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28 Dicembre 2019La locandiera di Carlo Goldoni, rappresentata per la prima volta nel 1753, è una delle commedie più celebri e significative del teatro italiano.
In questa opera, Goldoni crea un mondo affascinante e complesso, dove i rapporti sociali e di potere sono analizzati con ironia e profondità, facendo emergere la figura di Mirandolina, una delle protagoniste femminili più brillanti e indipendenti del teatro di quel tempo. Un’analisi dettagliata della commedia ci permette di comprendere il contesto storico, i temi centrali e le dinamiche che rendono La locandiera un’opera ancora oggi attuale e degna di riflessione.
1. Il contesto storico e culturale
Goldoni scrive La locandiera in un’epoca di grandi cambiamenti sociali e culturali, in particolare a Venezia, dove l’opera è ambientata. Il Settecento veneziano è un periodo di decadenza della Repubblica Serenissima, ma anche di vivace attività intellettuale e artistica. La società aristocratica, tradizionalmente dominata da uomini, si trova di fronte a nuove classi emergenti, come la borghesia, che inizia a sfidare il sistema di potere tradizionale. Il teatro di Goldoni riflette proprio questi cambiamenti: i personaggi appartengono spesso a diversi strati sociali, e i loro conflitti o interazioni mettono in luce le tensioni tra vecchio e nuovo, tra tradizione e modernità.
In questo scenario, Goldoni si allontana dalla tradizione della commedia dell’arte, con i suoi personaggi fissi e le maschere stereotipate, per portare sul palco figure più realistiche e caratterizzate psicologicamente. I personaggi de La locandiera non sono semplici macchiette, ma individui complessi, dotati di emozioni e sfaccettature che li rendono umani e credibili.
2. Trama e struttura della commedia
La commedia ruota attorno a Mirandolina, la proprietaria di una locanda, che è corteggiata da due nobili ospiti: il Marchese di Forlipopoli, un aristocratico decaduto e vanitoso, e il Conte d’Albafiorita, un ricco borghese disposto a spendere molto per conquistare il suo affetto. Tuttavia, il vero motore dell’azione si sviluppa con l’arrivo del Cavaliere di Ripafratta, un nobile burbero e misogino che si vanta di essere immune al fascino delle donne. Mirandolina, abile manipolatrice, decide di fargli cambiare idea, seducendolo senza mai abbandonarsi ai sentimenti, ma solo per dimostrare il proprio potere sugli uomini.
La commedia segue i classici tre atti della struttura goldoniana. Nei primi due atti, si delineano i caratteri dei protagonisti e si preparano i principali conflitti; nel terzo atto, si risolve l’intreccio, con Mirandolina che, dopo aver conquistato il Cavaliere, si prende gioco di lui, per poi dichiarare di voler sposare il suo umile cameriere, Fabrizio, garantendosi così la libertà e il controllo sulla sua vita.
3. Temi principali
a) Il potere femminile e la libertà individuale
Uno dei temi centrali de La locandiera è il potere delle donne. Mirandolina incarna l’ideale di una donna libera e autonoma, che sa sfruttare le debolezze degli uomini per difendere la propria libertà. In un’epoca in cui le donne erano spesso subordinate, lei è in grado di manovrare i suoi corteggiatori senza mai cedere al sentimentalismo. Anche se vive in una società patriarcale, Mirandolina è una figura dirompente, che non solo rifiuta il matrimonio come strumento di oppressione, ma lo vede come una minaccia alla propria indipendenza.
In questo senso, la scelta finale di sposare Fabrizio appare meno come un tradimento della sua indipendenza e più come una scelta calcolata: Fabrizio, infatti, non rappresenta una minaccia per la sua autonomia, e il matrimonio con lui non altererà il suo controllo sulla locanda. Mirandolina trova quindi una via di mezzo tra le pressioni sociali e il desiderio di libertà.
b) La critica alla società aristocratica
Attraverso personaggi come il Marchese di Forlipopoli e il Conte d’Albafiorita, Goldoni offre una satira delle classi alte del suo tempo. Il Marchese è un aristocratico decaduto, orgoglioso del suo titolo ma privo di mezzi economici, che crede che il solo fatto di essere nobile lo renda superiore. Il Conte, d’altro canto, è un borghese arricchito, che cerca di compensare la mancanza di nobiltà con la ricchezza, ma che si rivela altrettanto ridicolo nei suoi tentativi di sedurre Mirandolina con regali e favori.
Goldoni, con ironia e arguzia, mette in scena il declino della nobiltà e l’ascesa di nuove classi sociali. La locanda, in questo senso, diventa una sorta di microcosmo della società veneziana del Settecento, dove i nobili decaduti e i nuovi ricchi si scontrano e si mescolano, con Mirandolina a fare da arbitro e vincitrice di questa lotta di classe.
c) La natura umana e le debolezze maschili
Un altro tema chiave della commedia è la debolezza maschile di fronte alla seduzione. Tutti i personaggi maschili de La locandiera, dal vanitoso Marchese all’arrogante Cavaliere, sono vulnerabili all’attrazione che provano per Mirandolina. Il personaggio del Cavaliere è particolarmente emblematico: si presenta come un uomo forte, distaccato e immune al fascino femminile, ma finisce per essere sedotto e umiliato da Mirandolina, che riesce a smascherare la sua falsa virilità.
