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16 Luglio 2021L’uomo è un essere che vaga tra la maschere di se stesso, ed e’ continuamente alla ricerca di un’immagine migliore di sé.
Ma la domanda che mi pongo e’ questa: “Che ruolo puo’ assumere la maschera nella nostra quotidianita’? ….vorrei soltanto riflettere sul percorso che ho fatto in questi tre anni e che mi ha condotto qui oggi .
Un percorso che mi ha insegnato innanzitutto a pensare, a ragionare, a trarre conclusioni, a costruire quel “bagaglio” che fara’ parte di me e che ha fatto di me un adolescente forse un pochino piu’ pronto ad affrontare il mondo che sta fuori. Ad affrontarlo come cittadino non solo italiano, ma anche “europeo” . Perche’ ho scelto questo tema?
Perche’ credo che la maschera fa parte dell’esperienza dell’uomo, la maschera e’ il nascondiglio del nostro vero essere; la maschera non e’ soltanto il trucco degli attori che recitano su un palco, ma e’ anche un trucco usato da tutti noi, in ogni momento della giornata, nel relazionarci con gli altri. Cosi, indossiamo la maschera di studente, di figlio, di insegnante, di amico. Ma indossare la maschera non significa essere falsi, significa che fin dalla nostra nascita, abbiamo dei ruoli, alcuni scelti da noi, e altri no.
La domanda che mi pongo e’ questa: siamo davvero sempre…. e in ogni occasione ….spontanei e autentici? (Falcone, Borsellino, Malala, Ghandi…).
Allora l’uomo ha davanti a se solo due strade: o sceglie l’ipocrisia, ossia l’adeguamento passivo al suo essere una maschera, oppure si “guarda vivere” , diventa una maschera nuda che vive consapevolmente e ironicamente la scissione tra vita e forma. I personaggi di Pirandello, per esempio, scelgono la seconda strada, sono sempre solitari e parlano con se stessi, è come se uscissero da se stessi per vedersi dal di fuori per comprendere meglio il contrasto tra la vera vita e la maschera (pensiamo a Mattia Pascal che alla fine e’ costretto a:” vedersi vivere” ).
Lo stesso MONTALE ha scritto: “Chissà se un giorno butteremo le maschere che portiamo sul volto senza saperlo” .
Ecco perche per noi è tanto difficile identificare gli uomini che incontriamo. Forse fra i tanti, fra i milioni c’è quello in cui viso e maschera coincidono, mi riferisco a coloro che scelgono di essere autentici, veri! Come Malala per esempio o Ghandi o Mandela, Falcone , Borsellino…..
Essere totalmente se stessi resta comunque un obiettivo difficile da raggiungere, per cui la relazione tra l’essere e l’apparire deve raggiungere un equilibrio e impedire che l’essere non sia sopraffatto dall’apparire. O meglio, ciò che di autentico c’e’ in noi non sia sopraffatto dalla maschera che la societa’ ci impone.
EBBENE RIFLETTO: Vale la pena privarsi della maschera? Io non lo so. La verità è che ci costruiamo un’immagine da mostrare, qualcosa che non sempre corrisponde a come vogliamo essere, e rendersene conto è difficile e il prezzo da pagare è alto. Come fare a scrollarsi di dosso qualcosa che ci siamo cuciti sulla pelle noi stessi con le nostre mani? E chi si mostra così, senza maschere, com’è davvero, ci appare troppo diverso e noi troppo ciechi per vederlo .
STORIA. I regimi totalitari:
Beh…..la realta’ non e’ sempre così facile da scoprire. Spesso, nel corso della storia, i potenti della Terra hanno manipolato la realtà per creare un’apparenza strumentale al proprio progetto politico, ossia come strumento al fine di raggiungere un obiettivo. Mussolini per esempio si rappresentò come la “reincarnazione dell’imperatore romano”. Tale maschera venne costruita mediante fotografie, che ritraevano il Duce a cavallo in atteggiamenti fieri ed imponenti, rimandanti alle immagini di Roma.
