Svolgimento:
Già la parola antisemitismo” contiene in sé qualcosa di perverso. E’ come se uno pensasse: Io, per affermare me stesso, ho bisogno di credere di essere nel bene, mentre qualcun altro incarna in se stesso il male”. E’ questo un po’ il difetto di tutti gli “anti”. Quindi, se esiste un “male”, che si può chiamare disoccupazione, degenerazione morale o politica, non si fa fatica a trovare il colpevole, anche se magari le cause di quel “male” sono ben più complesse. L’antisemitismo è stato questo nella storia, ed un esame oggettivo della storia, in particolar modo della seconda guerra mondiale, dovrebbe far cadere ogni possibile ricomparsa di un movimento che si è dimostrato così disumano e violento. Eppure le cronache sono ancora piene di atti inqualificabili (profanazione di cimiteri ebraici, lotta contro lo stato di Israele). In questo contesto è evidente che, oggi più che mai, l’antisemitismo si evidenzia per quello che è sempre stato: lo sfogo irrazionale di individui deboli psicologicamente e socialmente. A questo punto è chiaro che la religione non può più svolgere la funzione di giustificazione banale. Anzi le recenti prese di posizione degli esponenti delle religioni cattolica ed ebraica portano alla sottolineatura delle radici comuni. Infatti l’ebraismo, l’islamismo e il cristianesimo hanno come padre comune l’ebreo Abramo. Lo stesso Cristo era ebreo. Pertanto l’antisemitismo non ha alcuna base religiosa valida. In effetti gli ultimi secoli di storia hanno dimostrato che l’antisemitismo moderno si basa su pregiudizi politici, razzisti o economici, che nulla hanno a che vedere con la religione. Sono questi i motivi che hanno portato all’olocausto nel corso della seconda guerra mondiale, in quanto il nazismo, movimento profondamente pagano e anticristiano e antireligioso, ha portato al parossismo questi pregiudizi. Per i nazisti gli ebrei erano una razza inferiore (motivazione razzista), erano la causa della crisi economica e miravano a conquistare il mondo della finanza, (motivazione economica) e da lì, indirettamente, avrebbero potuto impossessarsi del potere (motivazione politica). Questi sono, tutto sommato, i pregiudizi che ancora oggi serpeggiano, il più delle volte nascostamente , ma che talvolta si esprimono in modo palese. Infatti, l’episodio citato nella traccia fa capire che l’antisemitismo non è morto con la seconda guerra mondiale, malgrado lo sdegno che tutti hanno provato per i crimini nazisti. Negli ultimi anni, infatti, si sono moltiplicati gli atti di violenza e di ostilità nei confronti degli ebrei, fra cui tristemente nota è la profanazione dei cimiteri ebraici. Dalla fine degli anni Sessanta in poi, gruppi neonazisti hanno continuato a fare propaganda antisemita in Europa e negli Stati Uniti d’America. In Francia quattro giovani, vicini al Fronte di Jean-Marie Le Pen, nel 1990 avevano profanato le tombe di un cimitero ebraico nella cittadina di Carpentras, infierendo in modo orrendo sul corpo di un defunto. Ma non è stato il solo episodio. Se ne sono registrati altri, in diversi paesi; tra cui anche in Italia, contro il cimitero ebraico di Roma.
Anche in America latina, rifugio di molti nazisti fuggiti alla fine della guerra, si sono verificati episodi antisemiti, ad esempio dopo la cattura del criminale nazista Adolf Eichmann, avvenuta in Argentina nel 1960 da parte dei servizi segreti israeliani. Addirittura, alcuni storiografi o presunti tali, si sono affannati a scrivere opere di revisionismo storiografico tendenti a negare la realtà stessa dell’Olocausto. Il rimedio a tutto questo è l’uso della ragione, che porta a confutare gli stupidi e irrisori pregiudizi che sono ancora oggi alla base dell’antisemitismo. Gli ebrei non possono far nulla per evitare tutto ciò: tocca a chi non è ebreo liberarsi di questo assurdo fardello.