
In chi
28 Dicembre 2019
Lascia che il mondo rida di te
28 Dicembre 2019✨ Analisi, testo originale latino, trasduzione italiana e accordi del canto liturgico Ubi Caritas
Analisi del canto “Ubi caritas et amor”
Il canto “Ubi caritas et amor, Deus ibi est” affonda le sue radici nei primi secoli del cristianesimo. È un inno semplice, ma di una profondità straordinaria. Viene tradizionalmente intonato durante la liturgia del Giovedì Santo, nella Messa “in Coena Domini”, quando si ricorda l’ultima cena e il gesto della lavanda dei piedi.
Ma, al di là del contesto liturgico, queste parole parlano a ogni tempo e a ogni cuore.
1. La frase che regge tutto
“Ubi caritas et amor, Deus ibi est”
(Dove sono la carità e l’amore, lì c’è Dio.)
Questa breve espressione è l’anima del canto. Non una teoria, non una dottrina, ma una verità semplice e rivoluzionaria. Non si dice che Dio “potrebbe esserci” o “arriverà”, ma che è già presente dove c’è carità e amore autentico. È un’affermazione diretta, limpida, che cambia lo sguardo: cercare Dio non nei luoghi sacri, ma nei gesti sinceri di amore e cura reciproca.
Questa frase si ripete all’inizio e alla fine del canto, come a dire: qualsiasi cosa tu viva, tieni questo come punto fermo.
2. Una comunione radicata nell’amore di Cristo
“Congregavit nos in unum Christi amor”
(L’amore di Cristo ci ha riuniti in uno.)
Questo verso ci ricorda che non siamo insieme per caso, né per simpatia umana, ma per un legame più profondo: l’amore di Cristo. È un amore che unisce, che abbatte barriere, che crea comunione anche tra persone molto diverse. Non è un’unità imposta, ma nata da un dono ricevuto.
3. Gioia, rispetto e amore reciproco
“Exultemus, et in ipso iucundemur.”
(Esultiamo e rallegriamoci in Lui.)
L’unione tra le persone non è tristezza, ma gioia condivisa. Non è solo dovere, ma festa. Questa gioia nasce proprio dal sapere che non siamo soli, che l’amore di Cristo ci abita.
“Timeamus, et amemus Deum vivum.”
(Temiamo e amiamo il Dio vivente.)
Qui il testo introduce un equilibrio importante: timore e amore. Il timore di Dio, inteso non come paura, ma come rispetto profondo, come consapevolezza della sua grandezza e del suo mistero. E insieme a questo, l’amore: non si può davvero amare Dio senza riconoscere la sua alterità, e non lo si può temere nel senso giusto se non lo si ama.
4. Amarsi con cuore sincero
“Et ex corde diligamus nos sincero.”
(E amiamoci con cuore sincero.)
Il canto si chiude con un’esortazione che è anche una sfida: amarsi sinceramente. Non per dovere, non per apparenza, ma “ex corde” – dal cuore. È facile parlare di carità. Molto più difficile è viverla nella verità, soprattutto quando comporta pazienza, perdono, ascolto.
Ma è lì che Dio “ibi est”: non dove tutto è perfetto, ma dove ci si ama davvero.
Conclusione
“Ubi caritas et amor” non è un canto solo da ascoltare: è un programma di vita. È un invito a cercare Dio nei rapporti autentici, nei gesti di cura, nella comunione vera. In un mondo che spesso esalta la competizione, la performance, il controllo, questo testo propone qualcosa di più umano e insieme più divino: l’amore che unisce, che accoglie, che rende visibile Dio stesso.
✨ Testo, spartito ed accordi di Ubi Caritas
Ubi charitas et amor deus ibi est
Ubi charitas et amor deus ibi est
Congregavit nos in unum Christi amor.
Exultemus, et in ipso iucundemur.
Timeamus, et amemus Deum vivum.
Et ex corde diligamus nos sincero.
Ubi charitas et amor deus ibi est