Temi di scienze
27 Gennaio 2019Verifica su Kant
27 Gennaio 2019tema svolto
Traccia:
Il fenomeno della denutrizione è ancora lungi dall’essere debellato. Illustrane le cause e le possibili soluzioni
Svolgimento:
Ogni anno nei paesi del terzo mondo muoiono di fame almeno 13 (ma forse 18) milioni di persone e tutti i giorni quasi un miliardo di persone va a letto senza aver mangiato a sufficienza. Incominciamo col dire che la prima causa di questo dramma non è da ricercare nell’esplosione demografica, checché ne dicano gli ultimi seguaci di Malthus. L’aumento del numero delle persone che vivono sulla terra è certo un problema, ma non l’unico. A questo punto molti di voi potrebbero ipotizzare che la fame c’è perché in quei paesi manca il cibo. Eppure non sempre la fame dipende da scarsa produzione alimentare. Ad esempio in Asia e in America Latina, negli ultimi anni, la produzione agricola è aumentata più di quanto non sia aumentata la popolazione. Ma secondo i dati ufficiali l’Asia conta mezzo miliardo di denutriti e l’America Latina 59 milioni.
Essi quindi non soffrono la fame per mancanza di cibo, né perché vi è stato un aumento della popolazione, poiché essa, come spiegato prima, è aumentata meno delle risorse. Il problema è che essi non riescono a procurarselo. Nelle città asiatiche o sudamericane chi non ha lavoro o soldi a sufficienza non può trovare da mangiare. Nelle campagne i contadini che non hanno un pezzo di terra da coltivare si trovano nelle medesime condizioni. Insomma è il sistema economico, che causa disoccupazione e quindi povertà e fame. Occorre ripensarlo in modo che, mettendo in secondo piano la logica del mercato, prevalga quella della tutela del lavoro e dei requisiti minimi di sopravvivenza per tutti. Occorre fare in modo che i ricchi non derubino i poveri, che il Nord del mondo non sottragga ricchezza al Sud, altrimenti gli squilibri si accentueranno sempre di più, fino ad esplodere. Spesso, per esempio, le multinazionali occidentali comprano le materie prime per quattro soldi, per poi rivendere il prodotto finito ad un prezzo molto alto. Io auspico, però, che, così come è accaduto in occidente, anche in quei paesi i padroni aumenteranno salari e benessere, procurandosi così un mercato di milioni di possibili compratori. Del resto, dobbiamo renderci conto che rendere più ricchi quei paesi può estirpare alla radice alcuni grossi problemi, come il terrorismo e l’immigrazione clandestina, che poi ricadono su di noi. Oltre a questi fattori economici bisogna rilevare quelli politici, quali i comportamenti dittatoriali dei governi, che spesso destinano gran parte delle risorse agli armamenti o alle ambizioni personali.
Guerre, violenze, odi tribali non fanno altro che peggiorare i problemi. Occorre quindi una strategia mondiale per fronteggiare questa situazione. La pace tanto auspicata, garantita dalle Nazioni Unite, potrebbe portare con sé il frutto insperato della sconfitta della fame, o almeno contribuire a questo. La fame comunque, non è un problema facile da affrontare, poiché, come ci sembra di aver in parte dimostrato, tocca vari aspetti, tra loro interconnessi. Tuttavia, oltre ai contributi dei potenti, dei politici, ecc, forse un nostro piccolo aiuto non sarebbe del tutto inutile: quanto meno sconfiggerebbe un morbo che talvolta fa più male della fame: l’indifferenza.