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L’uomo a metà cover

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Pubblicato da Luigi Gaudio su 28 Dicembre 2019
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  • Luigi Gaudio
Uomo a meta’Ã`  cover

La canzone “L’uomo a metà” di Enzo Jannacci è un brano malinconico e riflessivo che esplora i temi della solitudine, del tempo che passa, e della memoria.

Il testo è ricco di immagini evocative e metafore che descrivono la vita di un uomo maturo, ormai segnato dal tempo e dalle esperienze della vita.

Struttura e Stile

La canzone ha una struttura narrativa, con strofe che dipingono diversi momenti e riflessioni della vita del protagonista. Il linguaggio è semplice, ma profondamente evocativo, con versi che spesso contengono verità amare e osservazioni taglienti. Jannacci utilizza un tono quasi confidenziale, come se stesse parlando direttamente all’ascoltatore, rendendo il testo intimamente personale.

Analisi del Testo

La Solitudine e il Tempo

“Sotto la pioggia è inutile il freno / Passano i giorni, ci si parla sempre di meno”: La canzone inizia con l’immagine della pioggia e dell’inutilità del freno sotto di essa. Questo può essere visto come una metafora dell’inevitabilità del tempo che passa e dell’incapacità di fermare il corso degli eventi. Il riferimento al parlare sempre di meno suggerisce un progressivo isolamento, una crescente solitudine che accompagna l’invecchiamento.

“Finisce il lavoro, non c’entra l’età / Di un uomo pulito, diviso a metà”: Qui Jannacci fa riferimento alla fine del lavoro, che potrebbe essere inteso sia letteralmente (il pensionamento) sia metaforicamente (la fine di una fase della vita). L’uomo “diviso a metà” evoca l’idea di una persona che ha vissuto una vita frammentata, forse divisa tra doveri e desideri, tra realtà e sogni infranti.

Il Passato e la Memoria

“Chissà se da giovane ha avuto un amore / Chissà se qualcuno gli ha spezzato il cuore”: Questa riflessione sul passato del protagonista introduce il tema della memoria, che Jannacci descrive come un meccanismo curioso (“Ah, la memoria ha risvolti curiosi”). La memoria è vista come qualcosa di ingannevole, che diventa sempre più difficile da afferrare man mano che si cerca di approfondirla (“Più dentro ci vai, più niente viene di fuori”).

“Dopo i temporali non viene più il sereno / C’è poca minestra vabbè ne faremo a meno”: Questi versi esprimono una rassegnazione alla vita che, dopo tante difficoltà (i temporali), non offre più grandi speranze (il sereno). L’immagine della “poca minestra” è un simbolo di povertà e scarsità, ma c’è anche un accenno di accettazione, come a dire che si imparerà a vivere con meno, a fare a meno delle cose che una volta sembravano indispensabili.

Il Presente e la Vita Quotidiana

“La vita si aggiusta ma non ci saremo / Ore su ore a tirare quel freno”: Qui Jannacci sembra riflettere sul fatto che, anche se la vita si risistema, il protagonista potrebbe non essere più lì a vederlo. L’immagine di “tirare quel freno” potrebbe alludere all’inutile tentativo di fermare il tempo o di prevenire l’inevitabile.

“Là dietro l’angolo non c’è più neanche il sereno”: Questo verso esprime una profonda disillusione, indicando che ormai non ci si aspetta più nulla di buono dietro l’angolo, solo più pioggia e oscurità.

Il Finale e la Riflessione sulla Guerra

“Poco più in alto c’è l’aeroplano / Puzza di guerra neanche tanto lontano”: La canzone si conclude con un riferimento alla guerra, che appare quasi come una minaccia sempre presente, “neanche tanto lontano”. L’aeroplano che vola sopra, mentre l’uomo è solo e perso nei suoi pensieri, rappresenta una realtà più grande e terribile che incombe su tutto, rendendo ancora più tragico il senso di solitudine e impotenza.

“Guarda più in alto che c’è l’aeroplano / Puzza di guerra e noti niente di strano”: Questo finale chiude la canzone su una nota cupa, quasi apocalittica. La “puzza di guerra” suggerisce un mondo in cui la violenza è diventata normale, tanto che non ci si sorprende più.

Significato e Interpretazione

“L’uomo a metà” è una meditazione sulla condizione umana, sulla solitudine che accompagna l’invecchiamento, e sul peso dei ricordi che diventano sempre più sfuggenti e dolorosi. Il protagonista è un uomo che ha vissuto, ha amato, e ha sofferto, ma ora si trova a fare i conti con la realtà di una vita che volge al termine, senza più grandi speranze o illusioni.

La canzone è anche una critica sottile alla società, che sembra ignorare il destino degli uomini “divisi a metà”, lasciandoli soli con le loro riflessioni e le loro paure. Il riferimento finale alla guerra aggiunge una dimensione di inquietudine globale, come se la solitudine e la disperazione del protagonista fossero riflesse in un mondo più grande e altrettanto desolato.

In sintesi, “L’uomo a metà” è una canzone malinconica e profondamente umana, che esplora la fragilità della vita e la difficoltà di trovare senso e conforto in un mondo che sembra sempre più indifferente e ostile.

Testo della canzone

di  Vincenzo Jannacci / Paolo Jannacci

Sotto la pioggia è inutile il freno
Passano i giorni, ci si parla sempre di meno
Finisce il lavoro, non c’entra l’età
Di un uomo pulito, diviso a metà
Chissà se da giovane ha avuto un amore
Chissà se qualcuno gli ha spezzato il cuore
Ah, la memoria ha risvolti curiosi
Più dentro ci vai, più niente viene di fuori
Dopo i temporali non viene più il sereno
C’è poca minestra vabbè ne faremo a meno
Poterla spartire con qualcuno che sai
C’è anche il telefono non si sa mai
La vita si aggiusta ma non ci saremo
Ore su ore a tirare quel freno
E arrivi tardi a una porta sbagliata
La pasta va bene anche un po’ riscaldata
É certo che da giovane ha avuto un amore
Per forza qualcuno gli avrà spezzato il cuore
Ah, la memoria ha risvolti curiosi
Più dentro ci vai più niente viene di fuori
Adesso è sera e l’uomo è da solo
Balla su un disco di musica a nolo
Verrebbe da ridere con gli anni che ha
Come tutti quegli uomini divisi a metà
Dai temporali ormai non piove nemmeno
Là dietro l’angolo non c’è più neanche il sereno
Poco più in alto c’è l’aeroplano
Puzza di guerra neanche tanto lontano
Guarda più in alto che c’è l’aeroplano
Puzza di guerra e noti niente di strano.
di Vincenzo Jannacci / Paolo Jannacci

Audio Lezioni sulla Letteratura del novecento del prof. Gaudio

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