Canto trentesimo del Purgatorio vv. 55-145
28 Dicembre 2019La sintassi del nominativo
28 Dicembre 2019Il trentesimo canto del Purgatorio è uno dei momenti più toccanti dell’opera di Dante.
In questi primi 54 versi, si assiste al ricongiungimento tra Dante e Beatrice, figura centrale della sua vita e della sua poetica, dopo un lungo periodo di separazione. L’incontro segna l’inizio della fase finale del viaggio del poeta, poiché rappresenta il passaggio dall’amore terreno all’amore divino.
Testo e parafrasi dei primi 54 versi del trentesimo canto del Purgatorio di Dante
Testo originale di Dante
Quando il settentrïon del primo cielo, e che faceva lì ciascuno accorto fermo s’affisse: la gente verace, e un di loro, quasi da ciel messo, Quali i beati al novissimo bando cotali in su la divina basterna Tutti dicean: ’Benedictus qui venis!’, Io vidi già nel cominciar del giorno e la faccia del sol nascere ombrata, così dentro una nuvola di fiori sovra candido vel cinta d’uliva E lo spirito mio, che già cotanto sanza de li occhi aver più conoscenza, Tosto che ne la vista mi percosse volsimi a la sinistra col respitto per dicere a Virgilio: ’Men che dramma Ma Virgilio n’avea lasciati scemi né quantunque perdeo l’antica matre, |
Parafrasi:
Quando il settentrione (l’Orsa Maggiore), la stella che guida i navigatori e che nel primo cielo non conosce né tramonto né alba, si fermò, tutti i beati che erano giunti davanti al Grifone (simbolo di Cristo) si volsero verso il carro, riconoscendo la loro pace. Uno di loro, come inviato dal cielo, cantò tre volte “Vieni, sposa, dal Libano”, e tutti gli altri lo seguirono. Come nel giorno del Giudizio Finale, quando i beati si alzeranno dalle loro tombe cantando Alleluia, così cento beati si alzarono sulla divina basterna (il carro di Cristo) rispondendo al canto del vecchio e gridando: Benedictus qui venis! (Benedetto colui che viene), lanciando fiori in alto e attorno al carro, e dicendo: “Oh, date gigli con le mani piene!” Dante paragona questa scena all’aurora, quando il cielo orientale si tinge di rosa, e il sole sorge dietro uno schermo di vapori che ne addolciscono la luce. In modo simile, una nuvola di fiori si alza dalle mani degli angeli, e in mezzo ai fiori, Dante vede una donna apparire, vestita con un mantello verde, un velo bianco e una tunica del colore del fuoco vivo. Il cuore di Dante, che da lungo tempo non si trovava di fronte a quella figura, è scosso da un’emozione travolgente. Senza nemmeno vedere chiaramente il volto della donna, il poeta sente in sé risvegliarsi l’antico amore per lei. È un amore così potente che lo trafigge come ai tempi della sua giovinezza, prima che Dante uscisse dall’infanzia. Dante, preso da una grande emozione, si volta verso sinistra, come un bambino che corre verso la madre quando ha paura o è afflitto, e cerca conforto in Virgilio, dicendogli che tutto il suo corpo è scosso, poiché riconosce i segni dell’antica fiamma d’amore. Ma quando si volta, scopre che Virgilio non è più accanto a lui: Virgilio, il dolcissimo padre, lo ha lasciato. Nonostante il poeta abbia superato il dolore di separarsi dall’Inferno, le sue lacrime non possono trattenere la tristezza di aver perso il suo amato maestro. |
Analisi
Il Canto XXX rappresenta il momento di svolta in cui Dante si prepara ad affrontare la visione di Beatrice e ad abbandonare Virgilio, che è stato la sua guida fino a quel punto del viaggio. Questa transizione segna il passaggio dall’amore umano all’amore divino. Il “settentrione”, simbolo di orientamento e stabilità, si ferma per indicare l’importanza del momento.
La processione dei beati e il canto che li accompagna richiamano la cerimonia nuziale tra Cristo e la Chiesa (rappresentata dalla sposa, Beatrice), evidenziando il tema dell’unione mistica e della spiritualità più alta. La figura di Beatrice, che appare circondata da fiori e con vesti di colori simbolici (verde, bianco e rosso), rappresenta le virtù teologali: speranza, fede e carità.
L’emozione di Dante nel rivedere Beatrice è intensa. Il poeta paragona il suo stato d’animo a quello di un bambino che corre dalla madre in cerca di conforto. Tuttavia, a questo punto Dante si accorge che Virgilio, simbolo della ragione umana, lo ha lasciato. Questo momento è emblematico: Dante è ora pronto a superare i limiti della ragione e abbracciare la fede, rappresentata da Beatrice.
Commento
Questo canto è particolarmente ricco di simbolismo e rappresenta una delle tappe fondamentali del viaggio di Dante. La separazione da Virgilio e il ricongiungimento con Beatrice simboleggiano l’evoluzione spirituale del poeta, che passa dal mondo della ragione al mondo della fede. Virgilio, figura centrale nell’Inferno e nel Purgatorio, non può più accompagnare Dante, poiché la ragione non è sufficiente per comprendere le verità divine.
Beatrice, invece, rappresenta la guida che condurrà Dante verso la visione di Dio, la conclusione del suo viaggio spirituale. La sua apparizione è circondata da una bellezza quasi sovrannaturale, e la reazione emotiva di Dante sottolinea quanto profondo e forte sia stato il legame tra lui e Beatrice.
La poesia raggiunge qui uno dei suoi momenti più alti in termini di lirismo, con immagini vivide e potenti che trasmettono tutta la tensione emotiva di Dante. Il tema della separazione e della perdita (Virgilio) e quello del ritrovamento (Beatrice) si intrecciano, mostrando la complessità del viaggio interiore che il poeta sta affrontando.
In sintesi, il canto è una celebrazione del potere trasfigurante dell’amore e della fede, che Dante è chiamato a seguire per completare il suo cammino di purificazione e raggiungere la visione di Dio nel Paradiso.