
Chiesa di Santa Maria delle Grazie
10 Marzo 2019
Imperialismo
10 Marzo 2019Arthur Schopenhauer, uno dei principali esponenti del pessimismo filosofico, descrive la condizione umana come un’esistenza oscillante tra due stati inevitabili: sofferenza e noia. Questa visione emerge dalla sua concezione centrale della volontà di vivere (Wille zum Leben), un principio metafisico che spinge incessantemente gli individui a desiderare e agire, condannandoli a un perpetuo stato di insoddisfazione.
Sofferenza: il desiderio inappagabile
Schopenhauer sostiene che la vita è caratterizzata dal desiderio incessante, che è il motore della volontà di vivere. Tuttavia, il desiderio è intrinsecamente doloroso perché implica una mancanza, uno stato di bisogno che genera sofferenza. Anche quando un desiderio viene soddisfatto, la soddisfazione è temporanea, poiché nuovi desideri sorgono immediatamente, perpetuando il ciclo del dolore. In questa dinamica, l’essere umano è condannato a un’esistenza in cui il piacere è solo un breve sollievo dal continuo tormento.
Un esempio di questo principio si trova ne Il mondo come volontà e rappresentazione, dove Schopenhauer paragona la vita a un pendolo che oscilla tra dolore (desiderio insoddisfatto) e noia (assenza di desiderio). La sofferenza è quindi inevitabile nella condizione umana, poiché la volontà, essendo cieca e irrazionale, ci spinge costantemente a volere ciò che non possiamo avere o che, una volta ottenuto, perde il suo valore.
Noia: l’assenza di stimoli
Quando i desideri sono soddisfatti o quando la volontà temporaneamente si placa, si crea un vuoto che porta alla noia. La noia rappresenta l’altra faccia della sofferenza: se il desiderio causa dolore, la sua assenza genera un senso di vuoto esistenziale, che è altrettanto insopportabile.
Schopenhauer osserva che gli esseri umani cercano costantemente distrazioni per sfuggire alla noia, ricorrendo all’intrattenimento, al lavoro o ad altre attività. Tuttavia, queste distrazioni non eliminano il problema fondamentale, ma semplicemente lo mascherano. Per Schopenhauer, la noia è una conseguenza diretta del fatto che la vita, in sé, non ha un significato intrinseco e che ogni soddisfazione è destinata a lasciare l’individuo insoddisfatto.
Un circolo vizioso: la condizione umana
L’oscillazione tra sofferenza e noia, per Schopenhauer, è la condizione inevitabile di ogni essere umano. La volontà di vivere ci condanna a questo ciclo senza possibilità di redenzione definitiva. Egli sottolinea che la vita stessa è strutturata in modo tale da impedire una felicità duratura:
- Quando desideriamo, soffriamo.
- Quando otteniamo ciò che desideriamo, ci annoiamo.
Questo circolo vizioso rappresenta, secondo il filosofo, la tragedia fondamentale dell’esistenza.
Vie di fuga: dall’arte all’ascesi
Nonostante questa visione estremamente pessimistica, Schopenhauer non è del tutto privo di soluzioni. Egli suggerisce alcune modalità per sfuggire, almeno temporaneamente, al ciclo di sofferenza e noia:
- L’arte: Attraverso la contemplazione estetica, è possibile distaccarsi dalla volontà e percepire il mondo in modo disinteressato, trovando un momento di sollievo. La musica, in particolare, ha un ruolo privilegiato, poiché rappresenta direttamente la volontà senza mediazioni.
- La compassione: La comprensione della sofferenza universale può portare a un atteggiamento di empatia e solidarietà verso gli altri, mitigando il dolore personale.
- L’ascesi: Rinunciando ai desideri e negando la volontà, l’individuo può sperimentare una liberazione più duratura. Questo ideale ascetico, influenzato dalle filosofie orientali, è visto come il mezzo per sfuggire definitivamente al ciclo della volontà.
Conclusione
In Schopenhauer, sofferenza e noia non sono semplicemente stati d’animo, ma elementi strutturali della condizione umana, derivanti dalla natura stessa della volontà. La sua filosofia offre una visione cruda e inesorabile dell’esistenza, ma al contempo invita a riflettere su come possiamo affrontare e, in qualche misura, trascendere queste inevitabili dinamiche della vita.
torna all’introduzione e indice della tesina La condizione umana in Leopardi di Alberto Bairati
Indice della Tesina – Esame di Stato II ciclo 2002
Alberto Bairati
- Giacomo Leopardi: la santificazione di un’esistenza
- Arthur Schopenhauer: tra dolore e noia
- Schopenhauer e Leopardi: confronto diretto
- Considerazioni su altri intellettuali: Giovanni Pascoli
- Man and the natural world in English Literature : Wordsworth & Coleridge