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26 Febbraio 2025Il ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara ha firmato il decreto per la valutazione dei dirigenti scolastici, ponendo il loro contributo al perseguimento dei risultati formativi al centro del controllo. Saranno soppesate, in particolare, le competenze gestionali e organizzative, nonché la capacità di coordinare unitariamente la gestione scolastica.
Si tratta di funzioni tipiche della dirigenza pubblica che, in conformità ai principi delle scienze dell’organizzazione, sono state definite nel decreto legislativo del 2009: “Rafforzare il principio di distinzione tra le funzioni di indirizzo e controllo spettanti agli organi di governo e le funzioni di gestione amministrativa spettanti alla dirigenza”.
Ne consegue che il ruolo primario del dirigente è garantire il funzionamento degli organi collegiali della scuola, affinché assumano pienamente le loro responsabilità nella “progettazione formativa, educativa e dell’istruzione”. Esistono scuole che hanno operato secundum legem? La ricorrente inadempienza dei presidi, che non hanno imposto agli organi collegiali l’esercizio delle loro prerogative fondamentali, ha paralizzato l’istituzione, privandola della capacità di autogovernarsi e d’innovarsi.
Emerge così una contraddizione: il ministro impone criteri di valutazione senza considerare il reale funzionamento del sistema scolastico. Si perpetua così una gestione incoerente, priva di incisività e in contrasto sia con il quadro normativo vigente, sia con i principi dell’evoluzione dei modelli organizzativi.