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28 Dicembre 2019
La Prima guerra punica e la pace precaria
28 Dicembre 2019Il II secolo a.C. fu un’epoca di profonde e spesso traumatiche trasformazioni per la società romana.
Dopo le vittorie decisive nelle Guerre Puniche e l’inizio dell’espansione nel Mediterraneo orientale, Roma si trovò a gestire un impero vastissimo e una ricchezza senza precedenti. Tuttavia, questa grandezza portò con sé una serie di squilibri sociali ed economici che misero a dura prova le strutture della Repubblica, creando una “società sottosopra” che prefigurò le grandi crisi del secolo successivo.
1. La Crisi della Piccola Proprietà Contadina e l’Esercito
Il pilastro della Repubblica Romana era il piccolo proprietario terriero, che costituiva la base della fanteria legionaria (la spina dorsale dell’esercito romano). Nel II secolo a.C., questo ceto entrò in una crisi irreversibile:
- Lunghe Guerre e Lontananza dai Campi: Le guerre di conquista, in particolare la Seconda Guerra Punica (con l’invasione di Annibale) e le guerre in Oriente, furono lunghissime e tennero i cittadini-soldati lontani dai loro campi per anni. Molti tornarono a casa trovando le loro terre incolte, rovinate dalla guerra, o impossibilitati a riavviare la produzione.
- Concorrenza del Grano Provinciale e della Manodopera Schiavile: L’afflusso di grano a basso costo dalle province (specialmente Sicilia e Africa) e la disponibilità di un’enorme quantità di schiavi (provenienti dalle conquiste) resero la piccola produzione agricola italica non competitiva. I grandi proprietari terrieri potevano contare su manodopera gratuita, abbassando i costi e rendendo difficile per i piccoli agricoltoli competere.
- Aumento del Proletariato Urbano: Molti contadini, incapaci di sostenersi, furono costretti a vendere le loro terre ai grandi proprietari e a migrare a Roma, ingrossando le fila del proletariato urbano (proletarii), una massa di cittadini nullatenenti che viveva di espedienti o di distribuzioni statali (il “panem et circenses”). Questo creò problemi di ordine pubblico e un potenziale bacino di manovra politica per demagoghi.
- Crisi dell’Esercito Cittadino: La scomparsa dei piccoli proprietari terrieri minava il sistema di reclutamento dell’esercito, che si basava sul censo (solo chi possedeva un minimo di proprietà poteva arruolarsi nella legione). Roma rischiava di non avere più abbastanza cittadini arruolabili, mettendo a rischio la sua forza militare.
Il contadino romano, che era anche il soldato, figura chiave della Repubblica in crisi.
2. La Crescita dei Latifondi e il Potere dell’Oligarchia Senatoriale
L’altra faccia della medaglia fu l’enorme arricchimento della nobiltà senatoria e di altri ceti abbienti:
- Acquisizione dell’Ager Publicus: Le terre conquistate (l’ager publicus, “territorio pubblico”) avrebbero dovuto essere distribuite ai cittadini. Invece, gran parte di esse fu occupata illegalmente o affittata a prezzi simbolici ai grandi proprietari terrieri, che le unirono alle loro proprietà, formando vasti latifondi.
- Accumulo di Ricchezza e Schiavi: Le guerre portarono a Roma ingenti quantità di bottino, indennità di guerra e, soprattutto, milioni di schiavi. Questa manodopera a costo zero fu impiegata massivamente nei latifondi, aumentando la ricchezza di pochi e aggravando la crisi dei piccoli agricoltori liberi.
- Potere Politico Concentrato: L’oligarchia senatoria, composta dalle famiglie più antiche e ricche, continuava a dominare le magistrature e il Senato, monopolizzando il potere politico e proteggendo i propri interessi economici.
Una vasta proprietà terriera (latifondo) romana, lavorata da schiavi, simbolo delle nuove disuguaglianze.
3. L’Ascesa dei Cavalieri (Equites)
Un altro importante cambiamento sociale fu l’emergere del ceto equestre (equites), un nuovo gruppo sociale ed economico:
- Origini: Originariamente l’ordine equestre era costituito da cittadini che possedevano il censo per servire in cavalleria. Nel II secolo a.C., divenne un ceto di uomini d’affari, banchieri, appaltatori pubblici (publicani) e commercianti, che accumularono immense fortune grazie alle conquiste e all’amministrazione delle province.
- Conflitto di Interessi con il Senato: I cavalieri erano formalmente esclusi dalle cariche politiche di alto livello (riservate ai senatori), ma desideravano un maggiore peso politico. Spesso entravano in conflitto con i senatori, soprattutto per la gestione delle province (dove i cavalieri riscuotevano le tasse e i senatori governavano, dando luogo a fenomeni di corruzione che i cavalieri stessi dovevano denunciare in tribunale). Questa tensione tra optimates (fazione legata agli interessi del Senato) e populares (fazione che cercava il sostegno della plebe e dei cavalieri) avrebbe caratterizzato la politica romana del secolo successivo.
Un cavaliere romano (eques), rappresentante del nuovo ceto di imprenditori e finanzieri.
4. La Questione Italica: I Diritti degli Alleati
Un’altra fonte di grave tensione fu la “questione italica”:
- Contributo Militare: I popoli italici, legati a Roma da trattati di alleanza, avevano fornito un contributo fondamentale alle guerre romane (specialmente contro Annibale), subendo pesantissime perdite in vite umane e risorse.
- Mancanza di Diritti: Nonostante il loro sacrificio, gli alleati italici non godevano della piena cittadinanza romana. Erano esclusi dalla partecipazione politica, non avevano accesso all’ager publicus e si sentivano trattati come subordinati.
- Richieste di Cittadinanza: Nel II secolo a.C., la richiesta di ottenere la cittadinanza romana divenne sempre più pressante, ma fu osteggiata dal Senato e spesso anche dalla plebe romana (che temeva di vedere diluiti i propri diritti e benefici).
5. Il Clima Sociale e Politico: Verso la Crisi
In sintesi, la società romana del II secolo a.C. era un vero e proprio “melting pot” di nuove ricchezze e nuove povertà, di vecchie gerarchie e nuove spinte sociali:
- Disuguaglianze Crescenti: Il divario tra ricchi e poveri si acuì drammaticamente. La nobiltà e i cavalieri accumulavano immense fortune, mentre i piccoli agricoltori si impoverivano e i proletari urbani crescevano.
- Tensioni e Conflitti: Le tensioni tra le classi sociali (Senato vs. Cavalieri, Patrizi vs. Plebei ricchi, Cittadini vs. Italici, Ricchi vs. Poveri) divennero sempre più acute, senza che le istituzioni repubblicane, pensate per una città-stato e non per un impero, riuscissero a gestirle efficacemente.
- Corruzione: L’enorme afflusso di ricchezze e il potere nelle province alimentarono fenomeni di corruzione e malgoverno, che minavano la moralità pubblica e l’integrità del sistema.
Questo stato di “società sottosopra” creò il terreno fertile per le riforme dei Gracchi (Tiberio e Gaio), che, pur nel loro fallimento, tentarono di affrontare queste profonde problematiche e diedero il via a un secolo di guerre civili che avrebbero scosso la Repubblica fino alle sue fondamenta.
La Via Appia, arteria vitale di Roma, che vedeva scorrere la nuova ricchezza e la crescente complessità sociale.