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28 Dicembre 2019Il Tondo Doni di Michelangelo: Un Capolavoro del Rinascimento Fiorentino
Il Tondo Doni, noto anche come Sacra Famiglia con San Giovannino, è l’unica pittura su tavola attribuibile con certezza a Michelangelo Buonarroti (1475-1564). Realizzato tra il 1503 e il 1507 circa, questo capolavoro del primo Cinquecento fiorentino è oggi conservato nella Galleria degli Uffizi a Firenze e rappresenta un’opera di fondamentale importanza, che anticipa e pone le basi per il Manierismo.
1. Contesto e Commissione
Il dipinto fu commissionato da Agnolo Doni, un ricco mercante e banchiere fiorentino, in occasione delle sue nozze con Maddalena Strozzi (avvenute nel 1504). La forma “tondo” (rotonda) era tipica delle opere d’arte destinate all’arredamento di case private, spesso utilizzate come “deschi da parto”, vassoi dipinti offerti alle signore dopo il parto. La presenza dello stemma della famiglia Strozzi nella cornice originale (probabilmente disegnata dallo stesso Michelangelo e intagliata da Marco e Francesco del Tasso) conferma la destinazione nuziale dell’opera.
Un aneddoto, narrato da Giorgio Vasari, racconta della proverbiale parsimonia del Doni e dell’orgoglio di Michelangelo. Il banchiere si rifiutò inizialmente di pagare i 70 ducati richiesti, offrendone solo 40. Michelangelo, offeso, riprese l’opera e la riconsegnò solo dopo che il Doni accettò di pagare il doppio del prezzo iniziale, 140 ducati.
2. Descrizione dell’Opera
Il Tondo Doni è una tempera grassa su tavola con un diametro di 120 cm. La composizione è straordinariamente dinamica e complessa, divisa in tre piani narrativi.
- Primo Piano: La Sacra Famiglia:
- Al centro, in primo piano, sono raffigurati Maria, San Giuseppe e Gesù Bambino. La Madonna è seduta a terra, in una posa che ricorda l’iconografia medievale della “Madonna dell’Umiltà”, ma con una torsione muscolosa e atletica, quasi scultorea, tipica di Michelangelo.
- Maria si volta verso destra per ricevere il Bambino Gesù, che le viene porto da San Giuseppe, inginocchiato dietro di lei. Questo movimento a spirale, o “serpentinata”, è un elemento innovativo che conferisce dinamismo alla scena e anticipa il Manierismo.
- Gesù Bambino si trova tra i due genitori, in una posizione che suggerisce un’azione in divenire.
- I colori degli abiti sono vivaci e brillanti (il blu intenso e il rosso-arancio della Madonna, il giallo-arancio di San Giuseppe), stesi con nettezza e senza sfumature, esaltando il plasticismo e la tridimensionalità delle figure.
- Secondo Piano: San Giovannino:
- Dietro la Sacra Famiglia, oltre un muretto grigio che funge da elemento di separazione, compare San Giovannino. Egli guarda Gesù con un’espressione di profonda devozione, riconoscendo in lui il Redentore. La sua posizione tra la Sacra Famiglia e il gruppo di nudi sullo sfondo è cruciale per la comprensione iconografica dell’opera.
- Terzo Piano: Gli Ignudi e il Paesaggio:
- Sul fondo, appoggiati a un emiciclo di rocce spezzate, si dispiega un gruppo di cinque figure maschili nude, i cosiddetti “ignudi”. Queste figure, con i loro corpi muscolosi e le pose plastiche, sono un “laboratorio anatomico” per Michelangelo, che qui sperimenta la resa del corpo umano in diverse posizioni.
- Dietro gli ignudi, un paesaggio semplice e poco definito si estende in lontananza, con una luce che non crea forti contrasti.
3. Stile e Caratteristiche Artistiche
Il Tondo Doni è un’opera chiave per comprendere l’evoluzione stilistica di Michelangelo pittore.
- Plasticismo Scultoreo: Le figure sono trattate con un forte senso del volume e della tridimensionalità, quasi fossero sculture dipinte. La linea di contorno è netta e decisa, facendo spiccare le figure dal fondo. Questo riflette la convinzione di Michelangelo che la migliore pittura fosse quella che più si avvicinava alla scultura.
- Dinamismo e “Serpentinata”: La composizione è caratterizzata da un movimento elicoidale, in particolare nella torsione della Madonna, che crea un senso di azione in divenire e di energia contenuta. Questo anticipa le forme complesse e dinamiche del Manierismo.
- Uso Innovativo del Colore: Michelangelo sperimenta con colori brillanti e luminosi, stesi in modo netto e senza l’uso dello sfumato leonardesco. Il recente restauro ha rivelato la vivacità originale dei colori, che erano stati offuscati dal tempo. Questa audacia cromatica anticipa le soluzioni che l’artista adotterà nella volta della Cappella Sistina.
- Rifiuto dell’Idealizzazione: Sebbene le figure siano possenti e atletiche, non c’è un’idealizzazione nel senso classico. I corpi sono reali, muscolosi, con una fisicità quasi “terrena” che li rende potenti e autentici.
4. Iconografia e Significato Allegorico
Il Tondo Doni è un’opera ricca di significati allegorici e teologici, che riflettono il pensiero neoplatonico e le discussioni religiose dell’epoca.
- La Transizione dal Paganesimo al Cristianesimo:
- Gli ignudi sullo sfondo simboleggiano il mondo pagano, l’umanità prima della venuta di Cristo, ancora priva della grazia divina e della conoscenza della vera fede. La loro nudità può rappresentare la condizione di innocenza primordiale ma anche la prevalenza del corpo sull’anima e sull’intelletto.
- Il muretto che separa gli ignudi dalla Sacra Famiglia simboleggia la Legge mosaica o il confine tra l’era pagana e quella ebraico-cristiana.
- San Giovannino, posto tra i due mondi, rappresenta il mondo ebraico, il precursore di Cristo, colui che annuncia la nuova era.
- La Sacra Famiglia in primo piano simboleggia il mondo cristiano, l’umanità redenta dalla nascita di Gesù. La famiglia, tema centrale dell’opera, è il nucleo della nuova fede.
- La Salvezza attraverso Cristo: L’intera composizione può essere letta come un percorso dalla condizione di peccato (mondo pagano) alla salvezza attraverso la nascita di Cristo e il Battesimo. Alcune interpretazioni suggeriscono che gli ignudi siano neofiti in attesa del battesimo.
- La Luce Spirituale: La luce che pervade il dipinto non è solo fisica, ma ha una valenza simbolica, spirituale e intellettiva, distinguendo e illuminando i diversi “mondi” rappresentati.
Conclusione
Il Tondo Doni è un’opera straordinaria che testimonia la genialità di Michelangelo non solo come scultore, ma anche come pittore. Con la sua composizione dinamica, il plasticismo delle figure e la vivacità dei colori, il dipinto anticipa le tendenze del Manierismo, pur mantenendo una profonda risonanza spirituale. La sua complessa iconografia, che narra il passaggio dall’era pagana a quella cristiana, rende il Tondo Doni un capolavoro emblematico del Rinascimento fiorentino e un’opera fondamentale per la storia dell’arte occidentale.