
I componimenti poetici
28 Dicembre 2019
Le strofe e il componimento poetico del sonetto
28 Dicembre 2019✍️ Lettura della poesia “Uomo del mio tempo” di Salvatore Quasimodo, con parafrasi, analisi stilistica, tematiche e commento interpretativo.
✒️ Testo e parafrasi
📝 Testo: Uomo del mio tempo(da Giorno dopo giorno, 1947)
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🔁 ParafrasiSei ancora lo stesso uomo primitivo che usava pietre e fionde per combattere, |
🧩 Analisi stilistica
📐 Schema metrico e stile
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Versi liberi, senza schema fisso di rime o metri tradizionali.
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Tono alto, solenne, tragico.
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Uso insistito dell’anafora (“T’ho visto”), enumerazioni, metafore forti (es. “carro di fuoco”, “meridiane di morte”).
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Lessico crudo e concreto: “sangue”, “ucciso”, “forche”, “tortura”, “cenere”, “cuore”.
🎯 Tematiche principali
🩸 Violenza atavica e ripetizione della storia
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L’uomo moderno, pur dotato di tecnologia avanzata, non è diverso da quello preistorico: continua a uccidere, anzi, con strumenti più distruttivi.
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L’atto originario dell’omicidio (Caino e Abele) è la matrice simbolica della violenza umana, che si perpetua nei secoli.
🧠 Fallimento della ragione scientifica
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La “scienza esatta” si è posta al servizio dello sterminio, priva di valori etici.
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La conoscenza tecnica, separata da amore e spiritualità (“senza amore, senza Cristo”), diventa strumento di morte.
🕊️ Richiamo al futuro: i figli
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L’appello finale ai figli a dimenticare i padri, cioè a spezzare il ciclo dell’odio e della violenza, è un’esortazione etica e pacifista.
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Non si tratta di disprezzare la memoria, ma di interrompere l’eredità di morte.
🧩 Commento interpretativo
Uomo del mio tempo è una poesia potentissima, in cui Salvatore Quasimodo esprime la propria disillusione e condanna morale nei confronti della civiltà moderna, segnata dalla guerra, dallo sterminio, dall’uso aberrante della scienza.
La Seconda guerra mondiale e la bomba atomica sono il contesto storico implicito: l’”uomo del mio tempo” è l’uomo del Novecento, distruttore e autodistruttivo. Ma Quasimodo afferma che questa violenza non è nuova: è scritta nel DNA dell’umanità, a partire dal primo fratricidio della Bibbia.
Il tono è profetico, quasi biblico. L’io poetico, come un testimone universale, attraversa i secoli e osserva l’uomo inchiodato alla sua colpa. L’unica speranza è nei figli, a cui si chiede di ricominciare da zero, dimenticare i padri, spezzare la catena del sangue.