
Cosa puo’ insegnarci Lettera a una professoressa di don Lorenzo Milani
28 Dicembre 2019
Canto IV del Purgatorio vv. 72-125
28 Dicembre 2019Parafrasi, Analisi, Tematiche e Commento dei versi 126-139 del Canto IV del Purgatorio di Dante Alighieri:
📜 Testo e Parafrasi dei versi 126-139 del Canto quarto del Purgatorio di Dante
Testo
attendi tu iscorta, Ed elli: “O frate, andar in sù che porta? Prima convien che tanto il ciel m’aggiri se orazïone in prima non m’aita E già il poeta innanzi mi saliva, cuopre la notte già col piè Morrocco”. |
Parafrasi Dante chiede a Belacqua: «Aspetti una guida per proseguire, Belacqua risponde: Prima è necessario che io rimanga qui fuori A meno che una preghiera Intanto Virgilio si era già rimesso in cammino
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🔎 Analisi del testo
Struttura e Metrica
- Terzine dantesche (ABA, BCB) in endecasillabi.
- Chiusura del canto con un ritmo crescente che accompagna la ripresa del cammino.
Figure retoriche
- Personificazione: la notte che “copre il Morrocco con il piede” è un’immagine potente che raffigura l’avanzare del tempo.
- Metafora del viaggio: il movimento nel Purgatorio è allegoria del cammino interiore e spirituale.
- Contrasto: tra la staticità di Belacqua e l’urgenza di proseguire di Dante e Virgilio.
🎭 Tematiche principali
⏳ Il valore del pentimento e della preghiera
Belacqua spiega la legge del contrappasso temporale dei pigri: chi ha indugiato nel pentimento in vita deve scontare quel ritardo restando immobile.
🛐 La forza della preghiera dei vivi
Solo le preghiere di chi è in grazia di Dio possono accelerare l’espiazione: la solidarietà umana continua dopo la morte.
🚶♂️ Il tempo che scorre
Il richiamo di Virgilio al passare delle ore e all’arrivo della sera sottolinea la necessità di non fermarsi: il viaggio della salvezza non può attendere.
🌙 L’immagine poetica del tramonto
La notte che “mette piede sul Marocco” è una suggestiva rappresentazione geografico-temporale della rotazione terrestre e del tempo che incalza.
🖋 Commento
Questa chiusura del canto rappresenta il compimento del tema della pigrizia attraverso la figura di Belacqua, paradigma dell’accidia. Belacqua, consapevole, spiega a Dante la legge spirituale del Purgatorio: chi in vita rimandò il pentimento, ora sconta con un’attesa forzata. Non c’è possibilità di accelerare la salita se non con la preghiera di chi è ancora in vita, sottolineando così la potenza del legame tra i vivi e i morti nella visione dantesca.
La voce di Virgilio riporta il protagonista alla realtà del tempo che passa: il viaggio spirituale è anche fisico e temporale. La metafora della notte che “copre” il Marocco è di grande forza visiva e rafforza il senso d’urgenza.
Questa parte del canto trasmette un monito: non rimandare il pentimento, non sprecare il tempo. La pigrizia spirituale si paga con la stasi, la paralisi, l’impossibilità di progredire.
La leggerezza ironica iniziale lascia il posto alla consapevolezza morale: Belacqua è figura simpatica, ma il suo destino ammonisce chiunque cada nell’inerzia davanti alla vita e alla fede.
✨ In sintesi
Il canto si chiude su un invito al movimento e alla responsabilità personale: nel viaggio verso la salvezza non c’è tempo da perdere. La preghiera dei vivi emerge come strumento di misericordia e di aiuto reciproco.
Belacqua resta un personaggio memorabile, esempio di come Dante sappia mescolare ironia e profonda lezione morale.