
Santa Caterina del Sassoballaro
28 Dicembre 2019
Edouard Manet
28 Dicembre 2019La Tebaide di Publio Papinio Stazio: un’epopea di odio fratricida
La Tebaide (in latino: Thebais) è un poema epico in dodici libri, composto dal poeta latino Publio Papinio Stazio (c. 45-96 d.C.) tra l’80 e il 92 d.C. e dedicato all’imperatore Domiziano. L’opera narra la tragica guerra fratricida tra Eteocle e Polinice, figli di Edipo, per il trono di Tebe, una delle saghe più oscure e violente della mitologia greca.
1. L’Autore e il Contesto Storico-Letterario
Publio Papinio Stazio fu un poeta di corte nell’età dei Flavi, un periodo in cui la poesia epica conobbe una notevole fioritura, spesso con l’intento di celebrare le gesta imperiali. Stazio, originario di Napoli e figlio di un grammatico, si distinse per la sua abilità retorica e la sua erudizione mitologica. Oltre alla Tebaide, compose l’Achilleide (un poema epico incompiuto) e le Silvae (una raccolta di poesie d’occasione).
La Tebaide si inserisce nella tradizione dell’epica latina, avendo come modello principale l’Eneide di Virgilio, a cui Stazio si ispira con umile rispetto, ma anche con la volontà di esplorare temi e stili propri. A differenza di Virgilio, che celebra la fondazione di Roma e i valori della pietas, Stazio si concentra su un mito di distruzione e odio, riflettendo forse le inquietudini e le contraddizioni del suo tempo.
2. La Trama: Una Spirale di Violenza e Fato
Il poema, lungo quasi diecimila esametri (una lunghezza simile all’Eneide), si concentra sulla saga tebana, in particolare sul conflitto tra i figli di Edipo:
- L’Antefatto: La Maledizione di Edipo: Il poema si apre con la maledizione lanciata da Edipo sui suoi figli Eteocle e Polinice, dopo che questi lo hanno offeso. La maledizione condanna i fratelli a dividere il regno con la spada, preannunciando la loro tragica fine.
- La Rivalità e l’Esilio di Polinice: Eteocle e Polinice avevano concordato di alternarsi sul trono di Tebe, regnando un anno ciascuno. Tuttavia, Eteocle, dopo il suo turno, si rifiuta di cedere il potere, costringendo Polinice all’esilio.
- Polinice ad Argo e la Spedizione dei Sette: Polinice si reca ad Argo, dove viene accolto dal re Adrasto. Qui sposa la figlia di Adrasto e stringe alleanza con altri sei eroi (Tideo, Anfiarao, Capaneo, Ippomedonte, Partenopeo e lo stesso Adrasto), formando la spedizione dei “Sette contro Tebe”. L’obiettivo è riconquistare il trono per Polinice.
- Il Viaggio e le Profezie: Durante il viaggio verso Tebe, i Sette affrontano varie peripezie e ricevono oscure profezie, in particolare da Anfiarao, che è consapevole del suo destino di morte.
- L’Assedio di Tebe: La guerra è lunga e sanguinosa, caratterizzata da duelli feroci, interventi divini e atti di eroismo e crudeltà. Stazio si sofferma su dettagli macabri e orripilanti, evidenziando la mostruosità della guerra fratricida.
- Il Duello Finale: Il culmine della tragedia è il duello tra Eteocle e Polinice, che si uccidono a vicenda, realizzando la maledizione paterna. L’odio tra i fratelli è così profondo che, persino sul rogo funebre, le loro fiamme si dividono.
- La Proibizione della Sepoltura e l’Intervento di Antigone: Dopo la morte dei fratelli, Creonte, nuovo sovrano di Tebe, proibisce la sepoltura dei nemici, in particolare di Polinice. Antigone, sorella dei due, sfida l’editto per dare degna sepoltura al fratello, un atto di pietas che la porterà alla morte (sebbene la Tebaide si concluda in modo leggermente diverso rispetto alla tragedia sofoclea).