Ora rifletto: Così come l’Ottocento è stato definito il secolo delle rivoluzioni, il Novecento è passato alla storia come il secolo dei regimi totalitari. Il totalitarismo è una forma contemporanea di dittatura nella quale lo Stato controlla non solo l’aspetto politico ed economico, ma quasi ogni aspetto della vita di un individuo: I regimi totalitari vogliono impadronirsi delle coscienze dei cittadini, annullando quell’originalita’ presente in ciascuno di noi.
Allora se così stanno le cose io ho compreso che i cittadini diventano dei soldati e il loro compito è quello di servire la nazione. Obbligatoria è la frequenza a riti e parate poiché il totalitarismo, non si accontenta di reprimere e dominare, ma richiede la partecipazione del popolo. Il Totalitarismo vuole il consenso delle masse, vuole modificare la realtà per ricrearla secondo gli assunti dell’ideologia. Mascherare la realta’.
Quali sono stati i regimi totalitari del novecento e in che modo queste dittature riuscirono a mantenere il potere anche quando le cose andavano male?
Il fascismo, il nazismo e lo stalinismo sono state le tre grandi dittature del novecento e alla guida di questi regimi ci sono stati personaggi che hanno abilmente sfruttato carisma e violenza, riuscendo ad organizzare il consenso del popolo e a reprimere il dissenso così da mantenere il potere a lungo. Questi regimi hanno manipolato memoria e informazione, nascondendo le cattive notizie e mettendo in luce solo alcuni aspetti di ciò che accadeva, operando un vero e proprio “lavaggio del cervello” mediante il quale assoggettavano al proprio volere le coscienze del popolo dominato.
Infatti Mussolini, Hitler e Stalin basarono il loro potere manipolando le masse.
Lo stesso Hitler affermava: “Le masse sono abbagliate più facilmente da una grande bugia che da una piccola bugia” .
O ancora: “Regimi democratici possono essere definiti quelli nei quali di tanto in tanto si dà al popolo l’illusione di essere sovrano” (Mussolini).
I totalitarismi del novecento cominciarono a costruire miti sempre nuovi come: la superiorità della razza ariana che giustificava il disprezzo del popolo tedesco nei confronti delle razze considerate inferiori o il ritorno agli antichi fasti dell’Impero romano per giustificare la politica espansionistica di Mussolini.
Ora, quello che tiene unito il popolo è la figura di un grande leader. Il popolo lo adora, lo sente onnipotente, lo teme ma al tempo stesso si sente protetto da lui.
Da qui il duce diventa l’uomo della provvidenza. Il “Mein Kampf” ( la mia battaglia) di Hitler diventa la bibbia del nazismo, mentre Stalin è il batiuska , il piccolo padre per tutti i proletari. Così, Gli autori dei grandi misfatti (gli autori dell’olocausto per esempio) non si sentirono così responsabili del male commesso, dicendo di aver eseguito solo degli ordini. Infatti l’obbedienza era inculcata come la prima delle virtù, nelle scuole totalitarie.
La completa adesione del popolo all’ideologia del regime fu resa possibile grazie alla propaganda, ossia la disseminazione di idee ed informazioni con lo scopo di indottrinare le masse. La propaganda è lo strumento di cui il movimento totalitario si serve per trasformare la natura dell’uomo. Tramite la propaganda è possibile influenzare gli uomini, manipolando i meccanismi del loro comportamento. Le ragioni del successo di Hitler e Mussolini sono da ricercare , oltre che in fattori di carattere storico e sociologico, proprio nel fatto di aver utilizzato le tecniche della propaganda per la prima volta in modo coerente ed organizzato.
LA PROPAGANDA FASCISTA..
I Giornali dovevano infondere ottimismo, fiducia e sicurezza nell’avvenire eliminando le notizie allarmistiche, pessimistiche, catastrofiche, deprimenti.
La stampa fu censurata.
