproco, che celebri la pluralità delle idee e condanni ogni forma di violenza, si può costruire una democrazia veramente forte e immune alle insidie del terrorismo, sia esso interno o esterno. Il ricordo della “notte della Repubblica” non deve essere solo un esercizio di dolore, ma uno sprone a custodire e fortificare i pilastri della nostra libertà.