Goldoni, con questa caratterizzazione, dimostra una profonda comprensione delle dinamiche psicologiche, mettendo in luce le debolezze dell’ego maschile e il potere sottile e spesso invisibile delle donne. La seduzione, per Mirandolina, non è un fine, ma uno strumento per mantenere la propria indipendenza e per divertirsi a spese degli uomini che cercano di conquistarla.
4. L’importanza dello spazio: la locanda come metafora sociale
La locanda in cui si svolge la commedia non è solo un luogo fisico, ma una metafora dello spazio sociale. È un ambiente di transizione, in cui persone di classi diverse si incontrano, creando un terreno fertile per scontri e interazioni che altrimenti non sarebbero possibili. La locanda è governata da Mirandolina, che detiene il potere assoluto su tutto ciò che avviene al suo interno: qui è lei a decidere le regole del gioco, a scegliere come trattare i suoi ospiti e a manipolare le loro emozioni. La locanda rappresenta, in un certo senso, un mondo in miniatura, in cui Goldoni mette in scena le dinamiche di classe e di genere della società veneziana del tempo.
5. La modernità dell’opera
Una delle ragioni per cui La locandiera è considerata un’opera moderna è la sua rappresentazione di personaggi realistici e di situazioni psicologicamente complesse. Goldoni si allontana dai canoni della commedia dell’arte, in cui i personaggi erano maschere fisse e stereotipate, per dare vita a figure dotate di una propria personalità e di un proprio sviluppo. Mirandolina, in particolare, è una donna dotata di una forte coscienza di sé e delle sue capacità, una protagonista che si muove con abilità e intelligenza in un mondo dominato dagli uomini.
La commedia di Goldoni anticipa molte delle tematiche che diventeranno centrali nel teatro moderno, come il conflitto tra i sessi, la critica sociale e l’indagine psicologica dei personaggi. La locandiera è ancora oggi una delle opere più rappresentate del teatro italiano, proprio per la sua capacità di parlare a un pubblico contemporaneo, offrendo spunti di riflessione su questioni come la libertà individuale, il potere e la manipolazione delle relazioni.
6. Conclusione
La locandiera è una commedia che, sotto la superficie leggera e ironica, nasconde una profonda critica sociale e una riflessione sulle dinamiche di potere, sul ruolo della donna e sulla decadenza della nobiltà. Con Mirandolina, Goldoni crea una protagonista che incarna l’ideale di indipendenza e autodeterminazione, una figura che, pur vivendo in una società patriarcale, riesce a mantenere il controllo sulla propria vita e sulle proprie scelte. La modernità dell’opera risiede nella complessità dei suoi personaggi e nella capacità di Goldoni di esplorare temi universali, che continuano a risuonare anche oggi.
Questi due mondi teatrali, sebbene distinti, si intrecciarono profondamente, creando un contesto culturale e artistico vibrante che sarebbe poi stato rivoluzionato proprio da Goldoni.
1. Il teatro veneziano prima di Goldoni
Nel XVII secolo, Venezia era una delle capitali culturali d’Europa, e la sua vivace vita sociale e artistica si rifletteva anche nel teatro. La Repubblica di Venezia, con la sua prosperità economica e la sua apertura intellettuale, divenne un centro teatrale importante, attrattiva per artisti, scrittori e attori.
Il teatro veneziano si caratterizzava per la presenza di teatri pubblici che erano gestiti da privati cittadini, una novità per l’epoca. La tradizione teatrale veneziana comprendeva sia tragedie che commedie, ma era quest’ultima a riscuotere maggior successo. Gli spettatori veneziani amavano soprattutto rappresentazioni vivaci, umoristiche, spesso basate su vicende locali o su situazioni comiche tipiche della società del tempo.
La società veneziana e il teatro
La commedia veneziana del XVII e XVIII secolo rifletteva in gran parte la vita quotidiana della società borghese e aristocratica. I personaggi delle commedie rispecchiavano spesso figure della vita reale, come mercanti, nobili decaduti, servitori furbi e ragazze da marito. Il pubblico, principalmente composto da borghesi e nobili, amava ritrovarsi in questi ritratti ironici e spesso deformati della vita sociale veneziana.
2. La commedia dell’arte
Parallelamente al teatro veneziano si sviluppò la commedia dell’arte, una forma teatrale nata nel XVI secolo in Italia e rapidamente divenuta popolare in tutta Europa. La commedia dell’arte era un genere teatrale basato sull’improvvisazione e sull’uso di maschere. Si distingueva per le sue trame semplici e schematiche, ma soprattutto per i personaggi fissi e stereotipati, che rappresentavano vari aspetti della società italiana.
