Storia della Mafia e origine della parola
28 Dicembre 2019Diario clandestino di Giovannino Guareschi seconda parte
28 Dicembre 2019La sintonia emotiva tra i personaggi, pur essendo evidente, rimane incompiuta, lasciando aperte domande sulla natura delle relazioni umane e sulle scelte che determinano il corso delle nostre vite.
Testo del racconto “Coincidenze” di Stefano Benni
C’erano nell’ordine una città, un ponte bianco e una sera piovosa. Da un lato del ponte avanzava un uomo con ombrello e cappotto. Dall’altro una donna con cappotto e ombrello. Esattamente al centro del ponte, là dove due leoni di pietra si guardavano in faccia da centocinquant’anni, l’uomo e la donna si fermarono, guardandosi a loro volta. Poi l’uomo parlò:
– Gentile signorina, pur non conoscendola, mi permetto di rivolgerle la parola per segnalarle una strana coincidenza, e cioè che questo mese, se non sbaglio, è la quindicesima volta che ci incontriamo esattamente in questo punto.
– Non sbaglia, cortese signore. Oggi è la quindicesima volta.
– Mi consenta inoltre di farle presente che ogni volta abbiamo sottobraccio un libro dello stesso autore.
– Sí, me ne sono resa conto: è il mio autore preferito, e anche il suo, presumo.
– Proprio cosí. Inoltre, se mi permette, ogni volta che lei mi incontra, arrossisce violentemente, e per qualche strana coincidenza, la stessa cosa succede anche a me.
– Avevo notato anch’io questa bizzarria. Potrei aggiungere che lei accenna un lieve sorriso e sorprendentemente, anch’io faccio lo stesso.
-È davvero incredibile: in piú, ogni volta ho l’impressione che il mio cuore batta piú in fretta.
– È davvero singolare, signore, è cosí anche per me, e inoltre mi tremano le mani.
– È una serie di coincidenze davvero fuori dal comune. Aggiungerò che, dopo averla incontrata, io provo per alcune ore una sensazione strana e piacevole…
– Forse la sensazione di non aver peso, di camminare su una nuvola e di vedere le cose di un colore piú vivido?
– Lei ha esattamente descritto il mio stato d’animo. E in questo stato d’animo, io mi metto a fantasticare…
– Un’altra coincidenza! Anch’io sogno che lei è a un passo da me, proprio in questo punto del ponte, e prende le mie mani tra le sue…
– Esattamente. In quel preciso momento dal fiume si sente suonare la sirena di quel battello che chiamano «il battello dell’amore».
– La sua fantasia è incredibilmente uguale alla mia! Nella mia, dopo quel suono un po’ melanconico, non so perché, io poso la testa sulla sua spalla.
– E io le accarezzo i capelli. Nel fare questo, mi cade l’ombrello. Mi chino a raccoglierlo, lei pure e…
– E trovandoci improvvisamente viso contro viso ci scambiamo un lungo bacio appassionato, e intanto passa un uomo in bicicletta e dice…
– … Beati voi, beati voi…
Tacquero. Gli occhi del signore brillavano, lo stesso fecero quelli della signorina. In lontananza, si udiva la melanconica sirena di un battello che si avvicinava.
Poi lui disse:
– Io credo, signorina, che una serie cosí impressionante di coincidenze non sia casuale.
– Non lo credo neanch’io, signore.
– Voglio dire, qua non si tratta di un particolare, ma di una lunghissima sequenza di particolari. La ragione può essere una sola.
– Certo, non possono essercene altre.
– La ragione è – disse l’uomo sospirando, – che ci sono nella vita sequenze bizzarre, misteriose consonanze, segni rivelatori di cui sfioriamo il significato, ma di cui purtroppo non possediamo la chiave.
– Proprio cosí – sospirò la signorina, – bisognerebbe essere medium, o indovini, o forse cultori di qualche disciplina esoterica per riuscire a spiegare gli strani avvenimenti del destino che quotidianamente echeggiano nella nostra vita.
– In tutti i casi ciò che è accaduto è davvero singolare.
– Una serie di impressionanti coincidenze, impossibile negarlo.
– Forse un giorno ci sarà una scienza in grado di decifrare tutto questo. Intanto le chiedo scusa del disturbo.
– Nessun disturbo, anzi, è stato un piacere.
– La saluto, gentile signorina.
– La saluto, cortese signore.
E se ne andarono di buon passo, ognuno per la sua strada.
(da “L’ultima lacrima”, Feltrinelli, Milano 1994)