In questi versi si configura una prima decisiva immagine del vino, il suo stretto legame con l’abbandono di ogni inibizione, la sregolatezza dei costumi e gli eccessi dell’erotismo. Le donne che seguono Dioniso, le Menadi, dopo essersi inebriate con il vino “si fanno il letto in terra e vi s’adagiano / al servizio dei maschi”. Si tratta d’una immagine che dura nel tempo se, ancora oggi, l’orgia, un tempo sacra al dio, è sinonimo di vizio ed eccesso.Sempre nelle “Baccanti” è possibile cogliere l’altra faccia di Dioniso. Questa volta a parlare è il saggio indovino Tiresia: “…Perché due / sono, o ragazzo, le divinità / che sono prime per gli uomini: la dea / Demetra è una, ed è la terra, e tu / puoi darle l’uno o l’altro nome. E’ lei / che fornisce ai mortali gli alimenti / che in sé non hanno umore. E dall’altra / parte è il figlio di Semele, venuto / a pareggiarla, che trovò il liquido / tratto dall’uva e lo insegnò ai mortali, / la bevanda che agli esseri infelici / che sono gli uomini, e muoiono, acquieta / ogni dolore, quando dentro il flutto / della vite li inonda, e dà sonno, / e col sonno l’oblio di tutti i mali / della giornata; non v’è medicina / altra che questa per chi soffre e pena (…)”. Alcol e letteratura (2) Continua è
Pagina realizzata dagli alunni ALEMANI Andrea, BOLLINI Matteo e LEGNANI Simone