
Canto trentesimo del Purgatorio vv. 55-145
28 Dicembre 2019
La sintassi del nominativo
28 Dicembre 2019Giacomo da Lentini, o Jacopo da Lentini, è uno dei più celebri poeti della Scuola Siciliana, considerato l’inventore del sonetto e fonte di ispirazione fino al dolce stil nuovo.
In questo sonetto, intitolato A l’aire claro o’ vista ploggia dare, Giacomo esplora i paradossi dell’amore, presentandoci una serie di immagini antitetiche e sorprendenti, in cui i contrasti simboleggiano la natura contraddittoria dell’esperienza amorosa.
Testo del Sonetto
Prima quartina:
A l’aire claro ò vista ploggia dare,
ed a lo scuro rendere clarore;
e foco arzente ghiaccia diventare,
e freda neve rendere calore;
- Traduzione e analisi: Il poeta descrive una serie di immagini impossibili, paradossali: ha visto la pioggia cadere in un cielo chiaro e la luce risplendere nel buio; ha visto il fuoco ardente diventare ghiaccio e la neve fredda dare calore. Queste immagini contrastanti riflettono la natura irrazionale e imprevedibile dell’amore, che ribalta le leggi naturali e logiche.
Seconda quartina:
e dolze cose molto amareare,
e de l’amare rendere dolzore;
e dui guerreri in fina pace stare,
e ’ntra dui amici nascereci errore.
- Traduzione e analisi: L’amore trasforma ciò che è dolce in amaro e ciò che è amaro in dolce; fa sì che due guerrieri trovino la pace e che, paradossalmente, tra due amici possa nascere un conflitto. Giacomo da Lentini descrive ancora una volta la capacità dell’amore di trasformare gli opposti, creando situazioni inaspettate e contraddittorie.
Prima Terzina:
Ed ò vista d’Amor cosa più forte,
ch’era feruto e sanòmi ferendo;
lo foco donde ardea stutò con foco.
- Traduzione e analisi: Qui il poeta introduce un paradosso ancor più intenso: ha visto qualcosa di più potente di tutto ciò, ossia l’amore stesso, che ferisce e allo stesso tempo guarisce. L’immagine del fuoco che spegne il fuoco simboleggia l’intensità dell’amore, che brucia e consuma, ma al contempo estingue le sue stesse fiamme.
Conclusione (ultima terzina):
La vita che mi dè fue la mia morte;
lo foco che mi stinse, ora ne ’ncendo,
d’amor mi trasse e misemi in su’ loco.
- Traduzione e analisi: L’amore gli ha dato vita, ma questa vita è diventata la sua morte. Il fuoco che una volta l’ha spento, ora lo accende di nuovo. L’amore lo ha portato lontano da sé, solo per ricondurlo al suo posto. In questi versi conclusivi, Giacomo esprime la contraddizione più intima dell’amore: esso è una forza che dà vita e morte, che distrugge e risana, che estingue e accende.
Commento generale
Questo sonetto riflette la profonda influenza della filosofia medievale e della tradizione lirica cortese sulla poesia della Scuola Siciliana. L’amore, nella visione di Giacomo, non è solo un sentimento positivo e fonte di piacere, ma una forza cosmica, spesso distruttiva e piena di contraddizioni. L’uso di antitesi e paradossi è una caratteristica ricorrente nella poesia dell’epoca, e qui serve a esprimere la natura complessa e spesso dolorosa del desiderio amoroso.
Giacomo da Lentini gioca con le immagini per sottolineare il potere dell’amore di invertire l’ordine naturale delle cose, e la sua poesia si distingue per la capacità di combinare questi giochi intellettuali con un’intensità emotiva profonda.
Audio Lezioni di Letteratura delle origini, duecento e trecento del prof. Gaudio
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