Capitolo venticinquesimo dei Promessi Sposi
28 Dicembre 2019Complemento di luogo
28 Dicembre 2019Il Proemio dell’Orlando innamorato di Matteo Maria Boiardo (I, I, 1-8) presenta diversi temi e caratteristiche che preparano il lettore all’epopea cavalleresca in chiave cortese e amorosa.
Testo del Proemio dell’Orlando innamorato di Matteo Maria Boioardo (Orlando innamorato, I, I, 1-8)
1
Signori e cavallier che ve adunati Per odir cose dilettose e nove, Stati attenti e quïeti, ed ascoltati La bella istoria che ’l mio canto muove; E vedereti i gesti smisurati, L’alta fatica e le mirabil prove Che fece il franco Orlando per amore Nel tempo del re Carlo imperatore. 2
Non vi par già, signor, meraviglioso
Odir cantar de Orlando inamorato, Ché qualunche nel mondo è più orgoglioso, È da Amor vinto, al tutto subiugato; Né forte braccio, né ardire animoso, Né scudo o maglia, né brando affilato, Né altra possanza può mai far diffesa, Che al fin non sia da Amor battuta e presa. 3
Questa novella è nota a poca gente,
Perché Turpino istesso la nascose, Credendo forse a quel conte valente Esser le sue scritture dispettose, Poi che contra ad Amor pur fu perdente Colui che vinse tutte l’altre cose: Dico di Orlando, il cavalliero adatto. Non più parole ormai, veniamo al fatto. 4
La vera istoria di Turpin ragiona Che regnava in la terra de orïente, Di là da l’India, un gran re di corona, Di stato e de ricchezze sì potente E sì gagliardo de la sua persona, Che tutto il mondo stimava nïente: Gradasso nome avea quello amirante, Che ha cor di drago e membra di gigante. 5
E sì come egli avviene a’ gran signori, Che pur quel voglion che non ponno avere, E quanto son difficultà maggiori La desïata cosa ad ottenere, Pongono il regno spesso in grandi errori, Né posson quel che voglion possedere; Così bramava quel pagan gagliardo Sol Durindana e ’l bon destrier Baiardo.6 Unde per tutto il suo gran tenitoro Fece la gente ne l’arme asembrare, Ché ben sapeva lui che per tesoro Né il brando, né il corsier puote acquistare; Duo mercadanti erano coloro Che vendean le sue merce troppo care: Però destina di passare in Franza Ed acquistarle con sua gran possanza.7 Cento cinquanta millia cavallieri Elesse di sua gente tutta quanta; Né questi adoperar facea pensieri, Perché lui solo a combatter se avanta Contra al re Carlo ed a tutti guerreri Che son credenti in nostra fede santa; E lui soletto vincere e disfare Quanto il sol vede e quanto cinge il mare. 8 |
Strofa 1Il poeta si rivolge direttamente ai “signori e cavallier”, invitandoli ad ascoltare attentamente la storia che sta per narrare. Qui Boiardo segue la tradizione epica, in cui il cantore chiede l’attenzione del pubblico per un racconto di “gesti smisurati” e “mirabil prove”. Questa introduzione introduce subito il tono eroico della narrazione e allude al tema principale, ovvero le imprese di Orlando, “franco” (coraggioso) cavaliere, al servizio di Carlo Magno. L’epopea avrà dunque come sfondo il contesto storico e mitico della corte carolingia. Strofa 2La seconda strofa introduce un tema centrale: l’amore. Boiardo giustifica subito il suo racconto, affermando che non c’è nulla di sorprendente nel parlare di Orlando innamorato, poiché anche i più grandi eroi e i più orgogliosi sono destinati a soccombere di fronte alla potenza di Amore. Questo è un tema tipico della letteratura cortese e cavalleresca, in cui l’amore diventa una forza irresistibile, capace di piegare anche gli eroi più valorosi. È significativo che qui si introduca subito la vulnerabilità di Orlando, nonostante la sua fama invincibile in battaglia. Strofa 3Questa strofa ha una funzione meta-narrativa: Boiardo afferma che la vicenda di Orlando innamorato è poco conosciuta perché persino il leggendario autore Turpino, cronista delle imprese carolingie, la nascose. Questo è un espediente letterario che legittima l’originalità del racconto, e allo stesso tempo si collega alla tradizione epica. Boiardo insinua che la sconfitta di Orlando per amore fosse considerata imbarazzante per l’eroe, il che aggiunge una dimensione umana e psicologica al personaggio. Strofa 4Qui inizia la narrazione vera e propria, con l’introduzione del re Gradasso, un potente sovrano orientale che desidera ottenere Durindana, la leggendaria spada di Orlando, e Baiardo, il suo cavallo. Gradasso rappresenta il nemico esotico e minaccioso, un trope comune nelle epopee cavalleresche. L’accento sulla forza fisica e sulle ricchezze di Gradasso sottolinea il suo status di grande antagonista. Strofa 5Gradasso, nonostante la sua potenza, dimostra un tratto umano: il desiderio insoddisfatto di ciò che non può avere. Questo è un topos universale, che riflette la bramosia dei potenti e come essi, spesso, desiderino ciò che è fuori dalla loro portata. Gradasso, pur avendo tutto, desidera Durindana e Baiardo, il che lo spinge a lanciarsi in un’impresa impossibile. Strofa 6Il re raduna il suo esercito, sapendo che solo con la forza potrà ottenere ciò che desidera, dato che né il denaro né il commercio possono comprare la spada e il cavallo di Orlando. Gradasso, descritto come un guerriero formidabile, si prepara a conquistare questi tesori con la violenza, delineando così la struttura epica dello scontro tra forze orientali e cristiane. Strofa 7La grande ambizione di Gradasso è evidente: egli seleziona un immenso esercito, ma dichiara che potrebbe sconfiggere da solo Carlo Magno e tutti i suoi cavalieri cristiani. Questa è una tipica esagerazione epica, volta a esaltare la forza dell’antagonista e a preparare il terreno per le battaglie che verranno. Gradasso appare come un personaggio quasi sovrumano, un gigante tanto nel corpo quanto nell’orgoglio. Strofa 8L’ultima strofa ci lascia in sospeso, con Gradasso che parte alla volta della Francia. Boiardo sospende momentaneamente la narrazione per tornare a Carlo Magno, che sta organizzando una giostra in cui saranno coinvolti tutti i cavalieri cristiani. Questa strofa crea un senso di attesa e preparazione, introducendo l’ambientazione cortese della corte di Carlo, che presto sarà teatro di grandi avventure e battaglie. |
Commento finale
Il Proemio stabilisce chiaramente i due poli della narrazione: l’eroismo cavalleresco e la potenza dell’amore. Orlando, il più grande dei paladini, sarà vittima della passione amorosa, un tema che rovescia l’immagine tradizionale dell’eroe invincibile. Allo stesso tempo, l’introduzione di Gradasso rappresenta la classica minaccia esterna, con la promessa di epiche battaglie. L’equilibrio tra amore e guerra, tra la corte cristiana e i nemici pagani, sarà uno dei motivi centrali dell’opera. Boiardo unisce quindi elementi della tradizione epica e cortese, annunciando un racconto ricco di avventure, emozioni e colpi di scena.