Il mezzo fotografico consentiva di confermare le eccellenti qualità fisiche del perfetto fascista: fisico ben allenato, volto sbarbato, vita attiva e sportiva, modo di camminare sicuro, movimenti veloci e scattanti, modo di salutare del tutto particolare con braccio e mano tese in avanti, il cosiddetto saluto romano, obbligatorio durante le parate e le circostanze ufficiali.
Non e’ forse quello che ha fatto Hitler? Mi pongo una domanda:
Non ha forse Hitler mostrato una Germania forte , economicamente solida, coerente e pronta ad annientare il resto del mondo quando al contrario la Germania usciva distrutta dalla Prima guerra Mondiale ? mi spego meglio: 4 Novembre 1918: la Prima Guerra Mondiale era finita. La Germania era sconfitta. Furono giorni di disperazione, di sbigottimento, di rancore che gettarono il paese in una profonda crisi economica, con una crescente poverta’ e un forte disagio diffuso tra la popolazione.
5 agosto 1920 nasce il partito nazionalsocialista, con un programma preciso:
Lotta alla democrazia, desiderio di rivincita della Germania contro gli stati che l’avevano sconfitta, razzismo e antisemitismo.
Vorrei ricordare pero’ che l’antisemitismo e’ un tipo di razzismo che implica il disprezzo e l’odio verso gli ebrei, cui sono attribuite specifiche caratteristiche negative. Ma attenzione: non c’e’ nessuna basse scientifica perche’ in realta’ l’antisemitismo nasce dalla volonta’ di distruggere un gruppo di individui ritenuti dannosi e nemici della societa’. Negli ebrei (afferma Hitler) sono concentrati tutti i mali della societa’ come il giudaismo e la lebbra. Dal giudaismo nascono idee dannose afferma Hitler , quali la democrazia e il socialismo.
Hitler ha scritto nel Mein Kampf: “Il mondo non e’ regolato dall’uguaglianza, ma dalla competizione tra gli uomini, dalla lotta per la sopravvivenza dove i piu’ forti (superuomini) combatteranno contro le “masse brute” .
E ancora: “La razza ariana, cioe’ la razza tedesca, e’ l’unica pura e deve combattere con ogni mezzo per salvaguardare la sua integrita’ e perfezione” ! ..e poiché la razza ariana e’ superiore a qualsiasi altra, il suo destino sara’ quello di conquistare il ruolo di dominatrice del mondo che le spetta per diritto di sangue.
Pertanto, la Germania potra’ risollevarsi soltanto affidandosi a un capo assoluto: il Fuhrer (la guida).
Un regime totalitario come quello inteso da Hitler, mussolini o stalin può avere una sola guida, un solo partito, un solo capo carismatico. La volontà del capo è anche superiore al credo ideologico, poiché quest’ultimo puo’ essere revisionato, la volonta’ del capo no. Il suo dominio e’ incontrastato, non esiste limite al suo potere, spesso agevolato, per timore oppure per calcolo, dai suoi più stretti collaboratori.
Per far si che l’adesione all’ideologia sia totale, il regime totalitario si avvale della politica del terrore: chiunque, pur non manifestando atteggiamenti ostili nei confronti del regime, ma solo per il fatto di appartenere ad un determinato gruppo, etnia o solo per avere un determinato orientamento politico, può essere arrestato, processato, incarcerato o addirittura eliminato fisicamente.
La propaganda era parte significativa di un’azione che iniziava nella scuola. I vari “figli della lupa” , i balilla, etc.” avevano una loro divisa ed una loro collocazione non solo scolastica ma sociale. Nei testi scolastici veniva scritto: “Obbedite perché dovete obbedire”.
Gli intellettuali, docenti delle Scuole e delle Università venivano “reclutati” ed iscritti al Partito Fascista. La non iscrizione o il rifiuto della tessera del fascio costituiva la condizione del licenziamento. Anche questa fu violenza!.
Vi fu quindi un drastico annullamento della volontà individuale per esaltare il sacrificio e la sottomissione alla volontà del capo, per il bene della patria.
