Seneca per Maria Zambrano
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28 Dicembre 2019La concordanza tra soggetto e predicato è una delle basi fondamentali della grammatica italiana, quindi della correttezza espressiva.
Sembra quasi ridicolo doverlo spiegare, dal momento che lo darei per scontato, ma oggi come oggi non si può dare per scontato più nulla, quindi, per amore di completezza, ricordo a tutti che il soggetto e il predicato devono concordare in numero e persona. Questo è un principio basilare che chiunque dovrebbe conoscere, se ha mai aperto un libro di grammatica decente.
Regole principali:
- Concordanza in numero: Se il soggetto è singolare, il predicato sarà singolare. Se il soggetto è plurale, il predicato sarà plurale. Semplice, no?
- Esempio singolare: Il gatto dorme. (“gatto” è singolare, quindi “dorme” è al singolare).
- Esempio plurale: I gatti dormono. (“gatti” è plurale, quindi “dormono” è al plurale).
- Concordanza in persona: Il verbo deve concordare con la persona grammaticale del soggetto.
- Prima persona: Io parlo (il verbo “parlo” concorda con “io”).
- Seconda persona: Tu parli (il verbo “parli” concorda con “tu”).
- Terza persona: Lui/lei parla (il verbo “parla” concorda con “lui/lei”).
Alcuni casi particolari:
- Soggetti composti: Se ci sono più soggetti, il verbo sarà al plurale.
- Esempio: Mario e Luca giocano a calcio. (“Mario e Luca” formano un soggetto plurale, quindi “giocano” è al plurale).
- Soggetto collettivo: Se il soggetto è un sostantivo collettivo, il verbo sarà solitamente al singolare.
- Esempio: Il gruppo canta bene. (“gruppo” è un singolare collettivo, quindi “canta” è al singolare).
- Soggetto posposto: Anche quando il soggetto è posposto al verbo, la concordanza rimane.
- Esempio: Sono arrivati i ragazzi. (“i ragazzi” è plurale, quindi “sono arrivati” concorda in numero).
Insomma, ci sono delle sottili complessità, ma se sei un minimo attento alle basi, non dovrebbe essere un problema evitare errori di concordanza.