Questa prova prende spunto dalla lettura di un passo assai noto tratto dalla Prefazione alla seconda edizione della Critica della ragion pura per valutare alcune conoscenze specifiche del criticismo kantiano e l’influsso che esso ha avuto nell’ambito della letteratura romantica, nonché nell’evoluzione del criticismo verso l’idealismo.
Strumenti e prestazione richiesta
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Discipline
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Comprendere e inserire nel contesto adeguato un testo filosofico
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Filosofia
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Rilevare le competenze sui modelli di elaborazione delle teorie scientifiche
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Filosofia, Storia della scienza
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Rilevare i rapporti tra il pensiero filosofico e alcuni tratti della cultura letteraria
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Filosofia, Letteratura
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Tipologia |
Domande con risposte brevi (max 200 parole)
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Immanuel , Prefazione alla seconda edizione della Critica della ragion pura.
Si potrà tuttavia chiedere quale tesoro sia mai quello che intendiamo lasciare ai posteri con una siffatta metafisica, epurata dalla critica, e così ridotta in uno stato durevole. Con un semplice colpo docchio su quest’opera si crederà di poter concludere che la sua utilità è soltanto negativa, risolvendosi nellimpedire che noi, con la ragione speculativa, ci avventuriamo al di là dei limiti dell’esperienza; il che costituisce in verità il suo primo vantaggio. L’utilità si rivelerà ben presto anche positiva, appena si porrà mente che i princìpi sui quali la ragione speculativa si fonda per condurci al di là dei suoi limiti, non producono in realtà alcun ampliamento nell’uso della nostra ragione, ma al contrario, a ben considerare, portano seco l’inevitabile conseguenza di un restringimento del nostro uso della ragione, giacché portano con sé il pericolo di estendere incondizionatamente il dominio della sensibilità a cui propriamente appartengono, sottraendo così ogni campo all’uso puro (pratico) della ragione. Perciò una critica che restringa l’uso puro speculativo è come tale certamente negativa; ma poiché, così facendo, elimina nel contempo un ostacolo che ne restringe l’uso pratico minacciandolo addirittura di distruzione, è in effetti di utilità positiva assai rilevante, allorché si sia riconosciuto che sussiste un uso pratico della ragione (l’uso morale) assolutamente necessario, nel quale essa si estende inevitabilmente al di là dei limiti della sensibilità, senza tuttavia richiedere aiuti speculativi, ma semplicemente garantendosi dalle loro contro azioni, per non entrare in contraddizione con se stessa. Non voler riconoscere a questo servizio della critica un’utilità positiva, equivarrebbe a sostenere che la polizia non procura alcun vantaggio positivo per il fatto che il suo compito fondamentale consiste nello sbarrare la porta alla violenza che i cittadini possono ricevere dai cittadini, affinché ognuno possa attendere alle proprie attività, sicuro e tranquillo.
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