Hitler era dello stesso avviso di Mussolini quando asseriva: “Le masse capiscono a fatica e lentamente, mentre dimenticano con facilità. Pertanto la propaganda efficace deve limitarsi a poche parole d’ordine, martellate ininterrottamente, finchè entrino in quelle teste e vi si fissano saldamente. (Hitler)
E qui mi soffermo per un attimo:
Non e’ forse questo un tentativo di mascherare la realta’ per un fine personale? Ossia privare l’uomo della sua liberta’ di pensiero?.. E allora mi chiedo: quanto questi cittadini erano davvero liberi?
Di certo Hitler e’ stato un grande oratore perche’ e’ riuscito a indottrinare migliaia di uomini solo con una grande abilita’: la parola. Egli stesso afferma:
“Tutti i grandi movimenti devono la loro origine a grandi oratori” (Hitler).
E’così che la dottrina del regime penetrava nelle menti degli individui.
Alcuni degli slogan del fascismo e del nazismo venivano continuamente ripetuti dalla stampa di regime e si trovavano anche sui muri di case, palazzi, città e paesi, nei cartelloni pubblicitari e così via. Ecco di seguito ciò che egli afferma in proposito:
“Un popolo, un impero, un capo” … “Annientare una vita senza valore non comporta alcuna colpa” .
?Credere, obbedire, combattere
Il regime fascista guidava gli Italiani verso ideali come: l’eroismo, il nazionalismo, il patriottismo, il militarismo e l’autoritarismo. L’obiettivo era quello di creare un nuovo tipo d’uomo, destinato a guidare l’Italia e Roma verso nuovi fasti imperiali. La propaganda politica, inoltre, dipingeva gli ebrei come la causa e come lo specchio dei mali della società, rendendoli bersaglio dell’odio sociale. Gli ebrei, in seguito alle leggi razziali del 1938, furono esclusi dagli incarichi pubblici, venne loro proibito di possedere terre. Vennero, infine imposti la separazione razziale nelle scuole e il divieto per gli ebrei di iscriversi all’università. Una funzione importante nella “fascistizzazione” del paese fu svolta da alcuni organismi del partito, come l’Opera nazionale, il dopolavoro e le organizzazioni giovanili che indottrinavano i giovani tra i 12 e i 18 anni all’ideologia del fascismo. Il fascismo cercò il consenso anche attraverso intellettuali di rilievo. Una parte del mondo della cultura aderì al fascismo attraverso l’ingresso nell’Accademia d’Italia: è il caso di Pirandello, che si iscrisse al partito fascista dopo il delitto Matteotti. Il fascismo non accettava la libertà d’opinione e perseguì tutti coloro che non si allineavano al suo pensiero politico.
Quali sono stati i regimi totalitari del novecento e in che modo queste dittature riuscirono a mantenere il potere anche quando le cose andavano male?
Gli storici sono quasi del tutto unanimi quando dicono che il fascismo, nazismo e stalinismo sono state le tre grandi dittature del novecento e alla guida di questi regimi ci sono stati personaggi che hanno abilmente sfruttato carisma e violenza, e sono riusciti ad organizzare il consenso e reprime il dissenso così da mantenere il potere a lungo. Questi regimi hanno operato una manomissione completa della memoria e dell’informazione, celando le cattive notizie e mettendo in luce solo alcuni aspetti di ciò che accadeva operando un vero e proprio lavaggio del cervello mediante il quale assoggettavano al proprio volere le coscienze del popolo dominato.
Mussolini, Hitler e Stalin basarono il loro potere sulla capacità di controllare e manipolare le masse. La società di massa è infatti una condizione necessaria per l’instaurazione di un regime totalitario. Per massa si intende “una grande quantità indistinta di persone che agisce in maniera uniforme” , un nuovo tipo di aggregato sociale che raccoglie la stragrande maggioranza della popolazione nato agli inizi del ‘900 a seguito alla progressiva industrializzazione, alla rivoluzione dei trasporti e dei nuovi strumenti di produzione.