
Francesco Avolio
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Analisi del racconto “Il ladro” di Robley Wilson, pubblicato originariamente nel 1972.
Introduzione
“Il ladro” è un racconto dello scrittore statunitense Robley Wilson, noto per il suo stile raffinato e la capacità di esplorare la psicologia umana attraverso situazioni quotidiane, spesso cariche di tensione morale e ambiguità. Il racconto affronta il tema della colpa, della giustizia e dell’identità attraverso la figura di un uomo che si introduce nelle case altrui non tanto per rubare beni materiali, quanto per appropriarsi di momenti di vita degli altri.
Riassunto dettagliato
Il protagonista è un ladro atipico: non si interessa tanto agli oggetti di valore, ma è affascinato dalla vita delle persone che deruba. Si muove con discrezione, osserva le fotografie, sfoglia libri, a volte sposta piccoli oggetti, come se volesse lasciare un segno della sua presenza senza però arrecare danni reali.
Una notte entra in una casa che lo colpisce particolarmente. Mentre esplora le stanze, si sofferma sulle tracce di una vita familiare: lettere lasciate su un tavolo, profumi, l’ordine quotidiano degli oggetti. Questo mondo così intimo gli suscita un senso di nostalgia e desiderio, come se, più che rubare, volesse appartenere a quella realtà.
Ma l’illusione di invisibilità svanisce quando la padrona di casa si sveglia e lo sorprende. Il momento è carico di tensione: i loro sguardi si incrociano, e in quell’istante il ladro si sente più vulnerabile che mai. Lei non grida, non reagisce con violenza, ma rimane immobile, scrutandolo. È un confronto silenzioso, in cui il ladro avverte per la prima volta il peso della sua esistenza precaria.
Nonostante l’assenza di una denuncia immediata, quell’incontro cambia qualcosa in lui. Il furto non è più solo un gioco o un desiderio di evasione, ma un confronto con il vuoto della propria vita.
Analisi del testo
Il furto come ricerca di identità
A differenza di un ladro comune, il protagonista non è interessato al denaro o agli oggetti materiali, ma a un senso di appartenenza. Le sue intrusioni sono tentativi di appropriarsi di qualcosa che gli manca: un’identità, una famiglia, una stabilità emotiva.
Il momento della scoperta: uno specchio della coscienza
L’incontro con la padrona di casa è il punto culminante del racconto. Il suo sguardo diventa uno specchio per il ladro, costringendolo a riconoscere la propria estraneità e fragilità. La mancanza di una reazione violenta da parte della donna amplifica il senso di colpa e rende l’episodio ancora più significativo.
Temi principali
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Solitudine e desiderio di appartenenza: il ladro non ruba oggetti, ma frammenti di vita altrui.
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Moralità e ambiguità: il protagonista non è un criminale tradizionale, ma un uomo alla ricerca di qualcosa di indefinito.
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Lo sguardo come giudizio e redenzione: il momento in cui viene scoperto non segna solo il pericolo di essere catturato, ma una rivelazione su sé stesso.
Conclusione
“Il ladro” di Robley Wilson è un racconto sottile e psicologico, che esplora la condizione umana attraverso un personaggio ambiguo e complesso. Il furto non è il fine, ma il mezzo con cui il protagonista cerca di colmare un vuoto esistenziale. La sua ricerca lo porta, infine, a un confronto con sé stesso, in un momento di verità silenziosa e ineluttabile.
VideoLezioni del prof. Gaudio
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VIDEO “Ladro”di Robley Wilson videolezione scolastica di Luigi Gaudio su youtube