
A Elisabetta di Stefano Pianori
28 Dicembre 2019
Argo ed Euriclea, Odissea, XVII, 290-327 e XIX, 349-398
28 Dicembre 2019L’Italia tra le due guerre: storia e letteratura
Il contesto storico (1918-1939)
Il periodo tra la Prima e la Seconda Guerra Mondiale rappresenta per l’Italia un’epoca di profonde trasformazioni politiche, sociali e culturali. Dopo la “vittoria mutilata” della Grande Guerra, il paese attraversò una fase di grave instabilità:
L’ascesa del fascismo
- Il biennio rosso (1919-1920): ondata di scioperi e agitazioni operaie
- La marcia su Roma (ottobre 1922): Mussolini ottiene l’incarico di formare il governo
- Il delitto Matteotti (1924): punto di svolta verso la dittatura
- Le leggi fascistissime (1925-1926): abolizione della libertà di stampa, scioglimento dei partiti, istituzione del Tribunale speciale
Il consolidamento del regime
- I Patti Lateranensi (1929): risoluzione della “questione romana”
- La politica economica: dal liberismo iniziale all’autarchia
- La politica estera: dalla prudenza iniziale all’aggressività (Guerra d’Etiopia, 1935-36)
- Le leggi razziali (1938): emanate sull’onda dell’alleanza con la Germania nazista
La letteratura italiana nel ventennio fascista
La letteratura di questo periodo si sviluppa in un rapporto complesso con il regime, tra consenso, dissenso e “emigrazione interna”.
Le principali correnti letterarie
- Il recupero dell’ordine: dopo le avanguardie del primo Novecento, molti intellettuali cercano un ritorno alla tradizione
- La rivista “La Ronda” (1919-1923): propone un ritorno ai classici e alla prosa d’arte
- Vincenzo Cardarelli: classicismo formale e inquietudine esistenziale
- La prosa d’arte e il frammento
- Emilio Cecchi: raffinata prosa descrittiva
- Giuseppe Antonio Borgese: critico e narratore
- La narrativa tra realismo e introspezione
- Italo Svevo: “La coscienza di Zeno” (1923)
- Luigi Pirandello: teatro e narrativa dell’umorismo e della crisi d’identità
- Alberto Moravia: “Gli indifferenti” (1929), critica della borghesia
- L’ermetismo
- Giuseppe Ungaretti: da “L’Allegria” (1919) al “Sentimento del Tempo” (1933)
- Eugenio Montale: “Ossi di seppia” (1925), “Le occasioni” (1939)
- Salvatore Quasimodo: dalla fase ermetica all’impegno civile
- Gli intellettuali e il fascismo
- Il Manifesto degli intellettuali fascisti (1925): redatto da Giovanni Gentile
- Il Manifesto degli intellettuali antifascisti (1925): risposta di Benedetto Croce
- La rivista “Solaria” (1926-1936): apertura europea e velata opposizione
- Voci del dissenso
- Ignazio Silone: “Fontamara” (1933), pubblicato in esilio
- Carlo Levi: “Cristo si è fermato a Eboli” (scritto 1943-44, pubblicato 1945)
- Cesare Pavese: “Lavorare stanca” (1936)
I grandi temi letterari dell’epoca
- La crisi dell’identità e la frammentazione dell’io
- La maschera pirandelliana
- L’inettitudine sveviana
- La scissione dell’io nei poeti ermetici
- Il rapporto con la modernità
- L’alienazione dell’individuo nella società di massa
- Il progresso tecnologico e la guerra
- La crisi dei valori tradizionali
- L’impegno e il disimpegno
- La letteratura come testimonianza o come rifugio
- Il problema della libertà d’espressione
- La ricerca di un linguaggio cifrato per eludere la censura
- La memoria e il tempo
- Il tempo come durata interiore
- Il recupero del passato
- La memoria come strumento di resistenza
Questo periodo così complesso e contraddittorio ha prodotto alcune delle opere più significative della letteratura italiana del Novecento, testimoniando la vitalità culturale del paese anche sotto il peso della dittatura e preparando il terreno per la successiva letteratura del dopoguerra e del neorealismo.