
Le valenze del verbo
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28 Dicembre 2019Testo e introduzione seguita da una lettura commentata del componimento Amai di Umberto Saba, una delle espressioni più rappresentative della sua poetica.
Testo della poesia
Amai di Umberto Saba
- Amai trite parole che non uno
- osava. M’incantò la rima fiore
- amore,
- la più antica difficile del mondo.
- Amai la verità che giace al fondo,
- quasi un sogno obliato, che il dolore
- riscopre amica. Con paura il cuore
- le si accosta, che più non l’abbandona.
- Amo te che mi ascolti e la mia buona
- carta lasciata al fine del mio gioco.
Introduzione al testo
La poesia Amai (inclusa nel Canzoniere) è una sorta di dichiarazione poetica ed esistenziale di Saba. In pochi versi intensi e pacati, l’autore ripercorre ciò che ha amato nella vita e nella scrittura: le parole semplici, l’amore, la verità nascosta nella sofferenza, e infine il lettore stesso. Il componimento ha il tono di un congedo, quasi un epitaffio, e può essere letto come una riflessione sul senso dell’arte poetica, concepita come sincerità e confessione, e sul valore salvifico della parola.
Analisi e commento del testo
Amai trite parole che non uno / osava.
L’incipit è forte, quasi provocatorio. Il verbo “amai” è al passato remoto: introduce una dichiarazione definitiva, affettiva, esistenziale. L’amore è rivolto a “trite parole”, cioè parole logore, comuni, già sentite — quelle che la poesia modernista (pensiamo a D’Annunzio o ai futuristi) tendeva a evitare. Saba, al contrario, le rivendica. In queste parole, disprezzate da altri poeti, egli ha trovato bellezza, umanità, autenticità. La sua è una poetica anti-retorica, basata sulla verità e sulla trasparenza, anche a costo della semplicità.
M’incantò la rima fiore / amore,
la più antica difficile del mondo.
Questi versi sono un manifesto. La rima “fiore/amore”, cliché della poesia amorosa tradizionale, viene qui esaltata nella sua apparente banalità: è “la più antica difficile del mondo”. Difficile non per la sua rarità, ma per l’eccesso d’uso e il rischio del già detto. Il vero poeta non rifugge dalla semplicità, ma sa restituire verità a ciò che è logoro, riesce a rendere autentico l’abusato. La poesia non deve essere originale a tutti i costi, ma sincera e sentita.
Amai la verità che giace al fondo,
quasi un sogno obliato, che il dolore
riscopre amica.
Qui la riflessione si fa più profonda: non si parla più solo di parole, ma della verità — un tema caro a Saba. La verità non è in superficie: “giace al fondo”, nascosta, come un sogno dimenticato (“obliato”). È il dolore a riportarla a galla, a renderla di nuovo “amica”. Il dolore ha dunque un valore conoscitivo, rivelatore. In questi versi Saba mette in luce una dimensione etica e psicologica della poesia: scrivere è scavare, portare alla luce, riconciliarsi con sé.
Con paura il cuore / le si accosta, che più non l’abbandona.
L’incontro con la verità non è indolore: il cuore si avvicina “con paura”. Eppure, una volta raggiunta, la verità non si lascia più. C’è qui una tensione tra timore e necessità: la verità, benché temuta, è anche ciò che dà senso alla vita e alla poesia. Una volta svelata, diventa fedeltà, impegno esistenziale.
Amo te che mi ascolti e la mia buona / carta lasciata al fine del mio gioco.
Il finale è commosso e commovente. Dopo aver parlato al passato (“amai”), il poeta si rivolge al presente: “amo te che mi ascolti”. È un gesto di apertura verso il lettore, un riconoscimento del suo ruolo essenziale. La poesia non è soliloquio, ma comunicazione profonda, offerta. E “la mia buona carta” — metafora autobiografica — è la poesia stessa, giocata come ultima mossa, lasciata in dono al termine della partita della vita. Si percepisce qui un senso di congedo sereno, di riconciliazione tra vita e scrittura.
Conclusione
Amai è una poesia breve ma densissima: in pochi versi Saba condensa una poetica, una visione del mondo e un’eredità umana. L’amore per le parole semplici, la centralità della verità e del dolore, il rispetto per il lettore: tutto concorre a definire l’ideale di una poesia autentica, nuda, profondamente umana. Saba si presenta come poeta dell’umiltà, ma anche della profondità nascosta sotto la superficie dell’ordinario. In questo senso, la sua poesia è quanto mai moderna.