- L’Intervento di Teseo: Il poema si conclude con l’intervento di Teseo, re di Atene, che marcia su Tebe, sconfigge Creonte e permette la sepoltura dei caduti argivi, riportando un parziale ordine nella città.
3. Temi Principali
La Tebaide esplora una serie di temi complessi e spesso oscuri:
- L’Odio Fratricida e la Follia: Il tema centrale è l’odio irrazionale e distruttivo tra Eteocle e Polinice, che trascina un’intera città nella rovina. La follia (o furor) è una forza dominante che pervade i personaggi e le loro azioni.
- Il Fato e la Maledizione: La maledizione di Edipo è una forza ineluttabile che guida gli eventi, mostrando un destino tragico da cui i personaggi non possono sfuggire. Il ruolo degli dei è spesso quello di assecondare o accelerare questa spirale di violenza.
- La Crudeltà e l’Orrore della Guerra: Stazio non edulcora gli orrori del conflitto, descrivendo scene di violenza estrema, mutilazioni e sofferenze, con una predilezione per il macabro e il patetico.
- Il Potere e la Tirannia: Il poema indaga la natura distruttiva del potere quando è animato da ambizione sfrenata e tirannia, come nel caso di Eteocle e Creonte.
- La Pietas e l’Umanità: Nonostante la violenza dominante, emergono anche atti di pietas e umanità, come il gesto di Antigone, che si oppone alla barbarie per difendere i valori sacri della sepoltura e dell’affetto familiare.
4. Stile e Caratteristiche Letterarie
Lo stile di Stazio nella Tebaide è caratterizzato da:
- Retorica e Patetismo: Il linguaggio è spesso enfatico e iperbolico, con una forte enfasi sul patetismo e sulla drammaticità delle situazioni.
- Erudizione Mitologica: Il poema è ricco di riferimenti alla mitologia greca, dimostrando la vasta conoscenza dell’autore.
- Descrizioni Dettagliate: Stazio si sofferma su descrizioni vivide e dettagliate, in particolare quelle delle battaglie e delle sofferenze.
- Influenza di Virgilio e Lucano: Se da un lato Stazio si rifà alla grandezza formale di Virgilio, dall’altro mostra affinità con Lucano (autore della Pharsalia), in particolare nella tendenza a insistere su particolari orripilanti e nel tono cupo e pessimista.
5. L’Eredità e l’Importanza Letteraria
La Tebaide di Stazio, pur non avendo goduto della stessa fama dell’Eneide nell’antichità, ebbe un notevole successo nel Medioevo e influenzò diversi autori successivi.
- Riscoperta Medievale: Nel Medioevo, Stazio fu letto e ammirato, tanto da essere inserito da Dante Alighieri nel Purgatorio della Divina Commedia (canti XXI e XXII), dove il poeta latino confessa di essersi convertito al cristianesimo grazie alla lettura di Virgilio e di aver nascosto la sua fede. Questa “conversione” di Stazio è una finzione dantesca, ma testimonia l’alta considerazione di cui godeva il poeta.
- Influenza su Autori Successivi: La Tebaide influenzò opere medievali e rinascimentali, fornendo modelli per la narrazione epica e per la rappresentazione di personaggi tragici e di scene di battaglia.
- Riflessione sulla Condizione Umana: L’opera di Stazio, con la sua esplorazione del lato più oscuro dell’animo umano e delle conseguenze della violenza, rimane una potente riflessione sulla condizione umana e sulle forze distruttive che possono animare le relazioni.
Conclusione
La Tebaide di Publio Papinio Stazio è un’opera epica di grande forza e complessità, che si distingue per il suo tono cupo, la sua predilezione per il macabro e la sua profonda indagine sull’odio fratricida e sul fato ineluttabile. Pur non raggiungendo la perfezione formale e l’equilibrio dell’Eneide, il poema di Stazio offre una visione potente e spesso perturbante della mitologia greca, consolidando il suo posto come una delle voci più significative dell’epica latina imperiale e come fonte di ispirazione per la letteratura successiva.