Caratteristiche principali della commedia dell’arte:
- Personaggi fissi: I personaggi della commedia dell’arte erano tipi sociali riconoscibili, che venivano riproposti di commedia in commedia con piccole variazioni. Tra i più famosi ci sono:
- Pantalone: Il vecchio mercante veneziano, avido e spesso ingannato.
- Arlecchino: Il servo furbo e scaltro, ma anche a volte ingenuo, vestito con un abito a pezzi colorati.
- Colombina: La servetta astuta e civettuola, che spesso aiuta gli innamorati.
- Il Dottore: Un personaggio spesso bolognese, pedante e amante del sapere, ma ridicolo per la sua presunzione.
- Il Capitano: Un soldato spaccone e vanaglorioso, sempre pronto a vantarsi delle sue (false) imprese militari.
- Innamorati: Giovani personaggi, eleganti e raffinati, che si amavano e litigavano in scena.
- Maschere: I personaggi maschili della commedia dell’arte indossavano maschere che esageravano le loro caratteristiche. Ad esempio, la maschera di Pantalone aveva un naso lungo e curvo, per rappresentare la sua età e la sua astuzia.
- Improvvisazione: Un elemento chiave della commedia dell’arte era l’improvvisazione. Anche se esistevano canovacci (schemi di trama), gli attori dovevano inventare i dialoghi sul momento, basandosi su situazioni prestabilite. Questa libertà dava vita a rappresentazioni sempre diverse e adattate al pubblico e al contesto.
- Commedia fisica e lazzi: La commedia dell’arte faceva largo uso di gag fisiche e di scene comiche dette lazzi. I lazzi erano brevi momenti comici, spesso acrobatici, che interrompevano la trama per far ridere il pubblico. Arlecchino, in particolare, era famoso per i suoi lazzi acrobatici.
Il contesto sociale e culturale
La commedia dell’arte rifletteva il clima sociale e culturale dell’Italia del tempo, con una società divisa in classi sociali ben definite. I personaggi fissi incarnavano stereotipi di tali classi: i nobili e i mercanti, i servi e gli intellettuali. Questo tipo di teatro piaceva non solo in Italia, ma anche all’estero, dove le compagnie italiane itineranti venivano accolte con entusiasmo.
3. La relazione tra il teatro veneziano e la commedia dell’arte
A Venezia, la commedia dell’arte trovò un terreno fertile per svilupparsi grazie alla vivacità culturale della città e alla presenza di teatri pubblici. Le maschere della commedia dell’arte, soprattutto Pantalone (il tipico mercante veneziano), divennero particolarmente popolari a Venezia.
Tuttavia, l’improvvisazione e la ripetizione dei canovacci nella commedia dell’arte iniziarono col tempo a perdere la freschezza iniziale, diventando prevedibili e stancando una parte del pubblico più sofisticato. La necessità di un rinnovamento drammaturgico si fece sentire, e qui si inserisce il contributo innovativo di Carlo Goldoni, che trasformò radicalmente il teatro italiano.
4. Il rinnovamento di Carlo Goldoni
Carlo Goldoni (1707-1793) fu il principale artefice del rinnovamento del teatro veneziano e della commedia dell’arte. Sebbene inizialmente avesse utilizzato alcuni elementi della commedia dell’arte (tra cui le maschere e l’improvvisazione), Goldoni capì che il teatro aveva bisogno di un maggiore realismo e di una struttura più solida e scritta.
Il contributo di Goldoni
Goldoni volle abbandonare l’improvvisazione e dare vita a personaggi più complessi e realistici. Sebbene inizialmente si scontrasse con la resistenza degli attori e dei sostenitori della commedia dell’arte tradizionale, alla fine Goldoni impose la sua visione e creò un nuovo tipo di commedia borghese.
Alcuni dei suoi contributi principali furono:
- Sostituzione dell’improvvisazione con testi scritti: Goldoni iniziò a scrivere dialoghi completi per le sue opere, mettendo fine alla tradizione dell’improvvisazione.
- Sviluppo dei personaggi: I suoi personaggi, sebbene spesso ispirati a tipi della commedia dell’arte, erano caratterizzati da una maggiore profondità psicologica e umanità. Goldoni introdusse figure come il servitore furbo (Truffaldino) o la servetta (Colombina), rendendoli più sfaccettati.
- Realismo: Le commedie di Goldoni rappresentavano la vita quotidiana della borghesia veneziana, con un forte senso di realismo, sia nei dialoghi che nelle situazioni.
Conclusione
Prima dell’avvento di Carlo Goldoni, il teatro veneziano e la commedia dell’arte avevano dominato la scena teatrale italiana con il loro carattere popolare, l’improvvisazione e l’uso delle maschere. Tuttavia, la rigidità dei canovacci e la ripetitività iniziarono a stancare il pubblico. Goldoni, con la sua visione riformatrice, portò una ventata di aria nuova, dando vita a un teatro più realistico e strutturato, che rivoluzionò il panorama teatrale italiano e segnò il passaggio dalla commedia dell’arte tradizionale a una forma di commedia più moderna e borghese.