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Bocciato ordine del giorno su parificazione degli insegnanti di religione
Tuttoscuola
Oltre alla bocciatura di tutti gli emendamenti presentati dall’opposizione al decreto legge precari, si è registrata oggi anche quella dell’ordine del giorno presentato dalla senatrice radicale Donatella Poretti al Senato, che puntava a “parificare l’assunzione, l’immissione in ruolo e le competenze salariali degli insegnanti di religione cattolica alle condizioni previste per gli insegnanti delle altre materie, nonché a svincolarne l’assunzione dal pronunciamento di idoneità da parte delle curie diocesane”.
La parlamentare eletta nelle liste del Pd ha commentato causticamente il voto sfavorevole: “Tecnicamente si chiama improponibilità perché materia concordataria, politicamente si spiega come impossibilità di ridiscutere i privilegi della Chiesa. E’ quello che è avvenuto oggi in Senato con il nostro ordine del giorno che chiedeva di parificare i diritti degli insegnanti della scuola pubblica a prescindere dalla materia insegnata, a prescindere dalla fede professata e dal gradimento del vescovo”. Per questa ragione, secondo la Poretti, “viene da chiedersi se la scuola pubblica sia ancora territorio italiano!”.
La senatrice radicale ha spiegato le motivazioni alla base dell’ordine del giorno presentato: “La nomina dell’insegnante di religione era su segnalazione della curia e prevedeva un contratto annuale, dopo la legge 186 del 2003 è stata prevista la loro messa in ruolo. Oggi i circa 25 mila insegnanti sono formati e indicati dall’autorità religiosa, ma retribuiti da quella statale. Discriminati anche in contrasto a direttive europee sulla parità dell’accesso al lavoro sono coloro che non professano la religione cattolica o che non sono graditi alla curia. Privilegiati anche per retribuzione economica gli insegnanti di religione. Il nostro ordine del giorno chiedeva al governo di parificare i diritti e di porre fine ai privilegi. Impossibile anche solo discutere tale ragionevole proposta”.